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EcoForum 2021, l’economia circolare è la strada da percorrere

Al centro di EcoForum 2021 sono stati l’economia circolare e la gestione dei rifiuti. La transizione ecologica è legata alla tecnologia, la sfida si vince con gli impianti e le infrastrutture per rigenerare la materia. Tra la necessità di semplificazione e i pregiudizi di chi si oppone a prescindere a un cambiamento ineludibile, il vero problema è la sfida ambientale che non può aspettare

ecoforum 2021

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Ridurre, riusare, riciclare: le parole chiave dell’economia circolare hanno guidato la giornata di apertura di EcoForum 2021, l’ottava conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club in collaborazione con Conai e Conou e con il patrocino del Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio sul tema “Semplificazioni, innovazione e partecipazione: un piano nazionale per l’economia circolare”.

In apertura di EcoForum 2021, Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha chiarito subito le criticità e i punti cardine che possono far decollare l’economia circolare: investire in nuovi impianti di riuso e riciclo per rifiuti organici e rifiuti speciali (quindi sia di origine domestica che industriale), più controlli ambientali efficaci, approvazione veloce dei decreti end of waste, semplificazione, sviluppare il mercato dei prodotti riciclati. A questi punti, Zampetti aggiunge la necessità di un dibattito pubblico sui territori per facilitare la realizzazione degli impianti, che troppo spesso si scontrano con i pregiudizi dei cittadini e i timori degli amministratori locali. L’Italia deve accelerare e approfittare dei fondi europei per dire basta a discariche e inceneritori a favore dei nuovi impianti, ma questo cambiamento non sarà realizzabile senza una semplificazione radicale degli iter autorizzativi.

La vera rivoluzione è quella delle autorizzazioni 

Rivoluzione verde? La vera rivoluzione è quella delle autorizzazioni, che arrivano quando problemi e tecnologie sono diventati obsoleti. Potremmo dire che semplificazione è stata la parola d’ordine di tutti i partecipanti a EcoForum 2021: un’esigenza reale sentita da più parti, senza la quale l’Italia rischia di restare imbrigliata nelle sabbie mobili della burocrazia e di perdere un’occasione irripetibile per realizzare cambiamenti radicali.

Si fa presto a dire semplificazione se chi se ne occupa non sa cosa sia. «La vera semplificazione non si fa a colpi di norme ma per la capacità tecnica dei funzionari della Pubblica Amministrazione. Possono esistere norme studiate per incentivare il sistema, ma se a livello regionale non ci sono strutture tecniche in grado di affrontare temi di economia circolare non si faranno passi avanti», ha spiegato a EcoForum 2021 Laura D’Aprile, capo Dipartimento per la Transizione Ecologica e gli Investimenti verdi. Il primo passo è quindi investire sull’empowering tecnico di funzionari e cittadini per partecipare a un dibattito pubblico.

Alessandro Bratti direttore generale Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) concorda sulla necessità dell’empowering tecnico dei funzionari, ma bisogna intervenire su un sistema bloccato per non rischiare di diventare il collo di bottiglia del cambiamento: va bene fare presto, ma bisogna fare bene, in modo semplice e lineare. Le scelte fatte finora non sono chiare, affrontiamo un grande processo di ripresa ma siamo impreparati. «Oggi una procedura di valutazione di impatto ambientale dura in media 730 giorni: in parte è inefficienza, in parte gli studi sono fatti male e va ripreso l’iter dall’inizio. Oggi si parla di ridurre il tempo a 170 giorni, ma per fare questo bisogna assumere persone qualificate. Nelle condizioni attuali non si possono affrontare le sfide che ci aspettano».

Secondo Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, c’è una scarsa percezione dei cittadini e della politica delle tante eccellenze italiane che in tempi non sospetti hanno scommesso sul green, con risultati importanti: in molti campi siamo i primi in Europa e nel mondo. È innegabile la spaventosa impreparazione della PA, un grosso ostacolo per affrontare le sfide che ci aspettano. «Non abbiamo bisogno dell’ennesimo decreto semplificazioni con interventi parziali, la visione deve essere complessiva e la semplificazione reale. Proviamo a rappresentare le esperienze di chi ce l’ha fatta e a farne dei modelli, pungolando le amministrazioni sulla semplificazione».

