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Cosa mettono gli italiani nel carrello della spesa?

La dettagliata analisi dell’Osservatorio Immagino descrive cosa sta cambiando nel carrello della spesa degli italiani. Il dato di sintesi mostra che l’inflazione colpisce tutti gli strati della popolazione, e maggiormente le fasce deboli. Una situazione in evoluzione a causa dello scenario economico-politico generale

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di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – È cambiato il valore nutrizionale del carrello della spesa degli italiani tra il 2021 e il 2022? Un’interessante ricerca elaborata dall’Osservatorio Immagino GS1 Italy parte dai dati presenti nelle tabelle nutrizionali poste sulle confezioni di 81.004 prodotti alimentari.

A grandi linee la tendenza generale si mantiene sui livelli dell’anno precedente, ovvero cala il consumo degli zuccheri mentre carboidrati e proteine rimangono stabili.

Nel 2022 aumenta il consumo di prodotti che contengono fibre e diminuisce quello dei grassi e dei grassi saturi.

La valutazione complessiva del carrello della spesa registra quindi una diminuzione dell’apporto calorico.

“Drogheria alimentare”

Aumento delle proteine e calo dei grassi sono presenti nella categoria “drogheria alimentare” (che comprende pasta, riso, condimenti, sughi, vegetali in scatola e prodotti da forno).

Il +1,7% delle proteine è dovuto al maggiore consumo di alimenti per sportivi, piadine, panettone, pandoro, riso specialità, merendine e frutta secca senza guscio.

La contrazione dei grassi (-1,2%) dipende dai minori consumi di olio extravergine d’oliva, olio di semi, biscotti tradizionali, olio d’oliva, frutta secca con guscio e latte uht.

La quota dei carboidrati è stabile, ma guardando ai soli zuccheri il trend rimane negativo (in calo le vendite di zucchero, biscotti tradizionali, latte uht e creme spalmabili dolci.

L’apporto delle fibre conferma i valori positivi, anche se leggermente inferiore al 2021 (+0,4% contro 1,4%).

“Fresco”, “freddo” e “bevande”

Carboidrati, zuccheri e fibre sono cresciuti nella categoria “fresco” (latte, yogurt, formaggi, salumi e uova). I macronutrienti più importanti restano le proteine (10,7 gr per 100 gr di prodotto) seguite dai grassi (9,2 gr).

La crescita dei carboidrati (+1,5%) è da imputare al maggior consumo di primi piatti pronti, dessert freschi, latte fermentato/kefir, pasta fresca ripiena, snack salati e piatti pronti vegetali.

In dettaglio, la maggior quota di fibre (+6,3%) dipende dall’aumentato consumo di primi piatti pronti classici e vegetali, pasta fresca ripiena, snack salati e sostituivi dello yogurt, mentre per gli zuccheri (+1,4%) ci sono dessert freschi, latte fermentato/kefir, uova di quaglia, succhi freschi e merendine dolci fresche.

La categoria “freddo” comprende surgelati vegetali, gelati, piatti pronti surgelati e surgelati di carne. Qui aumentano carboidrati (piatti pronti, carne e senza glutine) e grassi (piatti pronti surgelati, senza glutine e dolci/pasticceria surgelati), mentre calano proteine (minor consumo di pesce, frutta e pizza surgelati) e fibre (meno surgelati di frutta, gelati multi pack e pizze).

Infine la categoria “bevande” (acqua, aperitivi, alcolici, birra, vino e succhi di frutta) è quella che incide meno sull’apporto nutrizionale complessivo.

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Italians do it better

I prodotti alimentari italiani sono di gran lunga i preferiti: nel carrello della spesa fatta in supermercati e ipermercati è entrato l’1,3% di prodotti in più targati Italia.

L’analisi di Osservatorio Immagino ha considerato pittogrammi, claim e indicazioni geografiche registrate e tutelate dall’UE. Nell’arco di 12 mesi l’offerta è aumentata del 9,3% mentre la domanda è scesa dell’8,0%.

