Ossido di diazoto, il gas serra che manda in fumo l’accordo di Parigi

Gli allevamenti intensivi contribuiscono alle emissioni di ossido di diazoto, un gas serra che ha un potere climalterante 310 volte più alto della CO2.

Gas serra
Credits: Couleur da Pixabay

All’attuale tasso di emissione di questo gas serra, la Terra veleggia verso i +3°C

(Rinnovabili.it) – E’ cresciuto dell’1,4% solo in questa parte di 2020. Ben più di quanto avesse previsto il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU (IPCC). Pessima notizia, visto che il suo potere climalterante è 310 volte più alto di quello dell’anidride carbonica. E’ l’identikit dell’ossido di diazoto (N2O), un gas serra la cui presenza in atmosfera oltre i suoi livelli naturali è associata ad un ricorso eccessivo ai fertilizzanti chimici, e quindi all’agricoltura intensiva. La cui produttività è spinta verso l’alto a causa della crescita della domanda di foraggi per animali, trainata a sua volta dal consumo di carne.

L’associazione tra livelli di N2O e pratiche agricole e di allevamento – cioè cause tutte antropiche – è stata stabilita da un team di ricercatori guidati da Hanqin Tian dell’Università di Auburn in un articolo scientifico appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature.

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“Il vettore dominante dell’incremento dell’ossido di diazoto viene dall’agricoltura, e a crescente domanda di cibo e di mangime per animali farà aumentare ulteriormente le emissioni globali di N2O. C’è un conflitto tra il modo in cui stiamo nutrendo le persone e la stabilizzazione del clima”, ha commentato Tian in un’intervista rilasciata al Guardian.

Al tasso attuale di emissioni di questo gas serra, calcolano i ricercatori, la Terra è incamminata verso uno scenario in cui il riscaldamento globale veleggia verso i +3°C. Da dove proviene esattamente tutto questo N2O? Per due terzi dai fertilizzanti artificiali. Ma la quantità varia a seconda di come questi sono impiegati. In particolare, sottolinea lo studio, le emissioni crescono più i fertilizzanti sono impiegati su terreni molto umidi, dove c’è meno ossigeno. Per rimediare almeno in parte, quindi, basterebbe semplicemente cambiare modo di utilizzo dei fertilizzanti. Non è la soluzione definitiva, però, che può arrivare solo da politiche ad hoc.

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Lo studio analizza come vengono usati i fertilizzanti paese per paese. Nella lista degli Stati meno virtuosi figurano Brasile, Cina e India. I loro picchi di emissioni dipendono soprattutto dall’impennata di allevamenti intensivi e di coltivazione di cereali. L’Europa è invece l’unica regione al mondo dove le emissioni di questo gas serra sono calate. Il motivo? Regolamenti comunitari sulle industrie, in particolare quella del nylon. Le emissioni di ossido di diazoto legate all’agricoltura sono anch’esse in flessione, ma di poco. Merito, probabilmente, di alcune politiche mirate adottate da alcuni paesi UE.

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