L’azione positiva dell’ortoterapia nei casi di anoressia

Una ricerca italiana ha studiato gli effetti dell’ortoterapia affiancata alle terapie convenzionali nei casi di anoressia restrittiva. Si sono registrati miglioramenti significativi nei livelli di stress, disagio corporeo, insicurezza interpersonale e nei problemi affettivi

Image by Nile from Pixabay

(Rinnovabili.it) – L’ortoterapia ha un effetto positivo nei pazienti affetti da anoressia. È il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Pisa), della Fondazione IRCCS Stella Maris e della Clinica riabilitativa dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Gli orti di Ada” (Pisa).

Lo studio Horticultural therapy may reduce psychological and physiological stress in adolescents with anorexia nervosa: a pilot study è stato pubblicato dalla rivista scientifica “Nutrients”.

Anoressia e adolescenza

L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che porta a rifiutare il cibo per paura di ingrassare e ad avere un’immagine alterata del proprio corpo, percepito come grasso anche se in condizioni di magrezza estrema.

Le complicanze mediche dovute a questo stato di denutrizione sono aggravate da una rilevante componente di comorbilità fisica che causa il più alto tasso di mortalità nell’ambito dei disturbi mentali.

L’anoressia restrittiva si distingue per l’alimentazione ipocalorica, il rigido controllo alimentare e l’attività fisica eccessiva.

L’85% dei casi si manifesta entro i 20 anni, quasi tutti prima dei 25 anni; il 40% dei nuovi casi è nella fascia di età 15-19 anni, anche se negli ultimi anni le nuove diagnosi avvengono anche sotto i 12 anni.

L’ortoterapia come terapia riabilitativa complementare

La terapia del verde e l’ortoterapia sono considerate terapie riabilitative complementari naturali applicate con successo in pazienti psichiatrici e non psichiatrici adulti.

L’obiettivo principale dello studio è valutare l’impatto dell’ortoterapia in aggiunta al trattamento clinico convenzionale su un campione (con Indice di Massa Corporea inferiore a 16) di sei ragazze adolescenti con anoressia restrittiva rispetto a sei pazienti con la medesima diagnosi ma sottoposti al solo trattamento clinico convenzionale.

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Gli altri obiettivi sono valutare la variazione di stress attraverso la misurazione di frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca, conduttanza cutanea e termografia facciale, ed esplorare la funzione olfattiva e la sua variabilità in risposta a stimoli odorosi sia per composti commestibili che non commestibili.

L’ortoterapia si è svolta in 24 sessioni effettuate due volte a settimana per 12 settimane; ogni sessione di 45 minuti si è focalizzata su sei specie vegetali diverse per colori, odori e forme.

Miglioramenti significativi

Prima di iniziare lo studio, è stata eseguita una valutazione psichiatrica delle pazienti; durante lo studio hanno indossato una fascia toracica che ha registrato frequenza e variabilità cardiaca, e sono state registrate conduttanza cutanea e mappatura termica del viso. Inoltre, è stato somministrato un test di identificazione olfattiva sia per valutare la sensorialità olfattiva che per valutare lo stress indotto.

Al termine dell’indagine, solo il gruppo sottoposto all’ortoterapia ha mostrato un miglioramento dei livelli di risposta allo stress, misurati dai parametri biologici.

Anche il livello di disagio corporeo, l’insicurezza interpersonale e i problemi affettivi hanno mostrato un miglioramento significativo.

Coltivando le piante i pazienti imparano a prendersi cura di altre forme di vita e si abituano a tempi di attesa non sempre prevedibili: i ritmi di crescita delle piante richiedono pazienza, attesa, tolleranza e sono al di fuori del controllo del soggetto.

Nonostante il numero ridotto del campione, i ricercatori ritengono che l’ortoterapia crei il contesto ideale per lo sviluppo e il recupero di atteggiamenti emotivi compromessi dall’anoressia.

Pertanto ritengono utile affiancarla ai trattamenti clinici convenzionali degli adolescenti con diagnosi di anoressia restrittiva.

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