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Nasce in Cina il primo data center sottomarino alimentato dal vento

Il progetto, avviato nelle acque costiere di Shanghai, conterà una prima fase dimostrativa con un impianto da 2,3 MW e una seconda fase in cui la capacità sarà elevata a 24 MW, integrando anche l’energia eolica.

Nasce in Cina il primo data center sottomarino alimentato dal vento
immagine creata con l’IA

Acqua e vento, ingredienti essenziali per Shanghai Lingang UDC

Il mondo dell’IT compie un nuovo passo a favore dei bassi consumi. Succede in Cina e più precisamente a Shanghai, dove le autorità locali e Hicloud Technology hanno firmato un accordo per sviluppare Shanghai Lingang UDC, il primo Data Center sottomarino commerciale. Un’infrastruttura che a regime avrà una potenza di 24 MW e che, grazie al raffreddamento naturale del mare, ridurrà la domanda energetica del 30-40% rispetto ai data center tradizionali.

Non si tratta di una vera e propria novità: già in tempi non sospetti Microsoft aveva sfruttato i fondali marini per un progetto simile. Parliamo del datacenter subacqueo “Project Natick”, ospitante 864 server e installato nel 2018 al largo della Scozia, in un’area test per le rinnovabili marine.

Nel caso della Cina, tuttavia, il campo da gioco è molto più ampio e il fine è quello commerciale. Realizzato in due fasi, il nuovo data center sottomarino avrà inizialmente una potenza di appena 2,3 MW che sarà successivamente elevata fino a 24 MW.

La domanda energetica dei data center

La domanda di servizi digitali è in rapida crescita. Dal 2010 ad oggi, il numero di utenti web in tutto il mondo è più che raddoppiato, mentre il traffico internet globale è cresciuto di 20 volte. Questo rapido trend ha posto sotto i riflettori i data center e le reti di trasmissione dati che supportano la digitalizzazione. Nonostante, infatti, rapidi miglioramenti nell’efficienza energetica abbiano contribuito a limitare la crescita della domanda di energia da parte dell’IT, le previsioni per il futuro sono tutte in salita.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) prevede che la domanda di elettricità dei data center in tutto il mondo più che raddoppierà entro il 2030, raggiungendo circa 945 TWh. Un dato leggermente superiore all’intero consumo elettrico del Giappone oggi. A far crescere i consumi sarà soprattutto l’intelligenza artificiale (IA) con consumi settoriali che dovrebbero addirittura quadruplicarsi entro la fine di questo decennio.

PPA rinnovabili e nuove tecnologie

Per alleggerire il più possibile il proprio peso energetico e soprattutto per tutelarsi dalla volatilità dei prezzi elettrici, i big dell’ITC stanno investendo da tempo in progetti rinnovabili. In particolare, gli operatori di data center di grandi dimensioni stanno promuovendo attivamente accordi di acquisto di energia a lungo termine (Power Purchase Agreement, PPA) con cui approvvigionarsi direttamente o, nella maggior parte dei casi virtualmente, di energia pulita. Attualmente Amazon, Microsoft, Meta e Google sono i quattro maggiori firmatari di PPA aziendali, ma gli acquisti di energia da soli non risolvono il problema.

In questo contesto i miglioramenti dell’efficienza, sia hardware che software, appaiono essenziali, così come essenziali sono le nuove tecnologie di raffreddamento o di riutilizzo delle grandi quantità di calore generato.

Non solo. La crescita dei data center potrebbe anche comportare una notevole pressione sulle reti elettriche locali, aggravata dall’enorme discrepanza tra i rapidi tempi di costruzione di queste infrastrutture e il ritmo spesso lento di espansione e potenziamento delle reti e della capacità di generazione.

Il data center sottomarino alimentato dall’eolico

Il nuovo data center sottomarino della Cina potrebbe fornire una risposta a tutte queste sfide. Da progetto l’infrastruttura sfrutterebbe il raffreddamento naturale del mare (ancora da valutare l’impatto a lungo termine sull’ecosistema), riducendo il consumo di energia per la refrigerazione del 40-50%.

La prima fase, l’impianto dimostrativo da 2,3 MW, è stata designata dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma come modello nazionale per l’innovazione verde e a basse emissioni di carbonio e dovrebbe entrare in funzione a settembre. La seconda fase aumenterà la capacità a 24 MW, raggiungendo un’efficienza di utilizzo dell’energia (PUE) inferiore a 1,15 e ottenendo oltre il 90% del suo fabbisogno energetico da parchi eolici offshore.

Secondo quanto affermato dalle autorità locali il nuovo data center sottomarino supporterà l’intelligenza artificiale, il 5G, l’Internet of Things (IoT) industriale e le piattaforme di e-commerce transfrontaliere.

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