L'Italia fa meglio della media europea (-11,4%), seconda solo alla Germania. I dati ufficiali dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) sul 2023

Nel 2023 le emissioni gas serra UE hanno registrato una riduzione record: -8,9% rispetto al 2022. Un calo di 285 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq) che porta il totale delle emissioni nette dell’UE (incluse le emissioni e assorbimenti da uso del suolo e foreste – LULUCF) a 2.908 Mt CO2eq. Si tratta della diminuzione relativa annua più marcata degli ultimi 33 anni. L’Italia ha fatto meglio della media europea, realizzando il 2° calo più consistente (-11,4%) dopo quello della Germania – ma anche per la contrazione della produzione industriale. È quanto emerge dal bilancio ufficiale pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) il 15 aprile.
Cosa raccontano davvero questi numeri? La transizione energetica europea sta accelerando o si tratta di un effetto congiunturale?
Emissioni gas serra UE: numeri chiave del 2023
Rispetto al 1990, l’UE ha ridotto le sue emissioni nette del 37% (-1.728 Mt CO2eq), pur registrando una crescita del PIL del 70% nello stesso periodo. Un decoupling strutturale tra crescita economica e intensità emissiva che conferma, almeno nei numeri, il potenziale della transizione energetica.
Nel solo 2023:
- le emissioni totali sono scese da 3.193 a 2.908 MtCO2eq (-8,9%);
- il settore energetico è stato il principale driver del calo, in particolare la produzione pubblica di elettricità e calore (-22%);
- il settore della generazione elettrica ha visto il maggior calo annuo dal 1990 a oggi.
Il ruolo della transizione energetica
Il taglio delle emissioni è avvenuto in un contesto di calo generale dei consumi energetici nell’UE, ma anche grazie a un’accelerazione delle rinnovabili. Secondo Eurostat, nel 2023 è aumentato sensibilmente l’uso di energia da fonti idroelettriche, eoliche e solari.
Il mix elettrico dell’UE ha visto una decisa contrazione dell’uso di carbone e gas fossile, a vantaggio delle fonti rinnovabili. Il calo di carbone e gas, infatti, è stato responsabile di una fetta consistente delle emissioni evitate. Quelle generate dal carbone sono calate del 25% anno su anno, quelle del gas dell’11%.
Emissioni settoriali: 33 anni di transizione
Dal 1990 al 2023, le riduzioni maggiori di emissioni gas serra UE si sono registrate in:
- produzione di elettricità e calore (-53%);
- industrie manifatturiere e costruzioni (-46%);
- combustione residenziale;
- siderurgia.
Viceversa, alcuni comparti mostrano ancora trend negativi:
- trasporti, refrigerazione e condizionamento hanno visto un aumento delle emissioni, dovuto a una crescita della domanda superiore ai miglioramenti tecnologici;
- il settore LULUCF (foreste e uso del suolo) ha peggiorato il proprio contributo netto alla rimozione di CO2, a causa dell’invecchiamento delle foreste, aumento dei prelievi e impatti climatici.
Vediamo nel dettaglio i dati sull’andamento delle emissioni gas serra UE per settore nel periodo 1990–2023:
Settore | Emissioni 1990 (Mt CO2eq) | Emissioni 2023 (Mt CO2eq) | Variazione assoluta | Variazione % |
Energia | 3.740 | 2.364 | -1.376 | -36,8% |
Processi industriali | 450 | 265 | -185 | -41,1% |
Agricoltura | 490 | 365 | -125 | -25,5% |
Rifiuti | 185 | 109 | -76 | -41,1% |
LULUCF (assorbimenti netti) | -237 | -198 | +39 | -16,5% |
Totale emissioni nette | 4.635 | 2.908 | -1.728 | -37,3% |
Italia: tra continuità e rallentamenti nella riduzione delle emissioni
Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, nel 2023 l’Italia ha registrato una riduzione delle emissioni gas serra pari all’11,4% rispetto al 2022, passando da 373,7 a 331,2 MtCO2eq.
Un calo significativo, tra i più marcati in Europa, secondo solo a quello della Germania in termini assoluti. A spingere la curva emissiva del Belpaese verso il basso, però, è stata principalmente la contrazione della produzione industriale, con contributi (questa volta positivi) dalla riduzione dei consumi di combustibili fossili nel settore energetico e da un uso più intenso delle fonti rinnovabili.
Nel lungo periodo, tuttavia, il ritmo della transizione energetica italiana è più contenuto rispetto alla media UE. Tra il 1990 e il 2023, infatti, l’Italia ha ridotto le proprie emissioni del 36,2%, un dato inferiore al -37,3% dell’intera Unione. Il trend complessivo è in linea con gli obiettivi europei, ma restano criticità strutturali. Quali? Lentezza nella decarbonizzazione dei trasporti, persistenza dell’uso del gas naturale, e un comparto agricolo ancora poco orientato alla mitigazione climatica.
La tabella seguente riassume i trend delle emissioni gas serra Italia per il periodo 1990-2023, secondo i dati EEA:
Anno | Emissioni totali (Mt CO2eq) | Variazione assoluta | Variazione percentuale |
1990 | 519,1 | – | – |
2022 | 373,7 | -145,4 | -28,0% |
2023 | 331,2 | -42,5 | -11,4% |
1990–2023 | 331,2 | -187,9 | -36,2% |