La Russia chiude il Nord Stream 1, azzerate le forniture

Dalle 3 del mattino del 31 agosto, i flussi negli entry points tedeschi del gasdotto segnano volumi in entrata pari a zero. I lavori straordinari di manutenzione annunciati da Gazprom come causa per lo stop riguardano l’ultima turbina attiva alla stazione di compressione di Portovaya. Possibili riduzioni di gas anche per l’Italia

Nord Stream 1: Gazprom azzera le forniture
via depositphotos.com

Ufficialmente, il Nord Stream 1 si ferma solo per una manutenzione di 3 giorni

(Rinnovabili.it) – Nuovo stop alle forniture di gas russo. Ufficialmente, per una manutenzione straordinaria di tre giorni. Da questa mattina sono azzerati i flussi attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che rifornisce principalmente la Germania ma anche altri paesi europei tra cui l’Italia. Il gas che arriva a Roma, infatti, viaggia soprattutto attraverso il Tag (Trans Austria Gas Pipeline) ma una quota passa dalla condotta che passa sotto il mar Baltico.

Dalle 3 del mattino ora italiana, i dati sui flussi agli entry points del Nord Stream 1 sono scesi rapidamente a zero. L’operazione, fa sapere l’agenzia stampa russa TASS, è necessaria per lavori di manutenzione alla stazione di compressione di Portovaya. Già finita sotto i riflettori nei mesi scorsi quando Mosca aveva usato i ritardi nella sostituzione di una delle turbine (causa sanzioni occidentali) per iniziare a chiudere i rubinetti. Prima portando i flussi al 40%, poi da fine luglio al 20% della capacità complessiva.

I lavori dovrebbero durare soltanto 3 giorni e concludersi nella mattinata di sabato 3 settembre. Ma a Berlino e nelle altre capitali europee si teme che il Cremlino stavolta non riaprirà i rubinetti. Lo fanno pensare alcuni dettagli della manutenzione. A differenza di quella – programmata – di luglio, stavolta l’annuncio è arrivato con poco preavviso (due settimane) e le operazioni saranno svolte direttamente da Gazprom, non da Nord Stream AG, il consorzio che gestisce il gasdotto e include anche l’olandese Gasunie, la francese Engie e le tedesche Wintershall Sea e E.ON.

Poi c’è la tempistica. La Russia in questi mesi ha usato i flussi di gas per tenere alta la pressione sull’Europa. A inizio settembre i paesi UE si riuniranno per decidere nuove misure straordinarie contro la crisi energetica e uno stop al Nord Stream 1 potrebbe dare nuovi argomenti a chi, tra i Ventisette, vorrebbe un approccio più soft verso Mosca. Senza dimenticare gli stoccaggi: in questi giorni l’Europa ha sostanzialmente raggiunto i target fissati dal piano Repower EU per il 1° novembre, ma con nuovi stop potrebbe faticare a mantenere i livelli di storage senza sacrifici da parte dell’industria.

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