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Come la produzione di cibo può salvare o condannare la biodiversità

La produzione di cibo influisce sulla sopravvivenza delle specie? Stando a quanto sostiene un gruppo di ricercatori britannici, ogni volta che mangiamo qualcosa generiamo un impatto sulle altre specie che vivono sulla Terra

Produzione di cibo e impatto sulla sopravvivenza delle specie
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Trasformare i sistemi alimentari per salvare la biodiversità

La produzione di cibo influisce sulla sopravvivenza delle specie? Stando a quanto sostiene un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge (Regno Unito), ogni volta che mangiamo qualcosa generiamo un impatto sulle altre specie che vivono sulla Terra.

Gli studiosi hanno individuato un sistema per calcolare la probabilità della scomparsa di ogni mammifero, uccello, anfibio e rettile nei prossimi 100 anni a livello globale. Considerando la produttività di terreno, è possibile capire l’impatto sulla biodiversità di ogni alimento per chilogrammo/anno.

La ricerca Food impacts on species extinction risks can vary by three orders of magnitude è pubblicata in “Nature Food”.

Tra 700 e 1.100 specie scompariranno nei prossimi cento anni

La metrica LIFE (Land-cover change Impacts on Future Extinctions) sviluppata dai ricercatori calcola in che modo i cambiamenti nell’uso del suolo, come la deforestazione o il ripristino degli habitat, potrebbero influire sul rischio di estinzione di 30.875 specie di vertebrati terrestri in tutto il mondo.

Tra le 700 e le 1.100 specie di vertebrati probabilmente si estingueranno nei prossimi 100 anni, se l’uso globale del suolo per la produzione di cibo non cambierà. Questa cifra non tiene conto della futura crescita della popolazione, ed è probabilmente una stima per difetto.

Non tutti gli alimenti sono uguali

Sembra un’affermazione decisamente allarmante, ma questo significa che non tutti gli alimenti sono uguali. È un’esortazione a mangiare con il cervello, ovvero a riflettere prima di mettere qualcosa nel piatto.

Ad esempio, afferma Thomas Ball, ricercatore post-dottorato nel Conservation Science Group del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge, «l’allevamento del bestiame per ottenere un chilo di carne bovina richiede un’enorme quantità di terra, che incide profondamente sull’habitat naturale.

In media, questo ha un impatto molto maggiore sulla sopravvivenza delle specie rispetto alla coltivazione di un chilo di proteine vegetali come fagioli o lenticchie».

La produzione di cibo ha alterato un terzo della superficie terrestre

Lo studio, quindi, sostiene che mangiare fagioli e lenticchie è 150 volte meglio per la biodiversità rispetto a mangiare carne bovina.

Negli ultimi sessant’anni, circa un terzo della superficie terrestre globale ha subito delle alterazioni a causa dell’agricoltura. Pertanto, fermare l’estinzione delle specie causata da questi danni agli ecosistemi è una questione fondamentale.

Ball non si limita solo a quello che mangiamo, ma anche alla sua provenienza. Ad esempio, la carne importata da paesi lontani aumenta l’impatto ambientale della nostra bistecca: quindi bisogna privilegiare carne da animali allevati localmente.

La fragile biodiversità delle regioni tropicali

Ma non si tratta solo della carne. Lo studio analizza anche i prodotti di uso quotidiano come banane, caffè, tè o cioccolato, che arrivano da regioni tropicali ricche di biodiversità. Qui la conversione dell’habitat naturale tropicale in terreni agricoli ha un impatto su molte più specie.

Andando ancora più in profondità, la stessa coltura alimentare coltivata in luoghi diversi può influire in modo diverso sul rischio di estinzione delle specie.

Il ripristino del territorio è importante, tuttavia i calcoli di LIFE mostrano che è ancora più importante preservare gli habitat naturali esistenti per proteggere la biodiversità. Questo può avere un impatto su scala globale maggiore rispetto al ripristino delle aree già danneggiate.

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