Comitato IFI: “Si ponga fine ad ogni tipo di incertezza e si favorisca la salvaguardia e lo sviluppo della filiera industriale nazionale”
Per ora si tratta solo di poche parole ma se a pronunciarle è Corrado Clini in persona, la faccenda assume tutti altri contorni. E soprattutto mette in allerta chi come l’IFI teme che queste indiscrezioni possano mettere in seria difficoltà investimenti e crescita. Il Comitato IFI, che riunisce le principali aziende italiane che rappresentano l’80% della capacità produttiva di energia fotovoltaica in Italia, dichiara, attraverso il Presidente Alessandro Cremonesi che “non si può più aspettare. Le nostre imprese hanno bisogno di certezza: per programmare i propri investimenti, per tarare i cicli produttivi, per attivare l’accesso al credito. Si prendano posizioni chiare e definitive e soprattutto si favorisca la salvaguardia e lo sviluppo della filiera industriale nazionale. Abbiamo fatto scuola con la Francia, che sta adottando un sistema di incentivazione a tutela del proprio mercato, ripreso dal modello italiano. Anche la Germania sta pensando di predisporre un modello all’italiana. Siamo bravi ad insegnare ma non ad applicare leggi dagli stessi contenuti nel nostro Paese”.
Per Cremonesi è arrivato il momento di sfatare il mito del peso del fotovoltaico e più in generale delle energie verdi sulla bolletta del consumatore. “Nei giorni scorsi sono stati divulgati dati pubblicati da autorevoli Istituti di Ricerca, quali Ref-e e CRESME, che evidenziano in modo inequivocabile come l’energia prodotta da fonte fotovoltaica e rinnovabile in genere, rappresenti, a conti fatti, un significativo risparmio al costo complessivo dell’energia elettrica, oltre a produrre investimenti, crescita e posti di lavoro per tutto il sistema Paese. Teniamo a ricordare che il mercato fotovoltaico italiano, infatti, impiega un totale di 120.000 persone”.