Il gruppo più rilevante è costituito da 14.413 prodotti che riportano la bandiera italiana sull’etichetta (+1,7%): offerta in crescita del 9,1% (latte uht, affettati e bevande a base di tè) e domanda in calo del 7,5%.

Al secondo posto per rilevanza 7.538 prodotti con la dicitura 100% italiano, che hanno realizzato +3,3% (+12,5% dell’offerta compensata da -9,2% della domanda). I preferiti in questo gruppo sono latte uht, biscotti tradizionali, pasta di semola, merendine, gelati multipack e affettati. In perdita birre alcoliche, mozzarelle e mascarpone.

La dicitura prodotto in Italia, presente su 6.569 prodotti, ha diminuito le vendite dell’1,8%. Il calo della domanda (-8,9%) è stato in parte bilanciato dall’aumento di prodotti con questo claim. Zucchero, pomodori, uva, affettati e verdura di quarta gamma sono cresciuti; in calo i vini Igp, Igt, Doc e Docg.

A livello regionale, Sardegna (+8,3%), Molise (+10,7%) e Liguria (+6,3%) hanno segnato le migliori performance. In calo Lazio (-10,0%), Friuli-Venezia Giulia (-10,6%), Basilicata (-8,8%), Campania (-5,2%), Abruzzo (-4,0%), Vale d’Aosta (-3,0%).

Meglio senza

Un discorso a parte merita il complesso universo del free from, ovvero i prodotti accomunati da scarsa presenza o assenza di alcuni componenti: pochi zuccheri, poche calorie, senza zucchero, senza olio di palma, senza grassi idrogenati, senza sale, senza aspartame, senza conservanti, senza OGM.

Il fenomeno dei prodotti “senza” ha modificato profondamente i consumi alimentari negli ultimi anni, e ha confermato il trend crescente anche nel periodo 2021-22.

Il paniere comprende più di 13mila referenze, ossia il 17,2% dei prodotti esaminati da Osservatorio Immagino. Il giro d’affari è ovviamente notevole: 7,4 miliardi di euro, quasi il 25% delle vendite di supermercati e ipermercati, con una crescita dell’1,4%.

Il claim storico è “senza conservanti” seguito da “senza olio di palma”. Vanno molto bene anche i claim “pochi grassi”, “pochi zuccheri” e “senza coloranti”. In aumento il giro d’affari dei prodotti “senza additivi”, “senza zuccheri aggiunti”, “senza glutammato”, “senza antibiotici”, “poche calorie” e “senza aspartame” (anche se riguarda pochi prodotti).

Stabili i prodotti “senza OGM”, quelli senza o a ridotto contenuto di “grassi saturi”, mentre calano quelli “senza grassi idrogenati”, “senza polifosfati” e “senza sale”.

Meglio con

Sul versante opposto si trovano i prodotti rich-in, ovvero quelli che hanno qualcosa i più: “con vitamine”, “ricco di fibre”, “con Omega 3”, “integrale”, “ricco di ferro”, “fonte di calcio”.

Anche il giro d’affari di questo carrello della spesa è importante: 4,1 miliardi di euro per i 9.832 prodotti esaminati dall’Osservatorio Immagino che indicano in etichetta l’apporto di alcuni nutrienti, dalle fibre ai fermenti lattici.

Rispetto all’anno precedente, le vendite sono aumentate del 2,8%. Si consolida una tendenza che interessa il 12,1% dei prodotti presenti sugli scaffali di supermercati e ipermercati e porta a 13,7% il complesso dei prodotti di questo paniere.

Il componente più gettonato è il claim “proteine”, che registra +8,4% (+18,4% dell’offerta compensata da -10,0% della domanda). “Fibre” cresce +2,7% su base annua; positivo anche il gruppo “vitamine” (+0,8%), “integrali” (+1,4%), “calcio” (+6,4%), “fermenti lattici” (+5,0%).

