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Con il cambiamento climatico aumenta la concentrazione di arsenico nel riso

La concentrazione di arsenico nel riso è una delle conseguenze del cambiamento climatico. Il riso è un alimento base per molte popolazioni asiatiche, che sarebbero particolarmente esposte al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete e tumori del polmone, della vescica e della pelle

Con il cambiamento climatico aumenta la concentrazione di arsenico nel riso
Foto di hartono subagio da Pixabay

La prima ricerca sulla concentrazione di arsenico nel riso

I livelli di arsenico nel riso aumentano come conseguenza del cambiamento climatico. È quanto afferma uno studio della Mailman School of Public Health della Columbia University di New York.

La ricerca Impact of climate change on arsenic concentrations in paddy rice and the associated dietary health risks in Asia: an experimental and modelling study – a cui hanno contribuito anche studiosi della John Hopkins Bloomberg School of Public Health e della Chinese Academy of Sciences – è pubblicata nella rivista “The Lancet Planetary Health”.

Prima di questo lavoro, non esistevano studi specifici sulla combinazione tra aumento di CO2 e aumento delle temperature e il loro effetto sulla concentrazione di arsenico nel riso.

Come incide il cambiamento climatico

L’aumento più significativo dei livelli di arsenico si registra nel risone, l’alimento base per milioni di persone in Asia. Il risone è il riso allo stato grezzo che comprende anche lo strato più esterno (lolla), quindi prima della lavorazione.

Secondo i ricercatori della Columbia University, due sono i fattori che portano a concentrazioni più elevate di arsenico inorganico nel riso e quindi potrebbero aumentare i rischi potenziali per la salute delle popolazioni asiatiche entro il 2050: l’aumento delle temperature superiori a 2°C e quello dei livelli di anidride carbonica.

Secondo gli scienziati, è probabile che i livelli più elevati di arsenico dipendano dai cambiamenti legati al clima nella chimica del suolo che favoriscono l’arsenico. Di conseguenza è più facile che i chicchi di riso lo assorbano.

I rischi legati all’arsenico nel riso

Poiché il riso è un alimento base in molte parti del mondo, la presenza di arsenico nel riso potrebbe aumentare significativamente l’incidenza di malattie cardiovascolari, diabete, cancro e avere altri effetti negativi sulla salute.

Spiega Lewis Ziska, docente di Scienze della salute ambientale nella Columbia Mailman School: «Dal punto di vista della salute, gli effetti tossicologici dell’esposizione cronica all’arsenico sono ben accertati e comprendono tumori del polmone, della vescica e della pelle, nonché cardiopatia ischemica.

Ulteriori prove suggeriscono anche che l’esposizione all’arsenico può essere collegata al diabete, esiti avversi della gravidanza, problemi dello sviluppo neurologico e effetti sul sistema immunitario».

Le proiezioni al 2050

Usando il metodo FACE (Free-Air CO2 Enrichment) e tecniche di modellazione avanzate, i ricercatori hanno stimato le dosi di arsenico inorganico e i rischi per la salute per sette paesi asiatici – Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Myanmar, Filippine e Vietnam – e hanno calcolato i rischi per la salute per gli esiti tumorali e non tumorali.

Le proiezioni al 2050 prevedono un forte aumento dei casi di cancro, in particolare al polmone e alla vescica. La Cina dovrebbe registrare il maggior numero di casi di tumore: circa 13,4 milioni.

Urgente arginare l’esposizione all’arsenico

È possibile intervenire per arginare l’esposizione all’arsenico?

Secondo gli studiosi ci sono diverse azioni praticabili: la selezione delle piante per ridurre al minimo l’assorbimento di arsenico, una migliore gestione del suolo nelle risaie e migliori pratiche di lavorazione.

Oltre a tali misure, sarebbero utili iniziative di sanità pubblica che prevedano l’educazione dei consumatori e il monitoraggio dell’esposizione all’arsenico.

Al di là delle proiezioni, un dato è incontrovertibile: è urgente ridurre l’esposizione all’arsenico nel riso, soprattutto perché il cambiamento climatico continua a influenzare la sicurezza alimentare globale.

Leggi QUI la ricerca.

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