Il valore dell’agroalimentare è quasi un quarto del Pil italiano

L’agroalimentare italiano, simbolo di qualità e sicurezza, si conferma un settore trainante dell’economia. Un valore che corrisponde a circa un quarto del Pil nazionale ed è fondamentale sul fronte dell’occupazione e dell’export. Senza dimenticare il posto occupato dal biologico, di cui l’Italia è leader in Europa

valore dell'agroalimentare
Foto di jacqueline macou da Pixabay

Il valore dell’agroalimentare per l’economia e l’occupazione nazionale

(Rinnovabili.it) – Buone notizie dall’agroalimentare, che si conferma settore trainante dell’economia italiana. Nel 2022 si è confermato prima ricchezza per un valore di 580 miliardi di euro.

E pensare che le difficoltà non sono mancate a questo settore produttivo che si è trovato a fronteggiare la pandemia, una crisi climatica sempre più aggressiva e l’impennata dei prezzi dell’energia conseguente alla guerra in Ucraina.

Il valore dell’agroalimentare si conferma tale anche dal punto di vista dell’occupazione: dalla produzione, alla trasformazione alla vendita il settore impegna 4 milioni di persone in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

La rete di produzione e distribuzione agroalimentare, che copre tutto il territorio nazionale, non ha mai mancato di rifornire le persone nemmeno nei periodi più critici, come quello della pandemia. Anche le esportazioni vanno a gonfie vele. L’analisi di Coldiretti su dati Istat parla di un +15% di esportazioni di prodotti alimentari nei primi due mesi del 2023. Numeri che fanno pensare a un trend in crescita anche rispetto al 2022, anno in cui l’export agroalimentare ha fatto registrare il record di 60,7 miliardi di euro.

L’agroalimentare italiano piace perché è buono, ma anche per i suoi alti standard di qualità e di sicurezza. I Paesi che quest’anno hanno mostrato il maggiore interesse per i prodotti italiani sono la Francia (+24%), la Germania (+19%), gli Stati Uniti (+15%) e la Gran Bretagna (+12%, nonostante la Brexit).

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Italia leader nel biologico

Il settore, inoltre, è trainato dalla sostenibilità delle produzioni. È opportuno ricordare che l’Italia ha la leadership europea del biologico.

L’agroalimentare green occupa 80mila addetti, ha il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (319), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali. Anche la rete di Campagna Amica, i mercati di vendita diretta degli agricoltori, garantisce la freschezza e la sostenibilità di una produzione diversificata di frutta e verdura lungo tutta la penisola.

Considerando il suo valore per l’economia e l’occupazione, l’agroalimentare ha bisogno di incentivi che ne sostengano il rilancio. Innanzitutto, servono provvedimenti per ridurre la nostra dipendenza dall’estero e garantire il giusto prezzo agli agricoltori, che si traduce in una garanzia anche per i consumatori.

A tal fine, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, evidenzia la necessità di «raddoppiare le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa».

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