In calo sono invece i prodotti con i claim “Omega 3” (-1,5%), “ferro” (-3,9%) e “iodio” (-6,2%): in questi tre casi la flessione della domanda non è stata compensata dall’aumento dell’offerta, diversamente da “magnesio”, “potassio” e “zinco”.

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Intolleranze, veg, biologico & Co.

I prodotti che in etichetta fanno riferimento alle intolleranze alimentari sono sempre più gettonati, nonostante siano consumati molto spesso da persone che non sono intolleranti né allergiche. In questa fascia rientrano gli alimenti “senza glutine”, “senza lattosio”, “senza latte”, “senza lievito”, “senza uova”.

A questo gruppo appartiene il 13,1% dei prodotti esaminati: 4,4 miliardi di euro per il 14,9% del paniere.

Il claim più performante rimane il “senza glutine” sia per numero di prodotti (rappresenta il 10,5% del paniere intolleranze) che per valore delle vendite (3,1 miliardi di euro).

Nel panorama del gluten free ci sono anche i prodotti con il logo “senza glutine” rilasciato dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC).

Ottime performance anche per i claim “senza lattosio” e “senza latte”.

L’emergere dei claim più recenti “senza lievito” e “senza uova” testimonia il crescente successo dei prodotti contro le intolleranze.

Per il secondo anno consecutivo hanno una leggera contrazione le vendite di prodotti che fanno riferimento a precisi stili di vita che vanno dal “veg” (vegetariano e/o vegano, che resta la più importante, con un’incidenza del 6% sulle vendite) al “biologico”, passando per “halal” e “kosher”.

In tutti questi casi l’espansione dell’offerta non è riuscita a contrastare la contrazione della domanda, fatta eccezione per il paniere “kosher” (+0,2%) e per quello “halal” (+2,7%).

Il carrello sostenibile

Se durante la pandemia il focus era concentrato su salute e sicurezza, il post pandemia ha riacceso l’interesse per la sostenibilità: un tema sul quale le imprese continuano a investire per venire incontro alle esigenze dei consumatori e per essere in linea con una legislazione sempre più stringente. Parliamo di un paniere che interessa più di un terzo dei prodotti di supermercati e ipermercati.

Osservatorio Immagino fa notare che si tratta di sostenibilità a tutto tondo: dal prodotto al packaging, dalle condizioni dei lavoratori all’impatto della filiera.

Piacciono i prodotti riciclabili o con materiale riciclato, con meno plastica, biodegradabili, compostabili, senza fosfati, con almeno un ingrediente vegetale; le aziende dichiarano in etichetta il loro impegno per la riduzione dell’impatto ambientale e delle emissioni di CO2, come pure degli sprechi.

A questo proposito piacciono le certificazioni Ok-Compost, Ecolabel, Sustainable Cleaning e le confezioni in Mater-Bi.

La sostenibilità, quindi, è entrata a pieno titolo nel carrello della spesa, che si riempie di prodotti che recano in etichetta le certificazioni relative alla Corporate Social Responsibility e alla provenienza e sicurezza dei prodotti.

In sostanza, i consumatori vogliono sapere se le aziende rispettano i principi della sostenibilità ambientale e del lavoro.

Osservatorio Immagino ha evidenziato quattro aree. La bandiera del paese di origine è l’elemento distintivo più usato (14,3%), forse perché immediatamente riconoscibile, con una crescita annua dell’1,5%.

Il logo “EU Organic” compare nel 6,4% dei prodotti esaminati, con un calo di vendite del 3,4%. Il marchio europeo di conformità CE, che ha aumentato il giro di affari del 5,5% (va tuttavia rilevato che in questo marchio rientrano anche prodotti non alimentari, come termometri e test diagnostici).