Ferrante ritiene intollerabile che gli ostacoli siano dovuti a inefficienza e ritardi, ma anche a un’opposizione pregiudiziale in nome di una malintesa difesa del territorio e dell’ambiente. Alcuni impianti risolvono problemi che riguardano tutti. Ad esempio, la direttiva europea sulla plastica era stata approvata all’unanimità, al momento del recepimento si sono scatenate le proteste. Il recepimento non è arrivato, forse arriverà in ritardo rispetto agli altri paesi, creando polemiche contro la posizione del governo italiano.

Deve essere chiaro, per Ferrante, che la chiave per risparmiare risorse naturali e per rispondere alla crisi è nell’economia circolare e nell’innovazione, e non nasconde la sua delusione per il poco spazio attribuito nel PNRR all’uso efficiente delle risorse: «Non si tratta solo di gestire in maniera più intelligente e integrata il ciclo dei rifiuti, facendo gli impianti che servono e scegliendo quelli più innovativi – non soluzioni del secolo scorso, quali i termovalorizzatori (che non a caso la Commissione Europea ha escluso da ogni possibile finanziamento) –, ma piuttosto di semplificare il recupero con i decreti end of waste e promuovere ad esempio la chimica verde che si basa su materia prima vegetale e rinnovabile e non più sui fossili».

EcoForum 2021, la gestione dei rifiuti è un tema competitivo

Anche Massimo Medugno, direttore di Assocarta, mette il dito nella solita piaga intervenendo a EcoForum 2021: «Sarebbe bastato recepire la direttiva europea end of waste, che era chiara, e noi l’abbiamo complicata con il risultato di essere ancora fermi. Seguire norme europee ben scritte ci semplificherebbe la vita». Il 40% dei rifiuti finisce ancora in discarica perché non si riesce a recuperarli a causa di norme farraginose che spaccano il comma in quattro: a livello centrale si danno regole precise, ma a livello locale le regole sono diverse.

La gestione dei rifiuti, sottolinea Medugno, è un tema competitivo. «L’industria cartaria vive sulla rinnovabilità di un materiale riciclabile e compostabile. È possibile portare ancora gli scarti in Ungheria? Se non si danno alternative all’industria finiamo per sprecare soldi che vengono sottratti agli investimenti. Se il tema è la decarbonizzazione bisogna che ci siano gli strumenti adeguati, servono sforzi coraggiosi per mettere in piedi gli impianti per il 2030 mentre noi stiamo ancora aspettando le autorizzazioni per quelli del 2015». 

«Useremo bene il PNRR se avremo un disegno generale», afferma a EcoForum 2021 Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. «Invece il testo manca di ambizione e di conoscenza dei talenti italiani». Il PNRR, per decarbonizzare veramente l’economia e accelerare la transizione energetica deve semplificare le procedure per passare dall’energia fossile a quella rinnovabile. Occorrono tempi certi e brevi per gli iter procedurali, occorre potenziare i controlli ambientali, ma non ci sono risorse umane e materiali sufficienti.

E soprattutto vanno velocizzate le procedure ordinarie: la confusione normativa e la burocrazia ottusa sono le peggiori nemiche delle piccole imprese che non hanno i mezzi per pagare qualcuno che sciolga questi nodi. Per loro la paralisi è garantita, mentre in questo contesto si muovono agilmente gli imprenditori disonesti: «Si devono aprire i cantieri giusti nella maniera giusta. I cantieri che colpiscono l’ambiente sono quelli dove si lavora in maniera poco sicura e le procedure non sono trasparenti. Semplificare a pezzetti non aiuta, si deve semplificare attuando contemporaneamente i controlli. Spiazziamo gli schieramenti, non siamo quelli del no ma quelli del come e dove fare bene le cose. Per questo sosteniamo che si debbano aiutare i talenti italiani che scelgono il green, come i produttori plastica che vogliono riconvertire la produzione», conclude Muroni.

