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Gli scarti del biodiesel diventano prodotto industriale di alto valore

Dallo scarto del biodiesel un processo elettrochimico lo trasforma in solchetale, risorsa di pregio molto usata nell'industria di cosmetici e come additivo per carburanti

Scarto del biodiesel diventa prodotto industriale di alto valore
Fonte immagine Università di Loughborough

Dagli scarti della produzione di biodiesel nascono prodotti di valore per l’industria. L’innovazione proviene da uno spin-off della Loughborough University, chiamata R3V Tech, che tramite uno specifico processo elettrochimico, trasforma il glicerolo grezzo, un sottoprodotto di basso valore, in una risorsa di pregio. In particolare nel solchetale, un solvente bioderivato comunemente utilizzato nei settori cosmetici e come additivo per carburanti. Valore globale sul mercato, di circa 78 miliardi di dollari. Non male per uno scarto.

Non più glicerolo grezzo da smaltire

Il biodiesel, combustibile derivato da oli vegetali, grassi animali e oli da cucina riciclati, rappresenta una valida alternativa ecologica al gasolio tradizionale, grazie alle minori emissioni di gas serra associate al suo ciclo di vita. Tuttavia, per ogni tonnellata di biodiesel prodotta, si generano circa 100 chilogrammi di glicerolo grezzo.

Il problema è che lo scarto del biodiesel, essendo contaminato da residui chimici e impurità, è difficile da riciclare; infatti viene solitamente venduto a basso costo per la successiva raffinazione, che spesso avviene all’estero.

Questo comporta un duplice onere: un costo logistico ed economico per i produttori di biodiesel, aggravato dalle emissioni derivanti dal trasporto transnazionale del sottoprodotto, e un significativo impatto ambientale a causa dei metodi di raffinazione attuali, altamente energivori.

Un processo elettrochimico innovativo per gli scarti del biodiesel

Il processo elettrochimico di R3V Tech offre una soluzione on-site che rivoluziona la gestione di questo rifiuto in modo più rapido, con minore inquinamento e riducendo l’impatto ambientale. Consente di eliminare i costi di raffinazione, anche su piccola scala.

L’efficienza del processo è garantita da condizioni operative estremamente favorevoli: la reazione avviene a temperatura ambiente e a pressione atmosferica, portando a una notevole riduzione sia del consumo energetico che dei costi operativi. Un ulteriore beneficio ambientale deriva dall’integrazione di anidride carbonica di scarto nel processo, contribuendo così attivamente alla riduzione dell’impronta di carbonio.

Prospettive future e sostenibilità

Questa metodologia, secondo l’azienda inventrice, non solo è efficiente in termini energetici, ma è anche modulare. L’obiettivo a lungo termine, infatti, è la realizzazione di un’unità modulare e autonoma, un sistema plug-in che ospiterà il reattore elettrochimico e i suoi componenti, rendendo l’adozione della tecnologia semplice e immediata per qualsiasi produttore di biodiesel.

R3V Tech sta attualmente scalando il processo dal laboratorio, passando dalla scala dei grammi a una produzione di chilogrammi all’ora, e ha recentemente ottenuto una sovvenzione per costruire e testare un dimostratore pilota presso un impianto di biodiesel entro i prossimi cinque mesi (P.T.)

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