Qualità, Equità, Controllo e Fiducia. Questi i quattro elementi cardine della strategia consortile che anche nel 2024 hanno portato a risultati d’eccellenza

Presentato a Roma il Rapporto di Sostenibilità 2024 del CONOU
Il nuovo Rapporto di Sostenibilità 2024 conferma il ruolo del CONOU, il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, come modello europeo di economia circolare. I dati, presentati a Roma, nel corso di un evento a Palazzo Wedekind, mostrano come il sistema consortile italiano continui a essere un punto di riferimento a livello europeo per la gestione sostenibile degli oli minerali usati.
In un contesto complesso, segnato da una riduzione generale dei lubrificanti immessi sul mercato, il Consorzio è riuscito ad aumentare la quantità di olio raccolto, raggiungendo quota 188.000 tonnellate (+3% rispetto al 2023), pari alla quasi totalità della quantità raccoglibile. Di queste, oltre il 98% è stato avviato a rigenerazione, trasformandosi in nuove basi lubrificanti con caratteristiche equivalenti al prodotto originario. L’intera attività ha generato benefici ambientali notevoli: oltre 90 mila tonnellate di CO2eq evitate e circa 49 milioni di metri cubi d’acqua risparmiata.
Nel suo intervento introduttivo, il presidente del CONOU, Riccardo Piunti, ha sottolineato come il concetto di sostenibilità non sia una semplice dichiarazione di intenti, ma un principio operativo quotidiano che guida tutte le scelte della filiera: “La sostenibilità è un ponte tra le generazioni, ma ogni ponte ha bisogno di pilastri solidi. I nostri sono la qualità, l’equità, il controllo e la fiducia. Senza questi elementi, non si costruisce nulla che duri nel tempo”. Le sue parole hanno offerto la chiave di lettura dell’intero rapporto, che si sviluppa proprio attorno a questi quattro assi portanti.
Il modello CONOU: un’eccellenza dell’economia circolare
Il Consorzio ha alle spalle oltre quarant’anni di impegno nel garantire una gestione efficiente, sicura e sostenibile degli oli minerali usati. Impegno che lo ha reso un faro per l’intero sistema industriale nazionale ma anche un modello di efficienza e circolarità riconosciuto a livello europeo. Distinguendosi grazie ad una governance fondata su tracciabilità e trasparenza, e ai profondi impatti positivi generati a livello ambientale, sociale ed economico.
Nel corso della tavola rotonda, Gianni Murano, Presidente di Unem, ha evidenziato il valore industriale di questa filiera: “Il CONOU è diventato un modello capace di coniugare efficienza ambientale e sviluppo economico. Dovremmo estendere questa logica anche ad altri ambiti industriali, per esempio convertendo i distributori di carburanti in hub per la mobilità sostenibile, utilizzando tecnologie come i biocarburanti da rifiuto”.
Il Rapporto di Sostenibilità 2024 conferma che l’approccio del Consorzio non si limita a contenere l’impatto ambientale, ma contribuisce attivamente a migliorare la bilancia energetica del Paese e a valorizzare le infrastrutture esistenti.
Consorzio CONOU, il valore della qualità nella filiera
Il primo pilastro che guida i principi strategici del CONOU è la qualità del processo industriale e la piena adesione ai principi dell’economia circolare.
Il sistema CONOU si fonda su due operazioni strettamente interconnesse: la raccolta capillare degli oli minerali usati e la loro rigenerazione.
La qualità non è solo un requisito finale, ma attraversa l’intera filiera: dalla selezione, alla corretta gestione dell’olio minerale esausto in fase di raccolta, fino all’eccellenza tecnologica dei processi di rigenerazione.
Per garantire una rigenerazione efficace, l’olio minerale usato deve essere gestito correttamente sin dalla sua origine. Per questo il CONOU ha attivato campagne di sensibilizzazione rivolte al mondo industriale e artigianale, puntando a una maggiore consapevolezza e a una riduzione della contaminazione dei flussi in ingresso.
Non si tratta semplicemente di trattare un rifiuto, ma di trasformarlo in una risorsa.
A differenza della combustione, che distrugge il materiale per produrre energia, la rigenerazione consente di recuperare la materia, prolungandone il ciclo di vita. Questo processo ha permesso nel 2024 di ottenere più di 121.000 tonnellate di basi lubrificanti rigenerate, riducendo la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di greggio.
Leonardo Salvemini, esperto di diritto ambientale, ha spiegato: “Il Consorzio è uno strumento concepito per fare la differenza. Agisce con una logica pubblica pur essendo un soggetto privato. Oggi rappresenta una best practice normativa e tecnica. Con il nuovo Contratto di Filiera 2025-2027 si punta a incentivare chi garantisce standard qualitativi superiori, introducendo anche criteri di fiscalità ambientale e premiando la responsabilità estesa del produttore”.