Chi dice no a tutto è nemico dell’ambiente

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, inizia il suo intervento sul filo dell’ironia, ricordando il motto di un improbabile movimento immobilista molisano inventato anni fa dal giornale satirico “Il Male”. Realacci in realtà va dritto al punto: «Nella PA ha vinto il principio del “perché stare fermi quando si può rimanere immobili?”. La cosa migliore sembra non fare nulla, un atteggiamento da sconfiggere perché non si devono sprecare le risorse che ci sono e bisogna capire come spenderle.

La campana suona per l’ambientalismo, la partita da giocare è chiara. L’ambientalismo vero vuole dire come si fanno le cose. Se vuoi solo bloccare le cose, ti servi della burocrazia inefficiente; ti piace Greta ma ti opponi agli impianti per le rinnovabili, non ci si può più opporre a tutto a prescindere, è insostenibile». Realacci sottolinea che l’Europa non investe nel green perché è buona ma perché ha capito che funziona, che lì è il futuro dell’economia. Coesione, transizione verde e digitale sono i pilastri delle strategie europee da realizzare nei prossimi anni. Chi dice no a tutto è nemico dell’ambiente. «Questa idea di ambientalismo va sconfitta perché è nemica di un mondo migliore. Chi pensa che l’unico futuro possibile sia imbalsamare l’esistente non combatte i mutamenti climatici ma fa del male anche a noi».

Tra le interessanti e innovative esperienze presentate a EcoForum 2021, ne segnaliamo due. L’impegno globale di economia generativa di Nespresso che, avendo una filiera lunga, parte dai paesi di origine. Ha spiegato Chiara Murano, Sustainability & SHE manager Nespresso Italia, che dal 2003 esistono progetti di sostenibilità e sostegno alle aziende agricole locali.

Da dieci anni, inoltre, il progetto “Da chicco a chicco” – in cui Nespresso ha investito in Italia 6 milioni di euro in dieci anni – include tutti gli stakeholder: il consumatore riporta le capsule ai punti di raccolta, l’alluminio va a riciclo, la polvere di caffè usata diventa compost per le risaie, il riso viene riacquistato da Nespresso e che lo dona al Banco alimentare della Lombardia e del Lazio (nel 2020 sono stati donati 700mila piatti di riso). Vorremmo infine segnalare l’alleanza di Nespresso con Illy per il riciclo delle capsule di alluminio: colpisce questa partnership tra due aziende che competono sul business ma sono ugualmente sensibili alla sostenibilità e quindi pronte a collaborare per l’ambiente.

Un progetto di grande impatto è quello di FaterSMART per il recupero di assorbenti, pannoloni e pannolini. Come ha spiegato Orsola Bolognani, grant & international logistic modeling manager di FaterSMART, questi rappresentano il 4,5% dei rifiuti totali generati in Italia. Bolognani ha illustrato i diversi passaggi – che iniziano con una raccolta separata per poterli portare a riciclo – per trasformarli in materie prime seconde. Ora è in corso a Verona una sperimentazione con dei cassonetti intelligenti con cui gli utenti interagiscono tramite un’app che informa anche sull’importanza del progetto e sul beneficio ambientale che ne deriva. Il progetto ha avuto successo: vi hanno aderito 2400 famiglie generando un risparmio di 53 tonnellate di CO2

I consumatori informati premiano le aziende green

A EcoForum 2021 tutti concordano sul fatto che la raccolta differenziata vada potenziata: abbiamo filiere virtuose di riciclo e spendiamo per portare i nostri rifiuti all’estero, mentre potremmo chiudere il cerchio in Italia dove abbiamo le tecnologie migliori e sappiamo trasformare meglio degli altri. «In Italia non abbiamo materie prime, ma siamo bravi nel riuso. La differenziata è carente, in alcuni casi si deve addirittura importare dall’estero mentre potremmo utilizzare tutto con una differenziata efficace», sottolinea Guido Pasqualini, sustainability sr advisor Lucart Group, che ha superato l’iniziale diffidenza dei consumatori producendo carta (igienica e da cucina) senza sbiancarla: «Il processo di sbiancamento è impattante, usare una fibra che non ha subito questo processo è un bel segnale. Ora la nostra carta innovativa è beige: il colore non interessa, il mercato ci ha premiato».

