Nella raccolta differenziata della carta finiscono 5-15% di materiali diversi

Per Assocarta gli scarti depostiti nei cassonetti in modo erroneo sono plastica, legno, metalli e carta sporca

 

raccolta differenziata carta

 

Ogni anno ben 5 milioni di tonnellate di carta sono destinati alla raccolta differenziata, a fronte di una produzione di 9,1 milioni di tonnellate

(Rinnovabili.it) – La raccolta differenziata della carta in Italia presenta ancora diversi intoppi. A cominciare da una questione prettamente culturale: nei cassonetti di carta e cartone si trovano dal 5 al 15% di materiali estranei. Si tratta soprattutto di plastica, ma sono presenti anche scarti metallici, cartoni alimentari sporchi e addirittura legno. Materiali che vanno dritti in discarica o negli inceneritori, invece di essere riciclati.

“In Italia si fa tanto riciclo della carta, arriviamo all’85%. Ma abbiamo il problema degli scarti. Invece del 5% massimo, si arriva al 15%, come a Roma […]e facciamo fatica a piazzarli: le discariche chiudono, inceneritori non ce ne sono. Non sappiamo dove metterli, e separarli e smaltirli rappresenta un costo per le aziende”, ha spiegato all’ANSA Massimo Medugno, direttore di Assocarta, l’associazione di categoria dei cartai.

 

Difficile attribuire le responsabilità: talvolta sono i cittadini ancora refrattari ad adottare uno stile di vita responsabile e che fa della raccolta differenziata uno dei capisaldi del nostro vivere in modo sostenibile, talvolta le aziende che si occupano della raccolta e che invece di separare i rifiuti con strutture adatte imballano tutto ciò che raccolgono e spediscono al riciclo l’intero contenuto dei cassonetti, indistintamente e senza operare una verifica. In Italia, nonostante questi ostacoli, si ricicla molto, e la carta è uno dei materiali più forti in questo settore. Ogni anno ben 5 milioni di tonnellate di carta vengono riciclati, a fronte di una produzione di 9,1 milioni di tonnellate. Si deve considerare che il 60% della carta prodotta in Italia è riciclata e che l’Italia è il quarto paese in Europa dopo Germania, Svezia e Finlandia. Nel 2017 infatti il settore cartario nel 2017 è cresciuto del 2% per volumi, del 5% per fatturato, arrivando a 7,4 miliardi di euro, con 19.500 addetti e 150 stabilimenti. Tra le regione in cui la carta viene maggiormente riciclata c’è la Toscana, che rappresenta oltre il 30% della produzione di carta nazionale (carta per uso igienico-sanitario e per imballaggio) e il 27% circa del consumo italiano di carta da riciclare.

 

“L’industria cartaria italiana ha una forte vocazione al riciclo e la presenza delle cartiere sul territorio (50 siti produttivi nella sola Toscana) permette l’effettivo riciclo della carta evitando un problema di gestione dei rifiuti urbani – aveva dichiarato per l’occasione Massimo Medugno, direttore di Assocarta – Questo ciclo per funzionare in modo virtuoso ha bisogno di adeguate politiche di sostegno alla gestione degli scarti del processo. Per quanto minimo il riciclo genera infatti una parte di scarto dal forte potenziale energetico, che, se gestito correttamente consentirebbe di chiudere il ciclo del riciclo. Gli scarti derivano dai rifiuti urbani (in rapporto di 1:18) ed è quindi interesse collettivo che siano gestiti al meglio, con il pieno supporto delle amministrazioni locali e regionali”.

 

Proprio nell’ambito dell’evento “Non fermiamo il riciclo della carta per l’incapacità di dare risposte al recupero degli scarti del riciclo da parte delle istituzioni e della politica”, organizzato il 20 aprile da Assocarta e Legambiente, è stato presentato il progetto europeo “Refibre” sulla gestione degli scarti del riciclo in Europa, perché anche l’Italia, ha tutto il potenziale per gestire gli scarti del riciclo secondo le BAT (Best Available Tecnique) in linea con gli altri paesi europei.

 

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