Accumulo solare di rete, l’Europa rischia di perdere il treno?

Nel 2018 sono stati installati nel mondo più di 600 MW di storage, grazie soprattutto ad Australia, USA e Corea del Sud. L’Europa ha portato a casa appena 6 MW

accumulo solare rete
via depositphotos.com

I dati di Wood Mackenzie sull’accumulo solare a livello mondiale

(Rinnovabili.it) – Il 2018 è stato l’anno decisivo per il mercato dell’accumulo solare di rete. Secondo i dati di Wood Mackenzie, a livello globale gli impianti di stoccaggio “front-of-the-meter” (FTM), letteralmente “davanti al contatore”, hanno compiuto un vero proprio salto di qualità crescendo di oltre sei volte dal lato della potenza installata: un più 600 MW ottenuto soprattutto all’impegno di tre nazioni, ossia Australia – regina indiscussa dell’accumulo solare FTM e di quello behind-the-meter (BTM) – Stati Uniti e Corea del Sud. Per il 2019 si attendono performance più contenute ma ugualmente degne di nota: con la Cina che prenderà il posto della Corea e con un sensibile aumento dei progetti giapponesi in questo campo.

mercato accumulo solare

La domanda che sorge spontanea guardando i grafici elaborati da Wood Mackenzie è: che fine ha fatto l’Europa? Nonostante la rinnovata attenzione allo sviluppo fotovoltaico, nel 2018 il Vecchio Continente ha implementato solo 6 MW degli oltre 600 connessi globalmente alla rete. E ben poco cambierà per il 2019, nonostante gli analisti si aspettino un nuovo picco di impianti fotovoltaici. Il problema principale è che la regione non possiede politiche efficaci per attirare il mercato dell’accumulo solare di rete. Il nuovo meccanismo delle aste rinnovabili favorisce la nuova potenza eolica e solare, ma non offre alcun vantaggio agli impianti dotati di stoccaggio. Gli sviluppatori sanno che aggiungere sistemi a betterie alle loro offerte non li renderebbe, alle condizioni attuali, competitivi.

>>Leggi anche Accumulo: in Australia si gioca la gara delle batterie giganti<<

Al contrario, le nazioni che hanno ampliato il potenziale di storage FTM possono tutte contare su strumenti di supporto: l’Australia fornisce incentivi ai grandi impianti rinnovabili con batteria, negli USA sono supportati dal boom di contratti PPA, in Corea del Sud il mercato dell’accumulo solare è sovralimentato da appalti pubblici e sovvenzioni.

L’Europa rischia di perdere il treno? Non proprio, secondo Rory McCarthy, analista senior di Wood Mackenzie “Stiamo iniziando a vedere piccoli sviluppatori pionieristici del solare-plus-storage in Europa a partire da una serie di progetti senza sussidi nel Regno Unito. Ci aspettiamo che le implementazioni europee si riprendano, non solo per i giocatori più piccoli ma anche per le grandi utility”.

Articolo precedenteOlimpiadi di Tokyo 2020: podio e medaglie saranno fatti di materiali riciclati
Articolo successivoEolie, dal 28 al 30 giugno i Green Salina Energy Days

2 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!