L’importante è informare correttamente i consumatori, insiste Luca Torresan, direttore commerciale del Gruppo Sartori Ambiente: «Dobbiamo far capire loro che eventuali variabilità di colore in prodotti di vetro o plastica riciclati non sono difetti, ma dipendono dalla variabilità del materiale di partenza, e quindi sono da considerare un pregio».

Perfino «realizzare pavimentazioni ecosostenibili è possibile: basta aumentare la qualità e quindi la durata per ottenere un beneficio economico per tutti e per l’ambiente. Si possono ridurre le emissioni di CO2 abbassando le temperature e riciclare materie prime seconde, PFU, plastiche», afferma Fabrizio Monti, direttore commerciale e responsabile sviluppo Italia Iterchimica

Senza impianti non esiste economia circolare

La sintesi di EcoForum 2021 viene da Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica, che invita a non fermarsi alla semplificazione delle norme (che sicuramente è parte del problema, ma sono tutti d’accordo nel risolverla), ma al nocciolo del problema: la natura e l’ambiente, di cui dobbiamo realmente preoccuparci. «La sfida ambientale è enorme: ci sono obiettivi chiari a livello internazionale, la realtà è che devono essere perseguiti in tutto il mondo altrimenti anche se noi raggiungiamo la decarbonizzazione, ci saranno grandi economie emergenti e disordinate che compenseranno in un attimo lo sforzo europeo».

Un altro nodo importante è realizzare una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno. «Il PNRR riguarda i prossimi cinque anni, ma ce ne sono altri trenta da vivere e da gestire, e la transizione ecologica è una maratona lunga in cui qualcuno parte svantaggiato. Non possiamo pensare di realizzarla a spese di milioni di famiglie lasciate indietro, o la sostenibilità ambientale senza quella sociale farà troppe vittime. È inaccettabile mettere le persone davanti alla scelta se morire di inquinamento o morire di fame perché non hanno lavoro. Facciamo uno sforzo comune e corriamo la maratona tenendo conto che non basta spingere un pulsante per cambiare le cose».

È importante una comunicazione chiara ed efficace affinché tutti capiscano l’urgenza che abbiamo davanti. Il senso dell’urgenza deve superare tutte le questioni secondarie: «L’homo sapiens è comparso sulla Terra 130 mila di anni fa, per 129.800 anni l’anidride carbonica è rimasta stabile e gli abitanti erano 1 miliardo. Negli ultimi 200 anni siamo diventati 8 miliardi e abbiamo raddoppiato la CO2 in atmosfera generando i problemi che sappiamo. Se Sapiens fosse apparso 24 ore fa, il problema sarebbe nato nell’ultimo minuto e mezzo. Il senso dell’urgenza viene da questo: se nell’ultimo minuto e mezzo abbiamo fatto questo disastro e vogliamo limitare i danni abbiamo un minuto per frenare e fare retromarcia, cioè fine secolo».  La transizione ecologica è legata alla tecnologia, la sfida si vince con gli impianti e le infrastrutture per rigenerare la materia, senza impianti non esiste economia circolare.

Cingolani ha spiegato che sono stati stanziati circa due miliardi per nuovi impianti e si sta lavorando per recuperare i tempi dell’end of waste. Il ministro esprime qualche perplessità sulla consultazione pubblica perché inevitabilmente tarda i tempi: basta uno che si oppone al TAR e tutto si blocca, e purtroppo nella maggior parte dei casi chi interviene cerca la contrapposizione anziché la soluzione. «Non abbiamo alternativa che elettrificare il più possibile ricorrendo alle rinnovabili. Per arrivare al 70% di energia elettrica prodotta dalle rinnovabili dobbiamo impiantare strutture per circa 70 gigawatt in 9 anni, oggi ne mettiamo 0,8 (cioè un decimo): un risultato che è il combinato disposto di processi autorizzativi da 1500 giorni, sindrome nimby, difficoltà burocratiche e complessità di natura tecnica. Se da ora devo aumentare le rinnovabili che abilitano tutta la catena bisogna trovare un compromesso che deriva da una sana discussione sui problemi da affrontare: chi porta il problema senza soluzione è parte del problema». 

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Rinnovabili • Giornata mondiale della terra

Giornata mondiale della terra: cos’è e quando si festeggia?