In crescita il giro d’affari dei prodotti con il marchio FSC (Forest Stewardship Council), dovuto anche all’ampliamento dei prodotti offerti che vanno dal caffè macinato ai gelati in vaschetta, dal pesce surgelato alla pasta di semola fino ai fazzoletti di carta.

Friend of the Sea ha mantenuto un sostanziale equilibrio perché il calo di vendite del tonno e di altre conserve ittiche è stato compensato dall’aumento di cibo per gatti e piatti pronti.

Mi fa bene

Nel perimetro food cresce il numero di prodotti e ingredienti ritenuti benefici: +3,6%, dove la crescita dell’offerta (+11,6%) ha compensato il calo della domanda (-8,1%).

Best performer del gruppo è la mandorla, seguita da un mirtillo po’ in calo.

Crescono le vendite di cocco (ma cala l’acqua di cocco) e avocado, e tra i superfruit fanno il loro ingresso trionfale mango e anacardi

Trend negativo per le vendite di farine: si piazzano bene avena, farina di mais e farina di riso, ma si contraggono le vendite di farro, quinoa, kamut, germe di grano e olio di mais.

Tra i dolcificanti cala lo zucchero di canna (-6,8%) mentre conquista il carrello della spesa la stevia (+5,8%).

Non particolarmente brillante il mercato dei semi di zucca, sesamo, chia e canapa ad eccezione de semi di lino (best performer con + 16,8%). Altrettanto si può dire delle spezie: zenzero, curcuma e cannella sono i più menzionati in etichetta, ma le vendite sono in calo.

Tutti negativi i numeri dei superfood come goji, matcha, spirulina e açai.

Fra le nuove tendenze che vivacizzano il carrello della spesa si prevedono interessanti performance per burro d’arachidi, soia edamame, tahina e pappa reale.

Foto di Julia Zolotova su Unsplash

A qualcuno piace ruvido

Tutti i gusti son gusti, dice il vecchio adagio, e mai si rivela calzante come nel caso della consistenza dei prodotti: croccante, sottile, vellutato, cremoso, morbido, ruvido, ripieno, farcito.

Questo segna l’affermazione della tendenza esperienziale del cibo: le etiche non si limitano a informare ma cercano di stimolare emozioni e attirare l’attenzione dei consumatori.

Se “croccante” e “cremoso” hanno perso smalto, “tenero” mantiene il suo pubblico di affezionati, mentre “morbido” e “ripieno” si dimostrano più appealing.

Se “sottile” (specie per pizza surgelata e pasta fresca non ripiena) perde estimatori, “soffice” ne conquista (dolci natalizi e pasquali, merendine, pane per tramezzini).

Conquista spazio il claim “ruvido” a cui fa da contraltare “vellutato”, mentre vanno in crisi “farcito” e “fragrante”.

Il metodo di lavorazione dei prodotti alimentari sembra suscitare un interesse crescente da parte dei consumatori, specie se richiama la tradizione, l’artigianalità e la cura della produzione.  Un interesse a cui le imprese cercano di dare risposte più o meno soddisfacenti.

Nel paniere pasta il termine più presente sulle etichette è “trafilato”, generalmente al bronzo, che ha aumentato le vendite dell’11.4%. Per quanto riguarda l’olio il claim di tendenza è “estratto a freddo” (-3,2%), mentre la birra è meglio “non filtrata”, anche se ha segnato un calo del 10,2%.

La vendita dei prodotti “a lievitazione naturale” ha subito una leggera flessione mentre è migliorata quella dei prodotti definiti “lavorati a mano”.

Buone le performance dei claim “essiccazione”, riferito alla pasta di semola, “artigianale”, “non fritto” e “affumicatura”.

L’agricoltura e l’attrazione per la filiera

Dove la ricerca della sostenibilità è decisamente alta è nell’agricoltura.

