La sentenza ha una portata storica per la giustizia ambientale perché farebbe da apripista per altri casi simili. Greenpeace si augura che le forze politiche trovino presto un accordo trasversale utile a limitare ulteriormente i limiti consentiti

di Ermina Voccia
Danni sanitari da PFAS, sentenza storica in Italia
Per la prima volta un tribunale italiano ha stabilito la contaminazione ai Pfas, o sostanze perfluoroalchiliche, come causa di un decesso. Martedì scorso il Tribunale di Vicenza ha riconosciuto l’esposizione ai PFOA e PFOS quale causa della morte di Pasqualino Zenere. L’operaio, dipendente dell’azienda chimica Miteni, sarebbe entrato in contatto con tali sostanze durante i turni di lavoro. La sentenza ha una portata storica per la giustizia ambientale perché farebbe da apripista per altri casi simili.
I PFAS e i loro derivati sono composti chimici mobili, nocivi e altamente persistenti. Per questo sono ritenuti inquinanti eterni dannosi per la salute umana e per l’ambiente. Non tutti sono stati studiati a fondo. Tra quelli noti c’è il PFOA (o acido perfluoroottanoico), indicato come cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro (IARC). Il PFOS (o acido perfluoroottansulfonico) considerato invece come probabilmente cancerogeno.
L’azienda Miteni per più di 50 anni ha prodotto Pfas nel comune di Trissino, in provincia di Vicenza. Il caso che la riguarda è stato scoperto solo nel 2013 da un’indagine del CNR-IRSA e abbraccia un’area abbastanza ampia compresa tra Vicenza, Verona e Padova. La Miteni avrebbe causato una delle più gravi ed estese contaminazioni da Pfas al mondo.
«La decisione del Tribunale di Vicenza, fondamentale dal punto di vista della tutela della salute delle persone, apre la strada della giustizia ambientale per chi è morto per essere venuto a contatto con i Pfas, – ha commentato Alessandro Giannì di Greenpeace – che nei decenni da miracolo tecnologico sono diventati inquinanti eterni e cancerogeni. Tuttavia, milioni di persone, in tutta Italia, continuano a essere esposte a vari livelli a queste sostanze pericolose. Sul bando progressivo dei PFAS c’è sul tavolo a Bruxelles una proposta: che ne pensa il governo Meloni?»
L’utilizzo dei Pfas non è ancora sufficientemente regolamentato. Il vasto impiego nei processi industriali come in agricoltura ne comporta una pericolosa e vasta diffusione nell’ambiente, in particolare nelle fonti d’acqua potabile, e nel sottosuolo.
Il Decreto Legge contro le sostanze perfluoroalchiliche
A fine marzo è arrivato in Parlamento il Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri con carattere di urgenza . Lo scopo del Decreto è abbassare i livelli consentiti di tali sostanze nelle nostre acque potabili. La novità del documento consiste nel fissare per la prima volta un limite consentito anche per il TFA (Acido Trifluoroacetico) nelle acque potabili.
Il TFA rientra tra le molecole della classe dei Pfas più diffuse in Italia e a livello globale. Il decreto è arrivato gennaio scorso a seguito dell’indagine di Greenpeace Italia, responsabile di aver denunciato una contaminazione nelle acque di tutte le Regioni italiane. Il testo sotto esame dal Parlamento e Greenpeace si augura che le forze politiche trovino presto un accordo trasversale utile a limitare ulteriormente i limiti consentiti avvicinandoli all’unica soglia sicura: lo zero tecnico.