Giornata della Terra: l'evento che ogni anno mobilita un miliardo di persone per la salvaguardia del Pianeta Terra. - Earth Day

Giornata (mondiale) della Terra

Giornata mondiale della terra
Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra è una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta.

Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata della Terra di aprile, è levento green che riesce a coinvolgere il maggior numero di persone in tutto il pianeta. Si calcola infatti che ogni anno, nel periodo dell’equinozio di primavera, si mobilitino circa un miliardo di persone.

Storia della Giornata Mondiale della Terra

L’Istituzione della Giornata mondiale della Terra si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani abbiano l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa. Nell’ottobre del 1969, durante la Conferenza dell’UNESCO a San Francisco, McConnell propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ottenne un forte sostegno e fu seguita dal festeggiamento del “Giorno della Terra” della città di San Francisco: la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri (L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000).

Un mese dopo, il 22 aprile 1970, la definitivaGiornata della Terra – Earth Day” veniva costituita dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista. Questa Giornata della Terra era però pensata come una manifestazione prettamente statunitense, fu Denis Hayes (il primo coordinatore dell’Earth Day) a rendere la manifestazione una realtà internazionale: dopo aver “contagiato” le città americane, Hayes fondò l’Earth Day Network arrivando a coinvolgere più di 180 nazioni.

giornata mondiale della terra 2023
Villaggio per la Terra 2023 a Roma

La proclamazione della Giornata della Terra si inseriva in un contesto storico dove si era appena presa coscienza dei rischi dello sviluppo industriale legato al petrolio: nel 1969 a Santa Barbara, California, una fuoriuscita di greggio aveva ucciso decine di migliaia di uccelli, delfini e leoni marini. L’opinione pubblica ne fu scossa e gli attivisti iniziarono a ritenere necessaria una regolamentazione ambientale per prevenire questi disastri.

earth day giornata terra
Nel 2020 si è celebrato il 50° anniversario della Giornata Mondiale della Terra – Earth Day

Giornata Mondiale della Terra: le prime celebrazioni

Le prime celebrazioni del Giorno della Terra si svolsero in duemila college e università , circa diecimila scuole primarie e secondarie e centinaia di comunità negli Stati Uniti. Anche se l’evento ebbe una portata nazionale si dovette aspettare il 1990 per vedere un altro Earth Day significativo.

Nel 1990 la Giornata della Terra mobilitò 200 milioni di persone in 141 paesi ponendo l’attenzione sulle questioni ambientali nel palcoscenico mondiale. Le attività del giorno della Terra nel 1990 diedero un impulso enorme alla cultura del riciclo in tutto il mondo e contribuirono ad aprire la strada per il Summit della Terra organizzato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.

Per trasformare la Giornata della Terra in un evento annuale, piuttosto che uno che si verificava ogni 10 anni, Nelson e Bruce Anderson, organizzatori principali dell’ Earth Day New Hampshire nel 1990, hanno costituito Earth Day USA. Questo comitato ha coordinato le successive celebrazioni del Giorno della Terra fino al 1995, incluso il lancio di EarthDay.org. Dopo il 25 °anniversario del 1995, l’organizzazione passò all’attuale Earth Day Network.

Nel 2000 la Giornata mondiale della Terra combinò lo spirito originale dei primi Earth Day con l’internazionalismo dell’evento del ’90. Il 2000 fu il primo anno in cui venne usato Internet come strumento principale di organizzazione: questo si rivelò prezioso a livello nazionale e internazionale. Kelly Evans direttore esecutivo, arruolò più di 5.000 gruppi ambientali al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone con un record di 183 paesi. Leonardo DiCaprio fu l’ospite ufficiale dell’evento, e in circa 400.000 parteciparono all’evento principale non ostante la pioggia fredda di quel giorno.

Alcuni scatti dal Villaggio per la Terra 2018 (Earth Day – Giornata della Terra a Roma)

La Giornata Mondiale della Terra Oggi: Una Festa Globale

Grazie al crescente interesse per la manifestazione, oggi la Giornata mondiale della Terra è diventata la Settimana mondiale della Terra: nei giorni vicini al 22 aprile, numerose comunità festeggiano per un’intera settimana con attività incentrate sulle tematiche ambientali più attuali. Gli eventi vengono utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della sostenibilità, e dagli attivisti, per fare analisi degli scenari odierni e proporre soluzioni concrete. Nel 2017, durante la Settimana della Terra e in aperto contrasto con le nuove “politiche negazioniste” di Trump,  si è svolta in decine di città, la Marcia per la Scienza, seguita dalla mobilitazione popolare del clima (29 aprile 2017).