Al claim “biologico” e al logo EU Organic sembrano preferiti i claim relativi alla “filiera”, che ha conquistato +8,3% delle vendite.

Il claim “senza OGM” continua a crescere (+0,1%), mentre “ingredienti 100% naturali” è il leggera flessione (-0,3%).

I prodotti “senza antibiotici” hanno guadagnato il 7,9% in un anno e riguardano specialità ittiche, pollo, volatili da cortile e conigli, e crescono le vendite dei prodotti certificati ICEA.

Per quanto riguarda la responsabilità sociale, i prodotti che hanno spinto il settore sono caffè macinato, gelati in vaschetta, pasta di semola e merendine. Le certificazioni più accreditate (non solo per prodotti alimentari) sono FSC (Forest Stewardship Council), Rainforest Alliance, PEFC, Fairtrade, mentre è in calo UTZ (-20,2%).

Non manca infine l’attenzione al benessere animale: cresce il mercato dei prodotti “cruelty free” e di quelli certificati ASC (Aquaculture Stewardship Council), MSC (Marine Stewardship Council), Friend of the Sea.

Riciclo quindi sono

Raramente le confezioni non riportano la riciclabilità delle confezioni, un’avvertenza apprezzata dai consumatori più attenti all’ambiente ma ormai – anche per merito delle raccolte differenziate – ritenuta complessivamente indispensabile.

Osservatorio Immagino rileva giustamente che la mancanza di queste informazioni non vuol dire che la confezione non sia riciclabile: ad esempio, il vetro è riciclabile al 100%.

Per avere un quadro generale del riciclo, nell’85% dei prodotti analizzati la confezione è totalmente (4,9%) o largamente (82,3%) riciclabile. In calo costante i packaging non riciclabili (3,5% del totale).

Il comparto più virtuoso è quello dei surgelati (il 64,8% fornisce informazioni sul riciclo), seguito da ortofrutta (53,2%), fresco (47,5%), drogheria (47,4%), carni (37,2%) e ittico (33,6%).

Nettamente più bassa la percentuale di informazioni sul riciclo per i prodotti non food.

Ma quanto mi costi?

Non torniamo qui sulle tante cause che hanno determinato la permacrisis, il neologismo che sintetizza l’attuale situazione di incertezza e difficoltà diffuse.

In estrema sintesi, si evidenzia una crescente attenzione a quello che si mette nel carrello della spesa: si guarda di più ai prezzi, alla convenienza e alle offerte. In alcuni casi si cercano prodotti in fasce di prezzo più basse a si rinuncia all’acquisto.

Il mercato tiene ancora abbastanza bene, ma si stanno manifestando gli effetti della crisi a partire dalle fasce più basse; reggono le vendite dei prodotti della fascia alta, sostenuti da una variazione minima dei prezzi e dall’aumento dei volumi. Nelle fasce media e bassa invece i consumatori hanno comprato meno per fronteggiare l’aumento più consistente dei prezzi.

Pur con le opportune differenze, i panieri più “particolari” (free from, rich-in) sono quelli con i prezzi più alti mentre i prodotti base sono rimasti più “accessibili”. Resta il fatto che spesso, anziché rinunciare a un determinato prodotto, si preferisce cercarlo nella fascia di prezzo più bassa.

Un ultimo accenno va fatto ai claim della convenienza (conveniente, risparmio, 3×2, maxi formato, formato scorta, maxi pack) per prodotti rivolti soprattutto a famiglie con figli e con reddito medio-basso.

Se da un lato i produttori hanno inserito più prodotti che trasmettono l’idea della convenienza, dall’altro la risposta dei consumatori è stata debole.

A conclusione della puntuale analisi di Osservatorio Immagino emerge che l’inflazione crescente colpisce tutte le fasce di reddito, ma incide maggiormente su quelle più deboli e la situazione è in evoluzione. Speriamo che nel prossimo rapporto si evidenzi una situazione migliore.

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Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.