Calano le vendite di prodotti biologici, è vera crisi?

In Europa si sta registrando un calo delle vendite dei prodotti biologici. Tra le cause principali c’è l’inflazione che erode la capacità di spesa delle persone di fronte a prodotti indubbiamente più cari. La situazione è meno preoccupante in Italia, ma si cresce meno del previsto

Image by Christine Sponchia from Pixabay

Cosa c’è dietro alla crisi del mercato bio

(Rinnovabili.it) – Le vendite di prodotti biologici sembrano manifestare una crisi piuttosto evidente, dovuta a diversi fattori contingenti. Ma è una crisi temporanea o strutturale? La flessione nelle vendite di prodotti biologici si sta registrando in diversi Paesi europei, e il fenomeno sta suscitando un certo allarme. È opportuno ricordare che il Green Deal europeo ha come obiettivo almeno il 25% dei terreni coltivati a biologico entro il 2030.

Leggi anche L’agricoltura biologica consuma meno energia

I problemi della Francia

In Francia, ad esempio, si parla di balzo all’indietro: a luglio le vendite di prodotti biologici sono scese sotto il 4%.

Tra le prime cause di questa crisi del mercato alimentare green c’è sicuramente l’inflazione, che erode la capacità di acquisto delle persone, e delle famiglie in particolare: chi ha meno possibilità di spesa non può più permettersi di comprare cibi che costano anche il 50% in più rispetto a quelli non biologici. Anche chi crede nel valore del biologico è costretto a far quadrare i conti del budget familiare.

Un volume d’affari che in un anno è sceso dell’1,3%; se poi guardiamo alla quantità, la diminuzione arriva al 10,9%.

Guardando il problema con una lente più ampia, si osserva che se da un lato il prezzo sale dall’altro l’assortimento che scende. È l’eterna legge della domanda e dell’offerta che nel caso delle vendite dei prodotti biologici crea una spirale negativa: se c’è poca domanda, anche di un prodotto di largo consumo, questo prodotto scompare dagli scaffali.

Gli aiuti sembrano insufficienti a sostenere il settore

La Francia ha avviato un piano di sostegno all’agricoltura biologica che ha avuto semaforo verde dall’UE: 60 milioni di euro di aiuti destinati a 60mila aziende agricole biologiche (14,2% del totale). Gli agricoltori, però, ritengono che il piano sia assolutamente insufficiente e sono convinti che il Paese non raggiungerà l’obiettivo del 18% di superficie coltivata a biologico nel 2027.

Fin dal 2017, l’associazione FNAB (Fédération Nationale d’Agriculture Biologique) considera indispensabile l’intervento statale e fa un appello alla mobilitazione generale: l’idea che le dinamiche del mercato fossero autosufficienti e non richiedessero aiuti pubblici per realizzare la transizione ecologica dell’agricoltura sta mostrando tutti i suoi limiti.

Leggi anche Cinque milioni di euro per le mense scolastiche biologiche

Lo scontento dei piccoli produttori in Germania

Non è che in Germania la situazione sia più rosea, e anche qui non si dà la colpa solo all’inflazione e ai prezzi alti del biologico. Lo scontento viene dai piccoli produttori, che si sono sentiti abbandonati dall’UE a favore delle grandi aziende agricole.

L’inevitabile rialzo dei prezzi, per niente concorrenziali, ha portato i consumatori a rinunciare ai prodotti biologici.

In Italia le vendite di prodotti biologici crescono meno del previsto

E in Italia? I dati Nomisma sulle vendite di prodotti biologici sembrano buone. L’export ha raggiunto i 3,4 miliardi di euro (+16% rispetto al 2021). Le famiglie italiane hanno consumato bio almeno una volta e i consumi sul mercato nazionale sono in crescita, trainati dalla componente extra-domestica (quella domestica è in lieve calo).

Se nel decennio 2012-2022 i consumi interni erano cresciuti del 132% e le esportazioni del 181% ci si sarebbe aspettati che il trend in crescita continuasse. Invece il ritmo della crescita si è rallentato, come conferma anche il report di Ismea che parla di «crescita modesta» a fronte di un diverso dinamismo dell’agroalimentare tradizionale, nonostante il freno tirato dall’inflazione.

Degno di riflessione il +14,2% sul 2021 registrato dalle vendite di prodotti biologici nei discount: c’è voglia di mangiare sano, ma il portafogli più vuoto cerca canali di vendita economici.

Articolo precedenteIl nuovo commissario UE per il clima non si è mai occupato di clima (ma ha lavorato per Shell)
Articolo successivoIl portale Ue per monitorare le prestazioni energetiche degli edifici si aggiorna

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!