Lo squilibrio energetico terrestre è più che raddoppiato negli ultimi due decenni.

Il calore intrappolato dalla Terra è molto di più rispetto a quanto avevano previsto i modelli climatici e il tasso attraverso cui tale calore viene immagazzinato è raddoppiato negli ultimi 20 anni. Un modo utile a misurare il riscaldamento globale è considerare appunto il bilancio energetico terrestre, vale a dire valutare quanto calore entra nell’atmosfera e quanto ne esce. Adesso questo bilancio è completamente squilibrato.
Una nuova ricerca pubblicata sul giornale scientifico AGU Advances e ripresa dal sito Phys.org ha dimostrato che lo squilibrio energetico terrestre è più che raddoppiato negli ultimi due decenni. Inoltre, tale squilibrio era stato sottostimato dai modelli climatici.
Più calore intrappolato dalla Terra
Il riscaldamento globale è dovuto alle emissioni di gas serra causate dalle attività umane, tali attività sono capaci di alterare il delicato equilibrio tra il calore dei raggi in arrivo dal Sole e le radiazioni riflesse ed emesse dalla Terra. Lo squilibrio di tale processo porta all’accumulo di energia nell’atmosfera, nell’oceano e sulla Terra e allo scioglimento della criosfera, ossia l’insieme dei ghiacci presenti sul nostro pianeta. Le dirette conseguenze di tutto questo sono: aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari ed eventi meteorologici estremi in tutto il mondo.
La grande rilevanza del bilancio energetico terrestre per la regolazione della temperatura superficiale è nota da almeno due secoli, ciononostante la nostra capacità di valutare tale squilibrio risulta in pericolo perché molti satelliti potrebbero essere smantellati.
Uno shock per gli scienziati
A metà degli anni 2000, lo squilibrio energetico registrato era stato in media di circa 0,6 watt per metro quadrato (W/m²). Negli ultimi anni, invece, la media è stata di circa 1,3 W/m². Significa che il tasso attraverso cui l’energia viene accumulata vicino alla superficie del pianeta è raddoppiato. Constatare questo raddoppio è stato come uno shock per gli scienziati, perché i sofisticati modelli climatici a nostra disposizione non avevano previsto un cambiamento così ampio e rapido.
Anche un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica Science aveva dimostrato che lo squilibrio energetico terrestre si è rafforzato tra il 2001 e il 2023, grazie ai dati raccolti dai satelliti. Lo studio aveva anche rivelato che i modelli a bassa sensibilità climatica non riescono a cogliere l’andamento di tale squilibrio. In generale, i modelli avevano spiegato metà del cambiamento che invece starebbe avvenendo.
La scoperta indica che il cambiamento climatico potrebbe addirittura accelerare nei prossimi anni. Ancor peggio, la nostra capacità di agire per contrastare il riscaldamento globale potrebbe essere compromessa a causa della mancanza di fondi e di volontà politica necessarie a mantenere in funzione gli strumenti di rilevamento, come i satelliti, soprattutto da parte degli Stati Uniti.
Tagli al dipartimento science della NASA
La proposta di budget del governo statunitense per l‘anno fiscale 2026 (che negli Stati Uniti inizia ad ottobre 2025) taglia nettamente i fondi alla categoria science, deputata tra le altre cose allo studio del cambiamento climatico. Diversi satelliti della NASA, che forniscono l’immagine ad altissima risoluzione dello squilibrio energetico terrestre, stanno per terminare la loro vita operativa e potrebbero non essere sostituiti. Per volere di Trump, il dipartimento science della NASA potrebbe subire un taglio del 52% rispetto all’ultimo anno fiscale dell’era Biden. Ad ogni modo, la proposta non ha ancora avuto l’approvazione del Congresso ma è probabile che la maggioranza repubblicana segua il volere del Presidente.
QUI lo studio pubblicato su AGU Advances.