Rinnovabili • L’intelligenza artificiale riuscirà a cambiare il paradigma dell’alimentazione globale? Rinnovabili • L’intelligenza artificiale riuscirà a cambiare il paradigma dell’alimentazione globale?

Alimentazione, come rispondere a temi sfidanti con l’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale potrà aiutare l’uomo a trovare le risposte adatte alle grandi sfide che riguardano l’alimentazione globale? Non dobbiamo sopravvalutare le sue capacità, ma può essere decisamente utile nell’analizzare dati complessi e progettare soluzioni

L’intelligenza artificiale riuscirà a cambiare il paradigma dell’alimentazione globale?
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Rispondere in tempi rapidi a temi sfidanti e urgenti

L’intelligenza artificiale potrà trasformare il futuro dei sistemi alimentari mettendoli in condizione di nutrire una popolazione che sfiorerà i 10 miliardi di persone entro il 2050?

Le attuali catene di fornitura di cibo sono evidentemente inefficienti e insostenibili; i tentativi di riorganizzare le filiere ottengono risultati deboli e non riescono a stimolare un’innovazione di su larga scala e di lungo periodo.

Innovazione alimentare alla portata di tutti

Partendo da questi punti fermi, una ricercatrice dell’Università di Stanford (USA) ha esplorato il potenziale dell’intelligenza artificiale per rimodellare il futuro del cibo.

Nel suo studio AI for food: accelerating and democratizing discovery and innovation, pubblicato in “npj Science of Food”, Ellen Kuhl evidenzia le sfide in cui l’intelligenza artificiale può essere utile per progettare alimenti sani, nutrienti e sostenibili per un numero crescente di persone.

In sostanza, lo studio vuole sfruttare l’intelligenza artificiale per far sì che l’innovazione in campo alimentare sia alla portata di tutti.

Solo così, si potrà accelerare la transizione verso sistemi alimentari globali resilienti che affrontino le indifferibili sfide del nostro tempo: la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la salute del Pianeta.

Due domande chiave

Il dato che sembra incontrovertibile è l’aumento della popolazione della popolazione sul Pianeta. Ma è altrettanto indubbio che nella situazione attuale non sarà possibile avere cibo per tutti.

Esiste una sorta di circolo vizioso in cui i sistemi alimentari sono la causa e l’effetto del degrado ambientale, del cambiamento climatico e dell’insicurezza alimentare: ovvero di ciò che rende impossibile sradicare la fame.

Kuhl pone l’attenzione sul fatto che il sistema alimentare globale si basa principalmente sull’agricoltura animale, una delle principali fonti di emissioni di gas serra, deforestazione e consumo di acqua, eppure non riesce a soddisfare i bisogni nutrizionali della popolazione mondiale.

La domanda chiave è: sarà sufficiente indirizzare i consumatori verso alternative più sostenibili, a base vegetale? Dall’urgenza di trovare una risposta nasce la domanda successiva: l’intelligenza artificiale riuscirà a cambiare il paradigma dell’alimentazione globale?

I limiti dell’intelligenza artificiale

Non mancano le perplessità di fronte a questa domanda, ma è evidente che dobbiamo “orientare” la capacità dell’intelligenza artificiale a trovare risposte in tempi rapidi a temi sfidanti e urgenti: ottimizzazione della produzione alimentare, aumentare l’efficienza dell’uso del suolo e dell’acqua, prevedere e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.

Se a livello individuale l’intelligenza artificiale può fornire raccomandazioni dietetiche per una dieta personalizzata, a livello globale può guidare cambiamenti sistemici.

Per rimanere nell’ambito dell’innovazione alimentare, che è il focus dello studio, l’intelligenza artificiale potrebbe portare a scoprire nuove fonti proteiche, nuove formulazioni per gli alimenti, migliorare i processi di produzione, creare prodotti che imitano quelli di origine animale.

Bisogna però avere ben chiaro che l’intelligenza artificiale ignora le sfumature sociali, etiche e sensoriali del cibo, profondamente radicate negli esseri umani.

Collaborazione tra uomo e intelligenza artificiale

Possiamo allora optare per una proficua collaborazione tra uomo e intelligenza artificiale? È esattamente quello che sta dietro il presente studio.

Pertanto, possiamo usarla per ispirare la creatività e guidare la ricerca per arrivare a nutrire tutti in modo sostenibile.

Del resto gli alimenti innovativi combinano scienza alimentare, ingegneria, arte culinaria e ricerca sui consumatori.

Un miglioramento graduale ci porta al risultato desiderato dopo aver definito il prodotto, selezionato gli ingredienti necessari, sviluppato la formulazione giusta e ottimizzato il prodotto.

Sta a noi fornire i dati giusti da elaborare

L’intelligenza artificiale non generativa analizza, migliora o deduce dati senza crearne di nuovi, quella generativa crea nuovi dati che assomigliano a quelli esistenti.

L’IA è affamata di dati che poi elabora e combina, anche se provengono da fonti diverse. Pertanto, sta a noi fornire i dati giusti da elaborare: non solo gli ingredienti in sé, ma anche le loro proprietà e gli effetti sull’organismo.

Dopo un’accurata disamina su quello che gli esseri umani percepiscono del cibo (gusto, consistenza, colore, odore) attraverso l’analisi sensoriale e la correlazione tra i diversi aspetti, Kuhl ritiene improbabile che l’intelligenza artificiale sostituisca completamente tutte le sperimentazioni nel mondo reale, almeno non nel prossimo futuro.

Pertanto, non dobbiamo sopravvalutare le capacità dell’intelligenza artificiale. Ma ci sono passaggi in cui, viceversa, può tornare molto utile come nella formulazione degli ingredienti, nella combinazione di proteine, grassi e additivi di origine vegetale.

Rivoluzione di produzione e di consumo

Una volta addestrata, l’intelligenza artificiale è in grado di prevedere le preferenze dei consumatori per un dato prodotto o, al contrario, creare un prodotto rispondente alle loro richieste.

Oppure, nei cibi ultra processati, potrebbe sostituire gli ingredienti più dannosi con altri più sani.

Lo studio, in sostanza, vuole dimostrare che l’intelligenza artificiale offre un approccio innovativo, scalabile e conveniente in termini di costi e tempi per creare prodotti alimentari alternativi di alta qualità.

Pertanto, non si tratta di trovare il modo per eliminare gli animali dal sistema alimentare globale, bensì una sintesi di ingredienti ecocompatibili: in pratica, una rivoluzione di produzione e di consumo.  

Si potrebbe migliorare la resilienza del sistema alimentare, aumentare la sicurezza alimentare e ridurre le emissioni di gas serra, a vantaggio della salute dell’uomo e del Pianeta.

Può funzionare? Sì, se si condividono i risultati delle ricerche e si sfrutta la potenza dell’intelligenza artificiale per analizzare dati complessi e progettare soluzioni di cui si avvantaggino tutti.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.