ETS: niente proroghe da parte della Commissione UE

Nonostante l’esecutivo UE comprenda le difficoltà delle aziende, non intende concedere la proroga, affidando ai singoli governi la possibilità di fare una “stima prudente” delle emissioni dei ritardatari.

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Credits: digieye da 123rf.com

La scadenza per la presentazione delle relazioni annuali ETS è confermata al 31 marzo

(Rinnovabili.it) – Questa settimana, la Commissione Europea ha riconosciuto che l’emergenza coronavirus potrebbe rendere difficile per le aziende presentare entro la fine di marzo le relazioni annuali sulle emissioni secondo le regole dell’ETS (sistema di scambio di quote di emissioni). Ogni anno, infatti, l’industria, i servizi pubblici e le compagnie aeree europee devono prima dichiarare entro il 31 marzo le emissioni riguardanti l’anno precedente e, dopo, presentare entro il 30 aprile i permessi di carbonio per “coprire” le emissioni.

Nonostante molte aziende e gruppi industriali abbiano esplicitamente richiesto una proroga sull’ETS a causa della pandemia, e nonostante lo stesso esecutivo europeo abbia compreso le loro difficoltà, la scelta della Commissione è stata quella di non concedere un’esenzione, ma di permettere alle singole autorità nazionali di fare una “stima prudente” delle emissioni per quelle società che non dovessero rispettare la scadenza di marzo, purché ciò avvenga in tempo per la scadenza di aprile.

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Il ritardo di alcune lobby industriali è dovuto alla difficoltà di reperire il personale in grado di effettuare dei controlli più accurati, tali che le emissioni dichiarate corrispondano alla produzione effettiva. Le aziende che hanno procrastinato fino all’ultimo le scadenze del mercato del carbonio, infatti, ora si ritrovano in difficoltà a causa della sospensione delle loro attività e, soprattutto, dell’impossibilità di fare controlli in loco.

Tra i più insistenti nel pretendere il rinvio della scadenza del 31 marzo sono soprattutto l’Associazione europea dei produttori di cemento e l’Associazione europea dell’acciaio. Tuttavia, la Commissione ha affermato che le norme dell’ETS consentono di controllare le emissioni senza dover necessariamente effettuare visite sul posto. La posizione dell’esecutivo UE è inoltre appoggiata dai gruppi verdi dell’europarlamento, che hanno affermato che un prolungato ritardo nei termini di conformità avrebbe sconvolto il mercato del carbonio.

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Il meccanismo dell’ETS, infatti, è molto delicato. Il sistema utilizza i dati sulle emissioni annuali delle imprese per stabilire quante autorizzazioni in eccesso sono presenti. Un meccanismo di stabilizzazione (MSR, market stability reserve) rimuove una parte di questi permessi per evitare un eccesso di offerta, che potrebbe ridurre il prezzo del carbonio. Se il MSR non fosse in grado di stabilizzare il mercato, causerebbe infatti una grande incertezza normativa.

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