Artico libero dal petrolio: Shell, Eni e le altre se ne vanno

Costa troppo estrarre il petrolio dai fondali dell’Artico. Le grandi compagnie abbandonano l’80% delle concessioni avute nel 2008

Artico libero dal petrolio Shell Eni e le altre se ne vanno

 

(Rinnovabili.it) – Le grandi compagnie del petrolio abbandonano i mari dell’Artico. La Ong Oeana ha scoperto, tramite una richiesta di accesso agli atti, che Shell, Conoco Phillips, Eni e Iona Energy hanno rinunciato a sfruttare 350 concessioni rilasciate dai governi per le trivellazioni in quella fragile area di mondo.

Ne è rimasta una nel mare di Chuckchi, di proprietà della Shell, e una manciata in quello di Beaufort. In totale, la società ha speso 2,1 miliardi di dollari dal 2008, quando si è aggiudicata i contratti di locazione. In quell’anno, più di 480 concessioni per circa 1,1 milioni di ettari sono state vendute nel Mare di Chukchi. Dopo le rinunce di questi giorni, ne rimarranno attive meno di 100, che coprono circa il 20% della superficie precedentemente data in affitto.

 

Artico libero dal petrolio Shell Eni e le altre se ne vanno 2La ragione della fuga è che oggi, con i prezzi del petrolio ai minimi da tempo, la trivellazione in quegli ambienti non è più economicamente sostenibile. Secondo le stime della U.S. Geological Survey, sotto i fondali dell’Artico vi sarebbero riserve recuperabili di petrolio convenzionale pari a 26 miliardi di barili, che rimarranno dove sono finché non converrà estrarli.

In misura minore, ma non del tutto trascurabile, avrebbe contribuito la pressione da parte di decine di legislatori statunitensi, democratici e repubblicani, per istituire un divieto di perforazioni in Artico a partire dal prossimo piano quinquennale di rilascio dei permessi, che copre il periodo 2017-2022.

L’area è notoriamente esposta a forti rischi climatici, dal momento che l’aumento della temperatura globale incide sullo scioglimento dei ghiacci e sulla vita di balene, orsi polari e foche.

 

Una nuova spinta all’aumento del livello di protezione dell’Artico potrebbe venire dall’incontro che domani Obama ha fissato alla Casa Bianca con i leader di Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia e Norvegia. Si parlerà di sicurezza globale, commercio, ma anche cambiamento climatico.

Nel mese di marzo, infatti, il ghiaccio marino al Nord ha raggiunto la sua massima estensione, ma essa si è rivelata la più bassa di sempre. Nello stesso mese, alcune parti dell’Artico hanno registrato temperature di oltre 4 °C superiori alla media storica. In aprile, la copertura nevosa dell’emisfero Nord ha segnato un altro record negativo in quest’area che si sta riscaldando a tassi doppi o tripli rispetto al resto del mondo.

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