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Cosa fare per fermare la perdita di rifiuti nelle acque

La perdita di rifiuti danneggia gli ecosistemi. Servono metodi univoci a livello globale per monitorare l’entità del problema e trovare soluzioni

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Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash

Africa, Cina, India e Asia meridionale sono le aree più critiche per la perdita di rifiuti

La perdita di rifiuti negli ecosistemi acquatici rappresenta una grave minaccia per la biodiversità e la salute umana. Lo smaltimento inadeguato, specialmente della plastica, è diffuso in tutti i principali bacini oceanici, spiagge, fiumi, laghi e persino in regioni remote come l’Artico e l’Antartico. 

Oggi il 64% dei rifiuti solidi urbani generati a livello globale è gestito in modo inadeguato. Il 29% viene infatti bruciato all’aperto, il 18% finisce nelle discariche e il 17% è disperso. I rifiuti dispersi sono dinamici: ciò significa che, a seconda delle loro caratteristiche fisiche e di determinate condizioni climatiche e geografiche, possono essere spostarsi, danneggiando gli ecosistemi terrestri e acquatici. I rifiuti terrestri sono stati identificati come la principale fonte di rifiuti marini (l’80% è costituito da plastica). Sebbene esistano iniziative per impedire che la plastica entri negli oceani, senza sistemi adeguati di gestione è impossibile fermare la dispersione nei nostri ecosistemi.

I ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA), hanno preso in esame proprio i sistemi di gestione dei rifiuti, per individuare le aree più critiche nella dispersione in fiumi, laghi e coste. La maggior parte delle perdite di rifiuti solidi urbani, cioè oggetti di uso quotidiano scartati dalle persone, avviene in Africa, Cina, India e Asia meridionale. Migliorare i sistemi di gestione in queste regioni è essenziale.

Lo studio evidenzia che concentrarsi su singoli flussi di rifiuti può avere conseguenze indesiderate. Ad esempio, sostituire bicchieri di plastica con bicchieri di carta ha aumentato lo spreco di carta. È quindi cruciale fissare obiettivi che affrontino simultaneamente diversi tipi di rifiuti. La raccolta universale dei rifiuti emerge come strategia primaria per prevenire la dispersione dei rifiuti, anche se la produzione complessiva di rifiuti è ridotta.

La proposta è di costruire un sistema standardizzato per monitorare la produzione, la composizione e i flussi di rifiuti. Questo aiuterebbe a valutare l’efficacia delle azioni politiche, economiche e tecnologiche volte a ridurre i rifiuti e migliorare i sistemi di gestione.

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