Il tour che il COOU sta facendo dal Nord al Sud d’Italia mira a diffondere le pratiche per smaltire correttamente gli oli lubrificanti esausti
Secondo i dati diffusi dal COOU, che ha appena presentato il Rapporto di sostenibilità 2010, sono 192.000 le tonnellate di oli lubrificanti usati raccolte in Italia, circa l’1% in meno rispetto al 2009, in un contesto in cui il mercato dell’olio lubrificante nuovo immesso ha visto un incremento del 9,5%. Si tratta di una lieve riduzione alla quale corrisponde una quantità di olio destinato alla rigenerazione pari a 169.787 tonnellate (più dell’88% del totale raccolto); un dato in aumento del 2% rispetto al 2009 grazie a una raccolta migliore e di qualità. L’olio rigenerato, infatti, torna a nuova vita con le stesse caratteristiche del lubrificante da cui deriva e costituisce un’importante risorsa economica per il nostro Paese.
“I risultati sono soddisfacenti – ha spiegato il presidente del COOU, Paolo Tomasi – dal momento che riusciamo ormai a recuperare oltre il 95% del potenziale raccoglibile; ma il nostro obiettivo resta quello di raccogliere il 100% dell’olio lubrificante usato, e per fare ciò abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, dalle amministrazioni alle imprese, passando per i singoli cittadini: con il nostro lavoro salviamo l’ambiente e al contempo aiutiamo il Paese a risparmiare nelle importazioni di petrolio”.
Un dato rimasto in linea con quello dell’anno precedente, il 2009, è la percentuale dell’olio termodistrutto: sono state 179, infatti, le tonnellate di olio contaminato da sostanze che ne hanno impedito ogni riutilizzo, pari all’0,1% del totale raccolto. Alla combustione, invece, sono state destinate 22.975 tonnellate (l’11% della quantità raccolta), il 3% in meno rispetto all’anno 2009. Come già rilevato nelle precedenti edizioni del Rapporto di Sostenibilità redatto dal Consorzio, la percentuale di olio usato raccolto è stata maggiore nelle regioni del Nord (59%), più ricche di siti industriali e di mobilità, rispetto a quelle del Sud.
In 27 anni di attività, il COOU ha raccolto più di 4,5 milioni di tonnellate di olio usato, evitandone così la dispersione nell’ambiente. Mettendoci a ragionare un attimo per capire l’entità del rischio, basta considerare, come tiene a precisare il Consorzio, che circa 4 chilogrammi di olio esausto (equivalenti al cambio dell’olio di un’auto praticamente), se dispersi in acqua, sono in grado di coprire una superficie grande quanto un campo di calcio, compromettendo gli ecosistemi marini e la salute umana. Da qui si capisce da dove nascono e quali sono gli intenti delle campagne di sensibilizzazione portate avanti dal COOU, come “CircOLIamo” tuttora in atto in Sicilia e che a novembre raggiungerà l’Emilia Romagna.