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Libro Bianco del Verde 2025: il verde nella città che cambia

Libro Bianco del Verde 2025: il verde nella città che cambia
Foto Confagricoltura

Verde e benessere

Il Libro Bianco del Verde, promosso da Confagricoltura, Assoverde e Kepos aps in collaborazione con il CREA, è giunto alla quarta edizione. Il tema di quest’anno è “Il verde nella città che cambia”.

La prima domanda che evoca questo titolo è quale sia la funzione del verde negli scenari urbani che stanno cambiando: città sempre più calde, anche a causa del cambiamento climatico.

Il 2024, è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale: per la prima volta la temperatura ha superato la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.

In Italia, in particolare, la temperatura media ha superato di oltre 3°C quella dei livelli pre-industriali.

Il verde rende le città più vivibili

Esiste una soluzione possibile per città meno bollenti? La risposta è nel verde e nella sua corretta gestione.

Il Libro Bianco del Verde raccoglie 73 contributi che comprendono testimonianze scientifiche, esperienze amministrative, casi di studio e buone pratiche, proposte e soluzioni operative a cura di 128 autori che appartengono ad ambiti disciplinari diversi.

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sottolinea che al centro di questi lavori c’è il valore del verde nella sua accezione più ampia: «Il verde, in cui rientrano anche le attività agricole, non è solo un’attività economica. Abbiamo una particolare sensibilità sui temi dell’ambiente e del sociale. La città deve guardare a modelli urbanistici dove il verde sia un luogo di incontro, di respiro, di relax.

In una logica di programmazione urbanistica, anche l’agricoltura diventa un luogo cardine della sostenibilità che inizia dal balcone e finisce nel parco, un polmone per ricaricare le batterie della città.

È importante la collaborazione con la ricerca per individuare strumenti che permettano alle imprese, ai cittadini e alle amministrazioni di trovare soluzioni sostenibili».

Il ruolo fondamentale della ricerca

La nuova concezione del verde urbano, quindi, non può prescindere dalla ricerca, come testimonia la presenza del CREA nelle riflessioni del Libro Bianco del Verde.

«Non pensiamo al verde urbano solo quando si creano problemi, pensiamo invece ai benefici che regala ai cittadini in termini di bellezza e soprattutto di miglioramento della vivibilità nelle città», afferma Andrea Rocchi, presidente del CREA.

È importante avvicinare i giovani alla ricerca nella filiera del verde, sostiene Rocchi, perché sono il nostro futuro e devono diventare gli attori principali. Raccontiamo allora la centralità del verde nelle nostre imprese e nelle nostre vite.

Gli obiettivi del Libro Bianco del Verde

Stefania Pisanti, segretario generale di Assoverde, ha elencato gli obiettivi del Libro Bianco del Verde:

  • sollecitare un cambiamento riportando il verde nelle città
  • stimolare un nuovo approccio culturale con proposte tecniche e soluzioni concrete
  • avviare un percorso attraverso iniziative e appuntamenti periodici
  • istituire un tavolo permanete per stimolare il confronto tra gli operatori e indirizzare la programmazione istituzionale
  • consolidare una rete tra operatori pubblici e privati.

Sfide delle città e ruolo del verde

Le città si trovano davanti a sfide complesse e tra loro interconnesse:

  • cambiamenti climatici
  • trasformazioni demografiche
  • economiche e sociali
  • innovazione tecnologica, nuove esigenze di salute della popolazione
  • mutamenti negli stili di vita, nei modelli di produzione del valore e nelle modalità di fruizione dello spazio urbano.

In questo contesto, il verde assume un ruolo multifunzionale e strategico nei sistemi di rigenerazione urbana che non devono prescindere da un’attenta pianificazione e gestione.

Verde e benessere psicofisico

Kepos, associazione di promozione sociale, promuove la cultura del verde nei cittadini. Nel concreto, i parchi della salute sono aree verdi che creano benefici alle persone, agli animali e all’ambiente. Un investimento nel verde non è un costo, diventerà un risparmio nel futuro – ad esempio della spesa sanitaria – e migliorerà la vita dei cittadini.

Infatti, le evidenze scientifiche sottolineano il ruolo protettivo del verde per la salute e il benessere psicofisico nel lungo termine: l’esposizione prolungata al verde previene l’uso di psicofarmaci e le diagnosi di patologie mentali.

Dieci proposte per valorizzare il verde urbano

La presentazione del Libro Bianco del Verde ha fatto emergere un decalogo di proposte per il governo e le amministrazioni locali, affinché la natura abbia un posto centrale nelle città:

  1. Rendere obbligatoria la redazione di un Piano del Verde cittadino con un approccio multidisciplinare e sinergico tra amministrazioni, associazioni di settore, imprese, professionisti, ricerca e cittadini.
  2. Favorire la pianificazione ecologica di lungo periodo del verde urbano, su scala sovracomunale ed intercomunale, anche attraverso le reti ecologiche multilivello e integrate che connettano città, aree rurali, boschi e parchi protetti.
  3. Incrementare gli spazi verdi con benefici per la biodiversità, per la vita sociale delle comunità urbane, per la mitigazione dei rischi naturali e dei disagi legati ai cambiamenti climatici e per la qualità dell’aria.
  4. Definire gli standard tecnici obbligatori per interventi urbanistici che considerino soglie minime di copertura arborea su base scientifica.
  5. Istituire un fondo nazionale a sostegno di progetti per la conoscenza, lo sviluppo e la gestione delle formazioni vegetali urbane.
  6. Stimolare la gestione digitale del verde urbano, orientata ai cittadini e ottimizzata, per migliorarne la comunicazione e la fruizione.
  7. Inserire gli investimenti per il verde urbano nei Piani regionali di prevenzione attraverso politiche sociali e sanitarie ad hoc.
  8. Adeguare la normativa nazionale in materia anche attraverso l’introduzione di indicatori misurabili.
  9. Privilegiare l’approccio multidisciplinare in ogni fase della pianificazione, progettazione e gestione, in modo da affrontare con una visione d’insieme tutti gli aspetti che riguardano la città.
  10. Intensificare le attività comunicative e educative verso molteplici target (scuole, PA, professionisti e imprese, media, pubblico generale, etc.) che permettano di mediare gli aspetti tecnici attraverso una narrazione empatica.

Investire nel verde, manca una normativa adeguata

Come sottolinea Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde: «Le riflessioni sulla centralità del verde come investimento nella salute delle persone vanno tradotte in normative adeguate perché le infrastrutture verdi siano correttamente pianificate, progettate e gestite in maniera che abbiano e diano un lungo futuro.

Questi dieci punti rappresentano una sfida per tutti, per le imprese del settore, per i cittadini e per le amministrazioni in maniera da mettere a frutto le competenze per le quali il nostro Paese eccelle nel mondo».

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.