Il centro ricerche del DOE statunitense pubblica la ricetta per tagliare i cosiddetti “costi del software” per gli impianti solari domestici
I costi “non hardware” o costi di software, citati nel titolo del documento, riguardano tutti gli aspetti che non hanno nulla a che fare con la tecnologia, ovvero l’autorizzazione, l’ispezione, l’interconnessione, il sovraccarico, il lavoro di installazione, l’acquisizione di nuovi clienti, e il finanziamento. La relazione rileva che alcuni di questi fattori, spesso classificati come costi indiretti, potrebbero non sembrare significativi se misurati in termini di dollari per watt, ma possiedono in realtà un costo rilevante in quanto rappresentano significative barriere di mercato che rallentano la crescita della tecnologia fotovoltaica. “I costi di software rappresentano oltre il 50% del costo totale nel solare residenziale”, ha spiegato Jon Creyts, direttore del programma a Rocky Mountain Institute. “Nonostante la forte riduzione, negli ultimi anni, del prezzo della tecnologia (hardware), quello legato al non-hardware è rimasto alto. Dobbiamo lavorare per ridurlo e raggiungere l’obiettivo fissato dall’iniziativa SunShot”. La tabella di marcia del NREL fornisce una serie di metodi di riferimento testati e adattati per il fotovoltaico e l’industria dei semiconduttori, e offre una dettagliata analisi di mercato condotta da esperti del settore.