Eolico: il settore studia come ridurne il rumore

Un’indagine di RenewableUK identifica i due differenti rumori provocati dai rotori in funzione e individua il metodo per ridurre l’impatto acustico dell’eolico

eolico(Rinnovabili.it) – Un pericolo per gli uccelli, una nota negativa per il paesaggio e un disagio per le orecchie. Sono questi i tre motivi principali che spingono alcune persone a rifiutare l’idea di vivere nei pressi di un impianto eolico. Per promuovere la diffusione della tecnologia la RenewableUK ha pubblicato oggi la ricerca che rivela le cause dei rumori provocati dalle turbine e le relative misure necessarie per affrontare il problema.

Ascoltando i rotori in movimento fino ad oggi sono stati identificati due differenti rumori. Il classico fruscio generato dal movimento rotatorio delle lame, chiamato anche Normal Amplitude Modulation (NAM) e il più raro “whumph”, Other Amplitude Modulation (OAM), la cui origine non era ancora stata identificata e che invece sembra derivi dai bruschi cambiamenti di velocità e direzione del vento.

 

Il documento, pubblicato oggi da RenewablesUK è stato elaborato con la collaborazione di un gruppo di esperti indipendenti provenienti dalle Università di Salford e Southampton, dal Laboratorio Nazionale Aerospaziale dei Paesi Bassi, dall’Hoare Lea Acoustics, dal Robert Davies Associates e dal danese DTU Riso.

Lo studio ha inoltre sottolineato che l’OAM non è molto frequente: l’analisi di ben 133 parchi eolici ha identificato il rumore in sole 4 centrali e con livelli simili al più comune fruscio.

Ma allora cos’è che lo rende così fastidioso alle orecchie delle persone? Dallo studio appare evidente che l’intermittenza e l’irregolarità dello “whumph” lo rendano più identificabile e quindi meno piacevole.

Oltre ad identificare il rumore, il vice amministratore delegato di RenewablesUK, Maf Smith, ha dichiarato di aver racchiuso nel documento anche diversi metodi per combattere il problema.

“Tenuto conto delle ricerche ora abbiamo capito come il blocco delle turbine si possa verificare quando il vento cambia improvvisamente,” ha spiegato. “Siamo molto fiduciosi che i produttori abbiano la possibilità di monitorare i siti e utilizzare i sistemi software esistenti nelle turbine per cambiare l’angolazione delle pale e fermare il rumore quando l’OAM è in corso.”

Una condizione questa definita da Smith come un doppio vantaggio sia per gli operatori che per le popolazioni che vedrebbero ridotto il rumore mantenendo il vantaggio della produzione energetica green.

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