50 case a basso consumo per la 2a città più inquinata

    Per contrastare le emissioni nocive di una delle città più inquinate del mondo è stato proposto un progetto per sostituire le vecchie abitazioni con 50 nuove case a basso consumo

    1 50 case a basso consumo per la 2a città più inquinata(Rinnovabili.it) – Ancora legata a vecchie tradizioni inquinati, la città di Ulaanbaatar in Mongolia è oggi una delle realtà più inquinate del mondo. Per risolvere in parte il problema un team UK ha predisposto la costruzione di 50 case a basso consumo.

     

    Anche se la Cina detiene sicuramente uno spiacevole primato, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le città che soffrono di più per l’inquinamento sarebbero Ahvaz in Iran e Ulaanbaatar in Mongolia.

    I problemi di Ulaanbaatar in particolare sarebbero legati ad alcune tradizioni difficili a morire, ma responsabili addirittura del 60% delle emissioni inquinanti che affliggono la città, tra le quali l’uso delle vecchi stufe per riscaldare le tradizionali tende mongole che ancora oggi ospitano numerose famiglie attorno alle città.

    Con temperature che raggiungono anche i -30°C, gli abitanti delle tradizionali tende si scaldano bruciando legna, carbone ed addirittura rifiuti di ogni genere, con la produzione di un’inevitabile nuvola di smog che aleggia sulla città.

     

    “L’inquinamento atmosferico rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica a Ulaanbaatar e ridurre le emissioni di riscaldamento domestico nelle aree residenziali dovrebbe essere l’obiettivo primario degli sforzi per il controllo dell’inquinamento atmosferico”, ha affermato RW Allen, ricercatore della Simon Fraser University.

     

    2 50 case a basso consumo per la 2a città più inquinataPer porre fine a questo problema, il team UK di Gradon Architecture ha proposto una nuova tipologia di sviluppo urbano, composto esclusivamente da case a basso consumo di varie metrature oggi all’analisi del Governo centrale.

    “Molti edifici di Ulaanbaatar sono stati costruiti nell’epoca sovietica”, afferma Chris Allan di Grandon Architecture. “Questo significa che molte persone vivono in alloggi di scarsa qualità, a cui manca anche l’isolamento base in polistirene, così come doppi vetri”.

    Se il progetto dovesse ricevere l’ok dalle autorità locale, partirà la realizzazione delle prime case a basso consumo, assicurando l’accessibilità anche alle famiglie meno agiate.

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