Il Rapporto evidenzia che l’adozione di questi criteri è fondamentale per innalzare la resa della rigenerazione e abbattere ulteriormente gli impatti ambientali.
Equità, Sostenibilità e Futuro
Il secondo asse portante è l’equità, con un’attenzione particolare alla parità di genere. Nel 2024, il CONOU ha ottenuto la certificazione PDR 125, a conferma dell’impegno concreto nel promuovere una maggiore presenza femminile in ruoli tecnici e decisionali lungo l’intera filiera. Un traguardo che riflette la volontà di superare gli stereotipi di genere che, ancora oggi, ostacolano l’accesso delle donne a percorsi formativi e professionali nel settore ambientale e industriale.
Il Consorzio si adopera attivamente per costruire un ambiente di lavoro inclusivo, valorizzando la diversità e sostenendo la partecipazione femminile in ogni ambito delle proprie attività.
Accanto al tema della parità di genere, è emersa anche la prospettiva delle nuove generazioni sulla sostenibilità, sottolineando l’importanza di coinvolgere i giovani nella costruzione di un futuro più equo e responsabile.
Pierluigi Zerbino, ricercatore Senior in Economia Circolare e Innovazione Digitale all’Università di Pisa, ha messo in luce il ruolo formativo del Consorzio: “L’economia circolare per i giovani è spesso un concetto teorico, a volte associato a un senso di impotenza. Iniziative come quelle del CONOU dimostrano invece che esistono modelli concreti e replicabili, che danno speranza e creano opportunità occupazionali vere”.
Il Rapporto sottolinea che oltre 1.850 addetti operano nella filiera e che il sistema consente di occupare professionalità a vario livello, dalle attività logistiche alla gestione degli impianti.

Controllo, tracciabilità e trasparenza
Il terzo pilastro, il controllo, è alla base dell’affidabilità dell’intero sistema.
Nel corso dell’anno, il CONOU ha compiuto significativi progressi in questa direzione. In primo luogo, la lotta all’evasione del Contributo ambientale ha imboccato la strada giusta: il fenomeno è stato ridotto ai minimi e, pur senza poter dichiarare una vittoria definitiva, oggi si può parlare di una gestione pienamente sotto controllo.
Il controllo significa anche trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera, dalla raccolta alla rigenerazione. Ogni litro di olio usato raccolto è monitorato grazie a un sistema avanzato e digitale, che permette la verifica in tempo reale dei flussi e degli impianti coinvolti. Ciò consente un miglioramento continuo delle performance e rappresenta una barriera efficace contro frodi e illegalità ambientali.
Governance e impatto territoriale
Il quarto pilastro è la fiducia. Fiducia nella qualità e completezza della raccolta, nella flessibilità e nell’efficienza della rigenerazione, nella responsabilità con cui vengono impiegate le risorse messe a disposizione dai Produttori. Questa fiducia è costruita attraverso una governance trasparente, partecipata e rappresentativa.
Il Rapporto 2024 evidenzia inoltre l’impegno del CONOU sul territorio: 58 aziende di raccolta coprono l’intera rete nazionale, con 103.000 punti di generazione del rifiuto serviti e 25,1 milioni di chilometri percorsi in un anno.
Nel suo intervento, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha sottolineato la necessità di valorizzare questi modelli per riattivare anche aree industriali dismesse: “Se usassimo le risorse per bonificare e rigenerare le aree compromesse, potremmo dare nuovo impulso allo sviluppo sostenibile. Il CONOU dimostra che è possibile recuperare valore da ciò che viene considerato scarto”. Un messaggio coerente con il lavoro di monitoraggio, ricerca e miglioramento continuo documentato nel Rapporto.
Consorzio CONOU: un modello italiano per l’Europa
Infine, il Rapporto 2024 si chiude con una riflessione sulla dimensione internazionale. L’Italia è oggi leader europeo nella gestione degli oli minerali usati, con un tasso di rigenerazione superiore al 98%. Il documento sottolinea come il modello consortile possa essere replicato in altri Paesi, adattandolo ai diversi contesti normativi. La presenza del CONOU in eventi internazionali, la collaborazione con associazioni di categoria e l’adozione di strumenti avanzati – come l’analisi LCA per il Rapporto di Sostenibilità – consolidano il suo ruolo di protagonista nella transizione ecologica a livello europeo.
“L’Europa deve guardare a questo esempio – ha affermato Ciafani –. Il nostro sistema dimostra che si può coniugare sostenibilità ambientale, creazione di valore economico e responsabilità sociale. Ma serve una politica industriale europea che promuova e sostenga questi modelli”.
Il documento conclude con una serie di raccomandazioni su come rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, migliorare la fiscalità ambientale e incentivare l’innovazione lungo l’intera filiera.
Con il Rapporto di Sostenibilità 2024, il CONOU si conferma un punto di riferimento per chi crede che l’economia circolare sia una leva concreta per la crescita, la coesione e la competitività.