Nell’ambito dell’Earth Day Network, “Earth Day Italia” è considerato uno dei migliori comitati organizzativi, tanto che nel 2015 l’organizzazione italiana è divenuta sede europea del network internazionale. L’edizione del 2016 ha rappresentato un momento di straordinaria importanza per Earth Day Italia, grazie al succedersi di eventi importanti fra cui l’eccezionale visita a sorpresa di Papa Francesco e il collegamento in live streaming con il Ministro Galletti da New York, in occasione della storica firma del primo accordo universale sul cambiamento climatico (COP21).

Villaggio per la Terra – Roma 2017

Ogni anno a Roma, nella bella cornice di Villa Borghese, prende vita il Villaggio per la Terra: una settimana di eventi per tutte le età, che culminano con una serie di imperdibili concerti.

Nel 2017 tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, Earth Day Italia ha organizzato 5 giorni in cui si sono alternati eventi sportivi, concerti, esposizioni, mostre, convegni, spettacoli, laboratori, attività didattiche, giochi per bambini e ottimo cibo.

Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Villaggio per la Terra 2017, il principale è stato il Concerto per la Terra. La serata gratuita, che ha preso il nome di “Over the Wall, Mecenati della Bellezza”, è stata presentata da Fabrizio Frizzi ed ha visto la partecipazione degli Zero Assoluto, Noemi, Sergio Sylvestre, Soul System, Ron e La Scelta.

Nel Galoppatoio di Villa Borghese il Villaggio dello Sport ha offerto a tanti la possibilità di praticare decine di discipline sportive differenti, di sperimentare simulatori sportivi virtuali, di assistere alle dimostrazioni di grandi campioni e di lanciarsi in gare, tornei e contest sempre divertenti e all’insegna della sostenibilità. In questo contesto il Coni, il Comitato Paralimpico e decine tra federazioni, associazioni e società sportive, club e campioni hanno offerto un importante contributo in difesa dei valori più autentici dello sport e dell’ambiente.

A caratterizzare maggiormente le attività per i giovani studenti romani è stato il premio “Io Ci Tengo” (#IoCiTengo). Nato per portare l’attenzione delle scolaresche sulle tematiche ambientali, il premio ha cercato di catalizzare progetti, lavori artistici e reportage che raccontassero in maniera innovativa e rivoluzionaria come trasformare il deserto di cemento delle nostre città in una foresta. Fu proprio Papa Francesco, con una partecipazione a sorpresa durante l’edizione 2016, a lanciare il messaggio “Voi trasformate deserti in foreste”. Le scuole hanno partecipato in tanti modi: foto, disegni, articoli, storie e video; con fantasia e immaginazione hanno conquistato l’attestato di Testimone della Terra 2017, mentre i vincitori sono stati nominati Ambasciatrici della Terra 2017.

Inoltre, durante il Villaggio per la Terra, sono state dedicate delle intere giornate sia alla mobilità sostenibile che ai libri, riconoscendo alla mobilità green e alla cultura ruoli fondamentali nel cambiamento verso una cultura della sostenibilità.

Villaggio per la Terra – Roma 2018

La Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite è stata celebrata anche nel 2018 con una grande partecipazione che ha portato a Villa Borghese oltre 150.000 persone. Questa 48ª edizione ha visto un Earth Day ricchissimo di iniziative ed venti. Cinque giornate (dal 20 al 25 aprile) dedicate alla tutela del Pianeta con un focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con altrettante piazze multimediali dedicate agli obiettivi che hanno ospitato talk, laboratori e mostre.

Le attività per i giovani erano inquadrate dal Villaggio per lo Sport, dal Villaggio per Bambini e dal Villaggio per ragazzi.

