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Torna l’allarme per l’influenza aviaria

La nuova rapida diffusione del virus ha portato all’abbattimento di centinaia di migliaia di animali infetti. Colpite soprattutto l'Europa, l'India e il Giappone

influenza aviaria
Foto di Bohdan Chreptak da Pixabay

(Rinnovabili.it) – L’influenza aviaria è una malattia causata da virus che si trovano naturalmente tra gli uccelli acquatici selvatici di tutto il mondo e possono infettare il pollame domestico e altre specie di uccelli e animali. I virus dell’influenza aviaria normalmente non infettano gli esseri umani, anche se raramente si sono verificati alcuni casi dovuti principalmente al contatto con animali infetti o con superfici contaminate dagli escrementi di uccelli infetti. Difficile invece il contagio da uomo a uomo.

In alcuni Paesi asiatici l’allerta è altissima. Nell’ultimo anno, nello Stato del Kerala (India meridionale) sono morte più di 1.500 oche in un allevamento, e le autorità hanno ordinato la soppressione di 40 mila esemplari tra oche, anatre e galline. Esistono diversi ceppi di aviaria, il più comune è il virus H5N1. Quello che ha contagiato diversi Stati dell’India è il ceppo H5N8: si ipotizza che l’epidemia sia da attribuire all’arrivo di uccelli migratori che arrivano nei mesi invernali. Pochi sanno che nel Kerala viene prodotto il paté d’oca: l’abbattimento degli animali e la distruzione delle loro uova ha quindi anche un impatto importante sulla fragile economia locale.

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Particolarmente colpito anche il Giappone, dove sono stati abbattuti centinaia di migliaia di polli dopo che sono stati rilevati casi di influenza aviaria negli allevamenti. Le misure da adottare consistono nel ripulire le aree contaminate eliminando gli uccelli morti e disinfettando le aree colpite. Anche in Cina sono stati segnalati focolai di aviaria negli allevamenti di polli che hanno portato a migliaia di abbattimenti.

La rotta delle migrazioni comprende anche l’Europa, dove già da ottobre 2020 l’EFSA (European Food Safety Authority) aveva segnalato la rapida diffusione del virus. Sono già stati registrati numerosi casi in Inghilterra dove, dopo aver abbattuto numerosi cigni, ora tocca ad anatre e oche. Lo stesso si sta verificando in Francia, dove da novembre scorso sono considerati ad alto rischio 45 dipartimenti: sono già state abbattute 100.000 anatre all’interno di focolai identificati, per l’abbattimento preventivo sono stati eliminati 104.000 esemplari e altri 400.000 lo saranno a breve. A gennaio la Francia ha confermato la presenza di 61 focolai di virus H5N8: la situazione è particolarmente grave (48 focolai) nel dipartimento delle Landes dove è presente una zona di riproduzione delle anatre utilizzate nell’industria del foie gras. In Olanda sono stati abbattuti 190.000 polli contagiati in due allevamenti, successivamente sanificati. Altri casi sono stati segnalati in Danimarca, Belgio, Gran Bretagna e Russia.

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Coldiretti tranquillizza i consumatori: l’Italia è autosufficiente nel settore avicolo. Per evitare gli allarmismi che in passato hanno causato danni enormi alle imprese del settore, precisa inoltre che una legislazione all’avanguardia impone l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta.