Circularity Gap Report 2023, sprechiamo più del 90% delle risorse

Il documento prodotto da Circle Economy e Deloitte che fa il punto sullo stato dell’economia globale rivelando che solo il 7,2% è circolare

Circularity Gap Report 2023
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – L’edizione 2023 del Circularity Gap Report realizzata dal Circle Economy e Deloitte ci dice che c’è ancora tanto da fare. Il documento è stato presentato durante il World Economic Forum di Davos il 16 gennaio. 

Secondo l’analisi, abbiamo già superato 5 dei 9 “confini planetari”, i tipping point, individuati come punti di non ritorno per la salute di terra, aria e acqua. Adottando però un approccio realmente circolare la tendenza potrebbe essere invertita fino a ridurre di un terzo l’estrazione e il consumo di materia globale: potremmo soddisfare il fabbisogno globale di risorse, energia e materiali utilizzando solo il 70% di quanto al momento estraiamo, ma siamo ben lontani dall’obiettivo visto che l’economia globale è circolare solo per il 7,2%, e la situazione va peggiorando ogni anno.

La domanda di materiali mondiale annuale è di 100 miliardi di tonnellate e in un trend crescente: se nel 2018 la circolarità globale era al 9,1%, nel 2020 è scesa all’8,6% e oggi, nel 2023, si attesta a poco più del 7.

Questo vuol dire che tutto ciò che estraiamo, produciamo, consumiamo e accantoniamo ogni giorno continua ad aumentare e ad “appesantire” il pianeta: utilizziamo costantemente materiali “vergini”, sprecandone il 90% perché li perdiamo per strada, li gettiamo via o non abbiamo sistemi di reimmissione nel ciclo di vita adeguati. 

Il Circularity Gap Report 2023 analizza lo stato dei fatti ma dà anche spunti pratici di intervento, in particolare in 4 settori chiave dell’economia.

4 passi per diventare circolari a livello globale

Il  Circularity Gap Report 2023 individua 4 sistemi globali chiave sui quali intervenire in maniera prioritaria: sono Agroalimentare, Mobilità e Trasporti, Beni e Materiali di Consumo ed Edilizia, sistemi chiave che “possono invertire il superamento [dei tipping point] che abbiamo ora, permettendoci di soddisfare le esigenze delle persone entro i limiti di sicurezza del pianeta”.

Il punto di partenza fondamentale resta la diminuzione di estrazione e consumo di materia, da ridurre di almeno un terzo utilizzando meno risorse, più a lungo, e imparando a riutilizzare. 

I 4 settori chiave sono quelli che, ogni giorno, consentono alla nostra specie di sopravvivere ma, allo stesso tempo, quelli che maggiormente violano i confini planetari. Per questo il Circularity Gap Report 2023 sottolinea a più riprese la necessità di trasformarli fornendo anche una rosa di 16 soluzioni per renderli maggiormente circolari, come aumentare l’efficienza energetica di tutti gli edifici esistenti, adottare un approccio alimentare circolare per garantire la massima riduzione degli sprechi, migliorare la gestione dei trasporti investendo in mobilità dolce, trasporto pubblico e veicoli elettrici e prolungare la vita degli oggetti prodotti e acquistati. 

Il Circularity Gap Report 2023 fornisce 16 soluzioni per renderci più circolari

Il Circularity Gap Report 2023 focalizza la sua analisi sui 4 settori individuati elaborando per ognuno di essi 4 proposte per renderli maggiormente circolari.

Agricoltura: L’indagine sottolinea che le attività agricole coprono la metà della superficie abitabile del Pianeta e sono responsabili ogni anno del 70% dei prelievi di acqua dolce e di un terzo delle emissioni di gas serra. A fronte della crescita della popolazione globale, occorre 1) intervenire con urgenza per rendere il cibo che consumiamo più sano e nutriente, con minore impatto ambientale e spostando le calorie dalle proteine animali a cereali, frutta, verdura e noci. 

Per evitare gli sprechi e allo stesso tempo limitare gli impatti climatici dell’agroalimentare, il Circularity Gap Report 2023 suggerisce 2) di migliorare trasporto, stoccaggio, refrigerazione e pianificazione del consumo degli alimenti, 3) prediligendo quelli locali, stagionali e biologici così da ridurre l’utilizzo di fertilizzanti ma anche dei combustibili legati al trasporto o al riscaldamento. In ultimo, il documento suggerisce 4) di fondare la produzione sull’agricoltura tradizionale rigenerativa perché tutela la salute dei terreni molto più a lungo degli altri metodi: tutta la carne che mangiamo (che dovrebbe in ogni caso diminuire nettamente) dovrebbe derivare da allevamenti entro questo modello. 

Rispetto all’edilizia, che contribuisce al 40% delle emissioni climalteranti globali, il Circularity Gap Report 2023 sottolinea che mancano le opportunità di riciclo nel settore e che “Mentre costruisce più spazi di vita, l’umanità deve imparare dalla natura, la nostra casa collettiva che non conosce sprechi”. Come farlo? In quattro mosse: 1) portando i nostri edifici all’efficienza energetica e riducendo la quantità di energia che utilizziamo; 2) sfruttando al meglio l’esistente, riutilizzando spazi e, quando possibile, materiali già utilizzati per i nuovi edifici; 3) privilegiando materiali e approcci circolari come il legno rispetto all’acciaio e al calcestruzzo, usando strutture modulari e leggere per ridurre l’utilizzo del cemento; 4) riutilizzando i rifiuti e gli inerti, massimizzando il riciclaggio ed evitando l’estrazione di materiali vergini. 

Per quanto riguarda invece gli impatti del sistema industriale sulla circolarità della nostra economia, il documento denuncia i due principali fattori negativi: la scala di produzione e consumo e i processi di produzione stessi. Il sistema globale legato alla produzione e al consumo è responsabile di un terzo delle emissioni globali, della pervasività dell’inquinamento da plastica, della dispersione di rifiuti pericolosi e sostanza chimiche e di altri importanti impatti ambientali che divengono spesso anche sanitari. 

Gli interventi qui suggeriti sono di 1) rifuggire la fast fashion, 2) affermare una cultura dell’acquisto e del consumo responsabili, 3) allungare la vita di materiali, attrezzature e prodotti e 4) incentivare la simbiosi e l’efficienza industriale. 

L’ultimo settore, quello dei trasporti, è presentato dal report come tra i più impattanti al mondo per l’elevato utilizzo di materiali e combustibili. Per renderlo maggiormente circolare le proposte sono di 1) affermare un modello culturale di stile di vita senza auto, 2) investire nel trasporto pubblico pulito e di alta qualità, 3) ridurre al minimo i viaggi aerei e utilizzare carburanti puliti come idrogeno e ammoniaca nei settori dove è più difficile ridurre, 4) elettrificare tutti i trasporti pubblici e almeno il 50% del parco auto globale. 

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