Rinnovabili • Fumo degli incendi: mortalità più alta del previsto secondo un nuovo studio

Il fumo degli incendi uccide 33mila persone l’anno. Anche a 1000 km di distanza

Uno studio compara i dati sui PM2.5 originati dalle fiamme e 65 milioni di morti premature avvenute in 43 paesi (750 città) tra il 2000 e il 2016. I più colpiti sono Giappone, Sudafrica e Tailandia

Fumo degli incendi: mortalità più alta del previsto secondo un nuovo studio
Incendi in Australia ripresi dal satellite. via depositphotos.com

La ricerca sull’impatto sulla salute del fumo degli incendi è pubblicata su Lancet

(Rinnovabili.it) – Il fumo degli incendi è una minaccia globale per la salute. Un killer sottile e un vero maratoneta dei cieli, in grado di causare decine di migliaia di decessi prematuri anche a 1.000 km di distanza dal luogo di origine delle fiamme. Con un tasso di mortalità che è più alto di quanto si stimava finora, rivela lo studio più completo mai condotto sull’argomento.

Partiamo da un numero: 33.500. Sono i decessi prematuri che possono essere collegati direttamente al fumo degli incendi, ogni anno in tutto il mondo. Lo studio pubblicato sulla rivista Lancet è arrivato a questa stima dopo aver confrontato i dati relativi a più di 65 milioni di decessi avvenuti tra il 2000 e il 2016. Una ricerca che spazia tra 750 città di 43 paesi, e che si basa sul confronto con i dati delle concentrazioni di PM2.5 in atmosfera inseriti in un complesso modello che ne simula il comportamento.

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Il particolato sottile che è generato dal fumo degli incendi di foreste e boschi è più tossico di quello degli incendi urbani a causa della sua composizione chimica, delle dimensioni delle particelle più piccole e delle alte temperature associate, spiegano gli autori. Questo implica che l’esposizione agli incendi, anche a migliaia di km di distanza, aumenta il rischio che insorgano problemi nell’apparato respiratorio e disturbi mentali.

“L’inquinamento legato al fumo degli incendi può diffondersi fino a 1000 chilometri di distanza e si prevede che il rischio di incendi aumenterà con il peggioramento del cambiamento climatico”, puntualizza Yuming Guo, prima firma della ricerca. Ad oggi i paesi più colpiti da mortalità prematura collegata alle fiamme sono il Giappone (7000 morti l’anno in 47 città), Sud Africa (5200 in 52 città), Tailandia (5300 in 62 città), Stati Uniti (3200 in 210 città), Messico (3000 in 10 città) e Cina (1200 in 15 città).

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Una minaccia che è capace di travalicare i confini artificiali tra i paesi. Quanto si può allargare? Pensiamo agli incendi nel bacino mediterraneo di quest’estate. Le fiamme ad Atene mettono a rischio la salute anche a Napoli e Palermo. Quelli in Algeria, nella regione della Cabilia, possono proiettare i loro effetti fino a Firenze e Bari, inglobando tutta l’Italia centrale e meridionale più le isole.