GEM stima che 446 miniere di carbone abbandonate o prossime alla chiusura, potrebbero essere adatte alla riconversione solare.

Riconversione fotovoltaica delle miniere, un’opzione vantaggiosa
La riconversione delle miniere di carbone chiuse o abbandonate all’energia solare potrebbe regalare al pianeta quasi 300 GW di energia pulita nel breve periodo. A sostenerlo è un nuovo rapporto del Global Energy Monitor (GEM) che per la prima volta ha stimato il potenziale fotovoltaico dei vecchi giacimenti carboniferi ai fini della transizione energetica.
Un’impresa ardua che si è affidata ai dati del Global Coal Mine Tracker per identificare le miniere di carbone a cielo aperto a livello globale con attività interrotte o prossime alla chiusura. E, a partire da quelle, la quantità di potenza fotovoltaica sviluppabile sulla loro superficie e i benefici occupazionali.
“L’eredità del carbone è incisa sul territorio, ma non deve necessariamente definirne il futuro“, ha spiegato Cheng Cheng Wu, Project Manager dell’Energy Transition Tracker presso Global Energy Monitor. “La transizione dalle miniere di carbone al solare è in corso e questo potenziale è pronto per essere sfruttato nei principali produttori di carbone come Australia, Stati Uniti, Indonesia e India”.
Riconversione miniere di carbone chiuse, quanti siti sono adatti al FV?
Global Energy Monitor ha individuato come prima cosa 312 miniere di carbone chiuse o esaurite, che hanno interrotto le attività negli ultimi 5 anni. “Parliamo di siti che si estendono su circa 2.089 chilometri quadrati (km²)”, spiega GEM.
Quindi gli autori hanno “catalogato” quelle che potrebbero essere abbandonate entro la fine del 2030, a causa dell’esaurimento delle riserve e della durata dichiarata delle operazioni: per altri 3.731 km² di area mineraria.
Nel primo caso GEM stima che i 2.089 km² possano ospitare una capacità fotovoltaica di almeno 103 GW, ai quali si aggiungerebbero altri 185 GW dagli oltre 3.000 km² dopo il 2030. La maggior parte dei siti si troverebbero in Australia, Stati Uniti, Indonesia e India, i maggiori produttori di carbone.
I vantaggi infrastrutturali
La scelta di queste aree non è peregrina: quasi tutte le miniere di carbone si trovano in prossimità di un’infrastruttura di rete, comprese sottostazioni e linee di trasmissione. Il 96% dei 312 siti già chiusi risulta a meno di 10 km dalla rete elettrica; il 91% si trova entro 10 km da un punto di connessione, come una sottostazione.
E c’è già chi sta spingendo al massimo sulla riconversione delle miniere di carbone al fotovoltaico. La Cina conta ad oggi ben 90 progetti di solarizzazione operativi, con una capacità installata di 14 GW solari, e altri 46 progetti in fase di pianificazione (9 GW).
I benefici sociali
“Riconvertire le miniere allo sviluppo dell’energia solare offre una rara opportunità di coniugare il recupero del territorio, la creazione di posti di lavoro locali e l’impiego di energia pulita in un’unica strategia”, ha aggiunto Cheng Cheng Wu. “Con le scelte giuste, lo stesso terreno che ha alimentato l’era industriale può contribuire a fornire le soluzioni climatiche di cui ora abbiamo urgente bisogno”.
Secondo gli autori nei siti di transizione dal carbone al solare potrebbero essere creati 259.700 posti di lavoro a tempo indeterminato (nei settori manifatturiero, del commercio all’ingrosso e della distribuzione e nei servizi professionali) e, oltre a 317.500 posti di lavoro temporanei.
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