Il Villaggio per lo Sport ha offerto tantissimi giochi gratuiti e assistiti, ma anche dimostrazioni e tornei. Il Villaggio per Bambini ha ospitato molte attività didattiche che hanno divertito i piccoli, dal grande Parco della Biodiversità dei Forestali, alla Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, dagli esperimenti su vulcani e terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica, al Planetario dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Il Villaggio dei Ragazzi, dedicato ai più grandicelli e alla scuola è stato protagonista del Festival dell’Educazione alla Sostenibilità e degli Stati Generali dell’Ambiente dei Giovani. A completare i programma per gli adolescenti tanti workshop, iniziative e la staffetta planetaria per la pace #RUN4UNITY.

Durante tutte e cinque i giorni i bambini si sono potuti cimentare con l’Orienteering, il canottaggio simulato, pallavolo, cavalcata sui pony, scherma, ping pong, e-bike, pallamano, tennis, calcio, tiro a segno con la fionda, tiro con l’arco e una alta parete da arrampicata.

Giornata della Terra 2019, proteggiamo la nostre specie

Protect our species – Proteggi le nostre specie”. Questo il tema della Giornata della Terra 2019. Oggi gli scienziati parlano senza troppe remore di una sesta estinzione di massa, di un “annichilimento biologico” della fauna selvatica. E a differenza delle precedenti cinque estinzioni di massa, causate da catastrofi e disastri naturali, questo sarebbe il primo evento provocato dall’uomo. La distruzione e lo sfruttamento degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno, infatti, guidando la perdita di metà della popolazione mondiale di animali selvatici.

Tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco e ognuno gioca un ruolo unico nella complessa rete della vita – scrive Eart Day Network – Dobbiamo lavorare insieme per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione: api,  barriere coralline, elefanti, giraffe, insetti, balene e altro ancora. La buona notizia è che il tasso di scomparsa può ancora essere rallentato e molte delle nostre specie in declino possono recuperare ma solo a patto di lavorare assieme per costruire un movimento globale di consumatori, elettori, educatori, leader religiosi e scienziati che pretendano un’azione immediata”.

L’appuntamento 2020 con la Giornata Mondiale della Terra diventa una maratona online

Nel 2020 la manifestazione ha celebrato il suo 50esimo anniversario in corrispondenza delle prime chiusure nazionali per arginare la pandemia di COVID-19. Ma la crisi del coronavirus non ha intaccato lo spirito della manifestazione che, in risposta ai lockdown e alle cancellazioni degli eventi in pubblico, si è trasformata in una gigantesca maratona virtuale. Una staffetta digitale che, per 24 ore, ha attraversato il globo raccogliendo azioni grandi e piccole, testimonianze e impegni a favore del Pianeta. “Il coronavirus può costringerci a mantenere le distanze, non ci costringerà a mantenere bassa la voce”, hanno spiegato gli organizzatori dell’Earth Day 2020. “L’unica cosa che cambierà il mondo è chiedere tutti assieme un nuovo modo di procedere. Potremmo essere separati, ma grazie al potere dei media digitali, siamo anche più connessi di prima”. Tema dell’edizione, l’azione per il clima. La pandemia virale ha sottolineato ancora una volta l’importanza di continuare a impegnarsi per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte il riscaldamento globale è stato segnalato tra le concause della diffusione del Sars-Cov2, assieme all’intenso sfruttamento ambientale e alla distruzione della biodiversità e degli habitat naturali. Gli scienziati hanno avvertito che abbiamo poco più di un decennio per dimezzare le emissioni ed evitare gli impatti più devastanti su fornitura alimentare, sicurezza nazionale, salute globale, condizioni meteo e altro ancora. Tra le azioni da mettere in campo, la Giornata ha promosso la partecipazione all’Earth Challenge 2020, progetto dedicato alla creazione della più grande comunità di Citizen Science (Scienza dei cittadini). Grazie ad un app, disponibile in 11 lingue, è possibile divenire delle sentinelle ambientali, raccogliendo dati che saranno integrati in un’unica piattaforma su qualità dell’aria, l’inquinamento da plastica, qualità idrica, sicurezza alimentare e impatto sul clima locale.

Nel 2021 la maratona per la Giornata Mondiale della Terra era online con una lunga diretta multimediale.

