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UE: Phase-out del gas russo, fine import entro il 2027

La Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento per interrompere gradualmente l'importazione di gas e petrolio russi nell'Unione. I primi divieti partiranno dal 2026, mentre per i contratti a lungo termine lo stop è previsto dal 2028.

UE: Phase-out del gas russo, fine import entro il 2027

Il primo regolamento della Roadmap REPowerEU

Per l’Unione europea è arrivato il momento di mettere fine alla dipendenza energetica dalla Russia. Come promesso nella roadmap REPowerEU, presentata il mese scorso, la Commissione ha pubblicato la proposta di Regolamento per il phase-out del gas russo. Lo schema del provvedimento – un testo di 35 pagine più allegato – mette nero su bianco le principali deadline e le iniziative per accompagnare l’abbandono graduale delle importazioni fossili.

“La Russia ha ripetutamente tentato di ricattarci trasformando le sue forniture energetiche in armi”, ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. “Abbiamo adottato misure chiare per chiudere il rubinetto e porre fine per sempre all’era dei combustibili fossili russi in Europa”.

La Dipendenza Energetica UE dalla Russia

L’Unione Europea si è volontariamente creata una storia decennale di dipendenza dall’energia russa. Dipendenza che non è stata intaccata neppure dalle prime ostilità tra Russia e Ucraina nell’ormai lontano 2014. Al contrario, nel 2015 è stato firmato l’accordo per costruire il Nord Stream 2 tra Gazprom e una serie di aziende energetiche europee.

Una strategia poco lungimirante che nel tempo ha portato l’Unione a ottenere da Mosca fino al 45% del gas importato (sia gas naturale che GNL). L’invasione dell’Ucraina e le successive contromisure commerciali hanno fatto precipitare la situazione, mostrando tutta la vulnerabilità comunitaria a interruzioni dell’approvvigionamento e fluttuazioni dei prezzi.

Il piano di messa in sicurezza non è stato semplice e il caro energia ha avuto effetti pesanti sia sul comparto industriale europeo che sulle famiglie. Nel complesso, l’UE ha ridotto significativamente la dipendenza e le importazioni di energia dalla Russia. La fornitura di gas è scesa al 19% nel 2024, con proiezioni che indicano un ulteriore calo al 13% nel 2025 grazie allo stop dei flussi attraverso l’Ucraina. Le sanzioni comunitarie hanno anche ridotto le importazioni di petrolio russo dal 27% di inizio 2022 al 3% nel 2024 e completamente vietato quelle di carbone.

“Nonostante questi progressi, le forniture russe di gas e petrolio continuano a far parte del mix energetico dell’UE”, spiega la Commissione. Addirittura, lo scorso anno il Blocco ha registrato una ripresa dell’import di gas dalla Russia, con 52 miliardi di metri cubi (32 miliardi di metri cubi via gasdotto e 20 miliardi di metri cubi via GNL) immessi sul mercato europeo.

Le contro misure europee

Per mettere definitivamente un punto alla vulnerabilità dei Ventisette, lo scorso 6 maggio l’esecutivo comunitario ha adottato una tabella di marcia per un approccio coordinato e graduale al phase-out di gas, petrolio ed energia nucleare Made in Russia. Tabella di cui il regolamento costituisce il primo passo concreto.

La proposta legislativa mira a ridefinire le relazioni commerciali in ambito energetico con la Russia. Come? Proponendo di vietare le importazioni di gas naturale russo, esportato direttamente o indirettamente dalla stessa federazione, nonché la fornitura di servizi nei terminali GNL dell’UE ai clienti della Russia. “Il regolamento proposto prevede un’eliminazione graduale per garantire la stabilità del mercato e dell’approvvigionamento”, si legge sul sito della Commissione.

Phase-out del gas russo, le tempistiche

La timeline mostra le tappe fondamentali per una transizione graduale e gestita, garantendo la stabilità del mercato energetico dell'Unione Europea.
La timeline mostra le tappe fondamentali per una transizione graduale e gestita, garantendo la stabilità del mercato energetico dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda i contratti di fornitura a breve termine esistenti, il divieto si applicherà a partire dal 17 giugno 2026 per gli importatori che possono dimostrare alle autorità doganali che sono stati firmati prima del 17 giugno 2025 senza successive modifiche. Per i contratti a lungo termine, il divieto si applicherà a partire dal 1° gennaio 2028, a patto che gli importatori possano dimostrare che la firma risalga a prima del 17 giugno 2025.

Lo stesso periodo di transizione, necessario per trovare nuovi fornitori, dovrebbe applicarsi anche ai contratti di fornitura a breve termine di gasdotto con fornitori della Federazione Russa che servono a rifornire i Paesi senza sbocco sul mare (come Austria e Ungheria) interessati da cambiamenti nelle rotte di approvvigionamento del gas russo e che sono collegati a contratti a lungo termine.

“La Commissione collaborerà strettamente con tutti gli Stati membri, in particolare con quelli che potrebbero incontrare difficoltà a causa di ciò. Nessuno Stato membro rimarrà senza energia a seguito di questa proposta”, ha affermato Dan Jørgensen, commissario per l’energia e l’edilizia abitativa.

Il regolamento sul phase-out prevede anche che i servizi di terminale GNL per i clienti russi o controllati da imprese russe saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2026. Per i servizi forniti nell’ambito di contratti a lungo termine firmati prima del 17 giugno 2025, il divieto si applicherà a partire dal 1° gennaio 2028.

scadenza contratti gas

Le misure per accompagnare il phase-out del gas russo

Per garantire un’eliminazione graduale e ben gestita delle importazioni di gas e petrolio russi, gli Stati membri dovranno elaborare piani nazionali di diversificazione con misure e tappe precise da presentare entro il 1° marzo 2026.

I piani nazionali dovranno includere informazioni sui volumi dell’import nell’ambito dei contratti esistenti e sulle forniture e rotte di approvvigionamento alternative, compresi eventuali ostacoli di natura tecnica, giuridica o commerciale.

Bruxelles monitorerà processo e progressi in collaborazione con l’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER).

Gli importatori di gas russo dovranno, invece, fornire alla Commissione europea e alle autorità nazionali competenti, comprese le autorità doganali, informazioni su:

  • i volumi contrattuali, comprese le flessibilità previste da clausole “take-or-pay” o “delivery-or-pay”;
  • la data di conclusione;
  • la durata del contratto;
  • l’identità dei partner contrattuali, del produttore di gas e del paese di produzione;
  • il porto di primo carico con punti di consegna e i relativi orari (nel caso del GNL).
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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.