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Secca del Po, è ancora allarme: la pioggia di maggio non è bastata

Nella scala di allarme, la siccità resta a 4 su 6 con una tendenza al peggioramento a breve. Le piogge di maggio sono state bilanciate da temperature di 2-3°C sopra la media, con numerosi picchi eccezionali

Disastri climatici: alluvioni e siccità costano 225 mld alla finanza globale
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

La nota dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po

(Rinnovabili.it) – Lo scenario di severità idrica nel bacino del Po resta grave. Anche se le piogge di maggio hanno portato un po’ di ristoro, la situazione di secca del Po è tutt’altro che superata. Nella scala di allarme dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po siamo a 4 su 6 (gravità “media” con precipitazioni), mentre la tendenza è al peggioramento (5 su 6, ovvero gravità “media” ma senza piogge).

“Il contesto idrico del bacino del fiume migliora sensibilmente i suoi indicatori in virtù delle precipitazioni di inizio mese di Maggio, ma la miglioria sarà molto probabilmente di breve durata visto che gli indici di valle restano già ora molto scarsi e le registrazioni sui livelli idrici effettuati nelle singole stazioni di monitoraggio confermano purtroppo una siccità ancora grave lungo tutta l’asta del Grande Fiume”, scrive l’ente.

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Anche le precipitazioni di metà primavera, infatti, hanno cambiato poco i valori di portata. Il deficit di portata rimane estremo in tutte le sezioni di misura, scrive l’Autorità, aggiungendo che una situazione analoga vale anche per gli affluenti: “dopo i primi giorni di Maggio le portate sono in decisa decrescita nell’area Appenninica, mentre in quella Alpina il deflusso è in parte sostenuto dalla fusione dalle nevi restanti”.

D’altronde le piogge sono state comunque inferiori alle medie del periodo, con anomalie anche molto marcate. Tutto questo mentre le temperature nella seconda metà di maggio sono state di 2-3°C sopra la media. In diminuzione anche i livelli delle falde in tutto il bacino, così come molto bassa è stata la produzione di energia idroelettrica. L’unica nota positiva arriva dai laghi, che hanno livelli di riempimento in crescita. Il lago Maggiore ha raggiunto il 41%, il lago di Como il 63,5%, il lago d’Iseo il 77,9%.

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“E’ importante rilasciare quando possibile risorsa idrica per mantenere le derivazioni dal Po a beneficio della maturazione delle colture stagionali e dell’habitat lungo l’alveo e nei rami secondari”, sottolinea il segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po, Meuccio Berselli.