L'INU approva una mozione che rilancia la rigenerazione urbana come motore di sostenibilità, inclusione e pianificazione. No a deroghe e visioni edilizie riduttive

L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) rilancia una visione chiara e integrata della rigenerazione urbana come leva strategica per la trasformazione sostenibile delle città italiane. Durante il XXXII Congresso nazionale, l’Assemblea dei Soci ha approvato all’unanimità una mozione che ribadisce la centralità della rigenerazione nel governo del territorio, rifiutandosi con forza di affiancarla ad un “mero strumento edilizio” o di “sottrarla al quadro della pianificazione generale attraverso scorciatoie normative e misure in deroga”.
La mozione, firmata dal presidente INU Michele Talia, insieme a Stefano Stanghellini, Carlo Alberto Barbieri e Paolo Urbani, afferma un principio ormai indispensabile per le città del futuro: rigenerare non significa solo costruire, ma ripensare e rinnovare spazi e servizi con un approccio multidimensionale e sostenibile, che integri aspetti ambientali, sociali, economici, abitativi e infrastrutturali.
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Rigenerazione urbana com insieme di azioni: dal sociale alla mobilità
Per l’INU, la rigenerazione territoriale e urbana non è una funzione facoltativa, ma un elemento indispensabile, capace di affiancare anche le politiche pubbliche. Al centro, il superamento della logica espansiva che ha segnato le città del secondo Novecento, a favore di una gestione consapevole e rigenerativa di un costruito contemporaneo.
Tra gli interventi chiave che definiscono il perimetro della rigenerazione l’INU evidenzia:
- il recupero del patrimonio edilizio esistente;
- il riuso degli edifici dismessi o sottoutilizzati;
- la creazione di alloggi sociali;
- l’ampliamento e la qualificazione degli spazi pubblici;
- la promozione della mobilità sostenibile;
- interventi di adattamento ai cambiameti climatici e di efficienza energetica;
- la bonifica di aree degradate e la rimozione di detrattori ambientali.
Questa visione si inserisce negli obiettivi di contenimento del consumo di suolo, di tutela del paesaggio e di maggiore equità nell’accesso ai servizi urbani.
No a piani speciali: deve prevalere la regia pubblica
La mozione prende posizione netta contro i frequenti tentativi legislativi regionali e statali, di introdurre strumenti urbanistici “speciali” o in deroga che aggirano la pianificazione generale. Queste pratiche, secondo l’INU, “snaturano il concetto stesso di rigenerazione” e rischiano di trasformare interventi necessari in strumenti speculativi.
L’Istituto sottolinea che spetta al Piano urbanistico generale (PUG) individuare le aree da rigenerare e determinare i relativi incentivi: premialità volumetriche, mix funzionale, flessibilità progettuale e semplificazioni procedurali. Ma sempre nell’ambito di una strategia pubblica chiara, condivisa e sostenibile.
Una riforma per distinguere rigenerazione da semplice edilizia
La mozione INU chiede inoltre una revisione normativa profonda del quadro edilizio attuale, in particolare del TUE Dpr 380/2001, che con la modifica post-Covid del 2020 ha ampliato in modo eccessivo il concetto di “ristrutturazione edilizia”, compromettendo la distinzione tra interventi ordinari e trasformazioni urbanisticamente rilevanti e dilatato il campo di operatività della Scia.
Per l’INU, è essenziale che gli interventi con un significativo incremento del carico urbanistico, sia con l’aumento di volumi, superfici o cambio d’uso, siano soggetti a valutazioni comunali e, nei casi più complessi, a piani attuativi o ad accordi pubblico-privato. Solo gli interventi coerenti con il carico urbanistico esistente possono rientrare nei meccanismi semplificati come SCIA o permesso di costruire.
Finanziamenti stabili e riforma fiscale per sostenere la rigenerazione
Un altro punto fondamentale della mozione riguarda la necessità di un provvedimento legislativo nazionale che garantisca risorse finanziarie stabili nel tempo, capaci di sostenere una programmazione di medio periodo per la rigenerazione urbana e territoriale. L’INU propone anche un alleggerimento fiscale per le attività di rigenerazione, a sostegno dell’iniziativa privata e delle pubbliche amministrazioni.
Rigenerazione come unica strada per il governo del territorio
Infine, l’INU si oppone alla soppressione di norme su densità edilizia, dotazioni pubbliche e distanze tra proprietà, senza una riforma organica del DM 1444/68, più volte chiesta anche in considerazione dell’età del provvedimento. Questi elementi sono indispensabili per garantire qualità urbana, equità e sostenibilità e dovrebbero convogliare in una nuova Legge di Principi del governo del territorio.
Anche il trasferimento della quantità edificatorie (perequazione, compensazioni, crediti edilizi) deve essere funzionale a processi di rigenerazione veri e verificabili, inseriti in un quadro normativo chiaro, definito dal Piano urbanistico generale.