La leadership del biologico italiano va tutelata da un marchio

La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato la proposta di legge che prevede l’introduzione di un marchio per prodotti bio ottenuti interamente da materie prime italiane

biologico italiano
Foto di Jill Wellington da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Nel 2019 la superficie coltivata a biologico in Italia ha raggiunto il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) a livello nazionale. Un dato che pone il nostro Paese al di sopra sia della media dell’Unione Europea che dei singoli paesi comunitari. 

La pandemia, che costringe tutti a casa, da un lato ha messo in ginocchio tutto il settore HoReCa (alberghi, ristoranti e bar) dall’altro ha spinto i consumi domestici di alimenti biologici: i dati di Coldiretti parlano di una svolta alimentare green quantificata in 3,3 miliardi di euro. Anche per questo il via libera al ddl sul biologico è un importante passo avanti verso la tutela dei consumatori e del Made in Italy. La Commissione Agricoltura del Senato ha infatti approvato la proposta di legge che prevede l’introduzione di un marchio per il biologico italiano: il riconoscimento dei prodotti biologici ottenuti interamente da materie prime italiane potranno essere introdotti sul mercato con l’indicazione “biologico italiano”, come ha richiesto Coldiretti. Un passo importante per mettere un freno al proliferare delle imitazioni e delle truffe ai danni della qualità dell’agroalimentare italiano.

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Tra i punti chiave del disegno di legge è l’informazione sulla provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti biologici tramite una piattaforma digitale dedicata. Un altro punto importante che dovrebbe stringere le maglie della contraffazione del biologico italiano è un sistema di sanzioni efficaci e di controlli. Nel ddl, spiega inoltre Coldiretti, «si va a equiparare tutte le previsioni di agevolazione e sostegno al metodo dell’agricoltura biodinamica che contraddistingue imprese e prodotti in base a caratteristiche differenziate di sostenibilità».

Il riconoscimento del biologico italiano rafforza la nostra leadership: l’Italia è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole destinate a biologico. Gli operatori del settore sono arrivati a 80.643, con una crescita del 2%; le superfici coltivate a biologico sono quasi due milioni di ettari (+2%). L’aumento delle superfici a biologico si registra su tutto il territorio nazionale. Tuttavia il Sud è sul podio: 370mila ettari in Sicilia, 266mila in Puglia e 208mila in Calabria. Al Centro guida la classifica il Lazio (144mila ettari) seguito da Toscana (143mila) e Marche (104mila). La prima regione del Nord è l’Emilia Romagna (166mila ettari), alle sue spalle la Lombardia con 56mila ettari e il Piemonte (51mila).

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Fin qui le buone notizie. La crescita di consenso nei confronti del biologico ha determinato un’invasione di prodotti biologici provenienti da Paesi extra-UE con aumenti a due cifre per cereali, colture industriali e frutta fresca e secca. In questo quadro è quanto mai importante che il consumatore possa distinguere sullo scaffale il biologico Made in Italy. E che vengano effettuati accurati controlli su prodotti importati che si dichiarano biologici ma non rispettano gli standard di sicurezza europei.

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