Si apre la stagione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo

Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli firma il decreto. E riceve la benedizione di Beppe Grillo per il quale l’energia è “la vera rivoluzione culturale del Paese”.

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – “E’ un punto di arrivo e di partenza contemporaneamente. Siamo davanti a una svolta molto importante che consentirà lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile. Andiamo verso un percorso virtuoso per consentire ai cittadini di produrre e consumare energia”. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli bollina con queste parole – ancora più della firma apposta sul documento nel corso di una conferenza a Palazzo Madama ‘Giornata storica verso la decarbonizzazione del Paese’ – il decreto del Mise che incentiva e di fatto apre la stagione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo di energia.

La norma – che era già stata contemplata dal decreto Milleproroghe e che trova oggi spazio di attuazione, pur anticipando la direttiva europea ad hoc – rende sostanzialmente l’energia come il cibo, a chilometro zero. E come il cibo, cotto e mangiato, potrà essere prodotta e consumata. I cittadini diventano sia produttori che consumatori, cioè dei ‘prosumer’; proprio ci chiede l’Europa per avere meno sprechi per la rete di distribuzione, a prezzi più bassi, con un taglio delle emissioni, e una maggiore autonomia. Con l’autoconsumo – secondo le stime – ci sarebbe una crescita delle rinnovabili, con utili per oltre 5 miliardi di euro all’anno e la creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro.

comunità energetiche

Ed è su questo che poggia l’architettura dell’intervento di Beppe Grillo, a dire il vero a tutto campo rilanciando il “reddito universale a tutti senza condizioni” e contaminando lo spazio letterario delle istituzioni quando si sofferma sulla “parola ‘Stato’” che “deve diventare una buona parola”. In questo caso il comico che ha lanciato i 5s (li chiama “figli” gli esponenti pentastellati) assume anche le vesti di padre benedicente il provvedimento: “Avete fatto un miracolo. L’energia è la vera rivoluzione culturale di questo Paese. E’ un tema di civiltà”.

Prima attacca le vecchie fonti (“l’energia da fossili deve costare molto, non poco, così si possono redistribuire gli incentivi a sostegno delle rinnovabili”), poi ricorda quello che ormai fa da tempo (“io sono 20 anni che mi produco l’energia”). Ma non si ferma, e superando a sinistra tocca la partita delle risorse del Recovery fund: “dobbiamo cambiare tutto, ma se la priorità è raddoppiare il Pil vuol dire che non abbiamo capito niente. Io voglio una città più verde, dove tutto è a 500 metri; questo mi dà l’impressione che il Pil sia alto”. Infine non dimentica di chiamare in causa anche Confindustria (“bisogna che ci si metta a un tavolo” per parlare delle cose che “rovinano l’ambiente”).

Nello specifico – spiega il presidente della commissione Industria del Senato Gianni Girotto – il decreto ministeriale firmato da Patuanelli “incentiva l’autoconsumo” di energia (previsto dalla direttiva europea sulle rinnovabili RED II); si tratta – prosegue – di “un incentivo che non andrà a pesare sulla bolletta ma ne sostituirà un altro”, lo scambio sul posto. “Non abbiamo fatto giochino fiscale – rileva poi – miglioriamo strutturalmente il costo dell’energia”. Non soltanto questo però; la misura è infatti cumulabile con il superbonus e anticipa alcune misure europee.

In questo modo – viene osservato – avremo un cambiamento che sposta il baricentro della produzione e consumo di energia sul territorio: cittadini, imprese e Comuni potranno finalmente attivarsi collettivamente per produrre e consumare energia a livello locale, riducendo i costi dei consumi elettrici, alimentando la crescita economica e abbattendo le emissioni inquinanti e i conseguenti impatti ambientali e sanitari. Un vero e proprio “nuovo paradigma” che porterà “un cambio culturale del modello produttivo”.

Articolo precedenteEcco il 1° standard basato sulla scienza per le zero emissioni aziendali
Articolo successivoPatuanelli: per Italia idrogeno centrale ma non è prospettiva per ex Ilva

3 Commenti

  1. Da sottoscrivere in pieno.
    Questi temi dovrebbero essere al centro del dibattito nazionale, in quanto coinvolgono tematiche economiche (utili), sociali (aumento posti di lavoro), ambientali (azzeramento emissioni), il tutto a costi negativi, in quanto i soldi anticipati rientrano nel giro di pochi anni, con discreti, ma soprattutto, sicuri, interessi.
    Il fatto che non se ne parli mi preoccupa, data l’attuale situazione economica e sociale, e la situazione strutturale da oltre due decenni (crescita ridotta al lumicino) e debito che cresce in modo esponenziale, costituendo una zavorra per le generazioni successive.
    A mio parere, oltre al sostegno economico, ci vorrebbe, da parte di privati o pubblici (per esempio l’ENEA) una consulenza, tecnica, economica e legale, sulle opportunità derivanti dalle tecnologie già esistenti o prossime allo sviluppo, dal fotovoltaico all’accumulo, all’integrazione di vari strumenti per aumentare l’autoconsumo di energia, e quindi la redditività degli investimenti.

  2. Pienamente d’accordo con Giuliano 15 settembre.
    Occorre capire il livello ragionevole di una comunità energetica: un condominio? più condomini? un quartiere? di quanti KW prodotti e consumati si parla?

  3. Io sono già produttore e consumatore ma le bollette sono sempre salate e lo sarebbero anche se riducessi a zero il prelievo dalla rete Enel.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!