Rinnovabili • Il primo modulo del Data Center, inabissato nelle acque di Hainan. [Photo by Tang Fei/For chinadaily.com.cn] Rinnovabili • Il primo modulo del Data Center, inabissato nelle acque di Hainan. [Photo by Tang Fei/For chinadaily.com.cn]

Un Data Center sottomarino: in Cina viene inaugurato il primo impianto commerciale al mondo

Nel mare di Hainan, 1.433 tonnellate di tecnologia per ridurre consumi e impatti ambientali.

Il primo modulo del Data Center, inabissato nelle acque di Hainan. [Photo by Tang Fei/For chinadaily.com.cn]
Il primo modulo del Data Center sottomarino nelle acque di Hainan. Fonte Tang Fei/For chinadaily.com.cn

Raffreddamento naturale per il risparmio energetico del data center sottomarino

La Cina ha inaugurato il primo data center sottomarino commerciale al mondo, segnando una tappa decisiva nella corsa alla blue economy e alla digitalizzazione sostenibile. Il progetto, installato al largo della contea di Lingshui, nell’isola di Hainan, ospita i server in una cabina d’acciaio da 1.433 tonnellate, equivalente al peso di 1.000 automobili, e utilizza raffreddamento naturale con acqua marina per abbattere i costi energetici fino al 90% rispetto ai centri terrestri. L’impianto è già operativo e fornisce servizi digitali che spaziano dalle app per il turismo all’intelligenza artificiale.

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Un’infrastruttura da 1.433 tonnellate per la blue economy

L’iniziativa, promossa dal gruppo cinese Highlander con il supporto delle autorità locali e di Shenzhen HiCloud Data Centre Technology, rappresenta uno dei punti strategici del piano di sviluppo di Hainan come hub per la blue economy e l’innovazione marittima. Ogni cabina, collocata a 35 metri di profondità, ospita 24 rack di server per un totale di circa 500 unità di calcolo.
Le finalità principali sono ridurre i consumi di energia per il raffreddamento e consolidare la capacità digitale del Paese, oggi messa alla prova dall’esplosione di domanda generata da cloud e intelligenza artificiale. Secondo il project manager Pu Ding, “collocare i server in mare permette di sfruttare la temperatura stabile dell’acqua, abbattendo i costi operativi e il fabbisogno energetico dei sistemi di raffreddamento”.

Raffreddamento naturale e alimentazione da energia rinnovabile

Il sistema si affida a un raffreddamento naturale garantito dalle correnti oceaniche, che sostituisce i complessi e dispendiosi impianti ad aria o evaporazione utilizzati a terra. La struttura è inoltre alimentata per oltre il 95% da energia rinnovabile, grazie a un parco eolico offshore installato nelle vicinanze.
Secondo Highlander, questa combinazione di tecnologie consente di ottenere un’efficienza operativa superiore del 40% rispetto ai data center tradizionali e di tagliare drasticamente le emissioni di CO₂.

L’approccio cinese, sottolineano gli esperti, offre anche un vantaggio ambientale indiretto: evita l’uso di grandi quantità d’acqua dolce, una risorsa sempre più scarsa nelle regioni aride dove si concentrano molti data center occidentali.

Hainan punta a 100 moduli entro il 2026

Il progetto rientra nel 14° Piano Quinquennale della provincia di Hainan, che prevede la realizzazione di una rete subacquea di 100 moduli entro il 2026. L’obiettivo è attrarre investimenti globali e trasformare la Free Trade Zone in un centro di ricerca e sviluppo per le tecnologie marine e digitali.
Le nuove regole del governo cinese consentono inoltre la piena proprietà straniera dei data center in aree come Hainan, Pechino, Shanghai e Shenzhen, con l’intento di favorire collaborazioni internazionali e aumentare la competitività nel settore delle infrastrutture digitali.

Sfide tecniche sull’impatto ambientale di un data center sottomarino

Nonostante l’entusiasmo, restano aperte diverse sfide ingegneristiche e ambientali. Secondo Zhou Jun, ingegnere del progetto, “la costruzione del data center sottomarino ha presentato difficoltà superiori alle previsioni iniziali”, legate alla protezione dei componenti da corrosione salina e infiltrazioni.
La capsula in acciaio è rivestita da un film protettivo in vetro e collegata alla superficie tramite un ascensore che facilita la manutenzione. Tuttavia, gli esperti della University of California, Riverside avvertono che la dispersione termica e le interferenze acustiche richiedono ulteriori studi per evitare effetti negativi sugli ecosistemi marini. Un’analisi indipendente condotta nel 2020 nella zona di Zhuhai ha comunque mostrato che le temperature dell’acqua circostante restano ben al di sotto delle soglie critiche.

Dalla Cina allo spazio: la nuova frontiera dei data center

Mentre la Cina porta i server sotto il mare, gli Stati Uniti guardano allo spazio. Amazon e altre aziende stanno progettando data center orbitanti alimentati da pannelli solari, capaci di operare a zero consumo idrico e senza competere per il suolo terrestre. Nel frattempo, Samsung e OpenAI stanno sviluppando strutture galleggianti per combinare efficienza e sostenibilità.
Secondo gli analisti, la sfida globale è ormai tracciata: garantire infrastrutture digitali ad alte prestazioni senza aggravare i consumi energetici e idrici. In questo contesto, il data center sottomarino di Hainan rappresenta il primo passo concreto verso una transizione digitale a basso impatto, alimentata dal mare e dalle energie rinnovabili.

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About Author / Alessandro Petrone

Giornalista da oltre 20 anni, nel corso della sua carriera si è occupato di politica, economia, attualità e costume. È stato Caporedattore e Direttore Responsabile per una Casa Editrice che pubblica magazine generalisti in Italia, Germania, USA e Cina. Ha scritto e collaborato con aziende e media che si occupano di automotive, con particolare attenzione ai temi della mobilità sostenibile. Si è avvicinato al mondo dell’energia lavorando come ufficio stampa per multinazionali del settore. Da allora, si occupa assiduamente di temi legati alla transizione energetica, soprattutto nel settore automotive, e alle energie rinnovabili, scrivendo per La Repubblica, AdnKronos, 9 Colonne, The Post International. È altresì appassionato di tecnologia, informatica, fotografia e cucina con un passato da attivista LGBTQIA+.