Nel 2021 la Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) è stata una maratona multimediale con 13 ore di diretta televisiva. La diretta televisiva è iniziata alle 7:30 del 22 aprile per proseguire fino alle 20:30: dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay si è collegata con tanti programmi RAI durante tutta la giornata.

In diretta e on demand anche sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it , numerosi sono stati i contributi, dalla galassia di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport.

Nel 2022 la Giornata mondiale della Terra sarà una maratona caratterizzata dal Concerto per la Terra di Earth Day Italia, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Allevi 

villaggio per la terraAllevi, compositore di fama internazionale, è stato nominato Ambassador dello Earth Day European Network durante la COP26 di Glasgow. Il concerto sarà uno spettacolo che il Maestro vuole dedicare alle nuove generazioni in vista della prossima Conferenza sul Clima dell’ONU. L’evento vuole mettere in collegamento tanti artisti provenienti da tante parti del mondo: un’unione artistica in grado di superare ogni confine e diversità, la “Voce della Terra”.

Come ogni anno Rinnovabili.it sarà media partner e trasmetterà parte della diretta sul sito e sui canali social. Segui la diretta visitando il sito OnePeopleOnePlanet

Segui gli hashtag ufficiali #OnePeopleOnePlanet #EarthDay2022 #OPOP22 #IoCiTengo

Earth Day Italia 2023: una staffetta di voci per il Pianeta

In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2023, torna con la sua quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) di Earth Day Italia. Una staffetta live che dalla Nuvola di Fuksas porterà in diretta su Rai Play dalle 8 di mattina talk show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche e istituzionali. Per culminare alle 21.00 nell’atteso Concerto per La Terra, con grandi cantanti del calibro di Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso.

Ma prima di arrivare alla maratona del 22 aprile, il Galoppatoio di Villa Borghese aprirà le porte il Villaggio per la Terra: 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei che dal 21 al 25 aprile approfondiranno 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nel palco principale allestito sulla Terrazza del Pincio, invece, si daranno il cambio quotidianamente Talk Show e performance di street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.

 “Le celebrazioni italiane della Giornata della Terra  – spiega Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia – hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme”.

Giornata Mondiale della Terra 2024, Pianeta vs Plastica

“Pianeta contro Plastica”, questo il tema che contraddistingue la 54ma edizione della manifestazione. La Giornata Mondiale della Terra 2024 non poteva che affrontare uno dei problemi più sentiti a livello globale quando si parla di tutela amabientale. Riflettori puntati dunque sull’inquinamento dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di sollecitare un’azione che riduca l’usa e getta, metta al bando il fast-fashion e investa in tecnologie e materiali alternativi ai polimeri di origine fossile. Chiedendo un riduzione del 60% della produzione di plastica entro il 2024.

In Italia il conto alla rovescia verso l’Earth Day 2024 sarà scandito quest’anno da due eventi:

  • il Villaggio per la Terra a Villa Borghese e sulla suggestiva Terrazza del Pincioa Roma: 600 eventi gratuiti e aperti a tutti, tra laboratori ludici e didattici, lezioni, incontri e dibattiti sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e dell’innovazione, presentazioni di libri, proiezioni, giochi, dimostrazioni e pratiche sportive, spettacoli, esibizioni musicali e artistiche, e altri eventi culturali.
  • il Festival dell’Innovability presso la Casa del Cinema a Roma, pensato per celebrare anche la Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione che le Nazioni Unite.

Entrambi si apriranno il 18 aprile per proseguire fino a domenica 21 per culminare il 22 aprile nella ormai consueta #OnePeopleOnePlanet, la maratona multimediale di 16 ore, dall’auditorium della Nuvola di Fuksas.

Giornata mondiale della terra 2021

Giornata mondiale della terra 2020

Giornata mondiale della terra 2019

Visita il sito di Earth Day Italia

Visita il sito del Villaggio per la Terra 2018

Visita la pagina dedicata al Villaggio per la Terra 2017

Visita la pagina dedicata alla Marcia per la Scienza 2017

Visita il sito di Earth Day Network

Leggi il nostro articolo sul Earth Day 2017

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
via Depositphotos

Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
via Depositphotos

Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

leggi anche Fotovoltaico in perovskite, i punti quantici raggiungono un’efficienza record

L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.