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Rinnovabili, cresce la forza lavoro impiegata nel settore: i dati

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Rinnovabili, cresce la forza lavoro impiegata nel settore: i dati

La crescita del settore delle energie rinnovabili in Italia prosegue, facendo registrare un aumento significativo della produzione complessiva. Al contempo, il ritmo al quale procede la transizione energetica resta lontano da quello necessario per centrare gli obiettivi climatici e di decarbonizzazione del sistema nazionale. È quanto evidenzia il rapporto “Comuni Rinnovabili 2025” pubblicato lo scorso maggio da Legambiente.

Il quadro che emerge dal report resta complessivamente di segno positivo, come testimonia il dato relativo alle installazioni effettuate negli ultimi vent’anni in quanto, si legge nella nota introduttiva, “hanno permesso di arrivare ad una copertura del 41,2% del fabbisogno elettrico nazionale”, in virtù di un incremento del 24% (dal 2004 al 2024). Per questo, al netto dei limiti strutturali e, sottolinea l’associazione, degli “anni di stagnazione che hanno caratterizzato lo Stivale dal 2014 al 2020”, quella dell’Italia può definirsi come una transizione energetica “lenta ma inesorabile”.

Quest’ultima produce effetti non soltanto sull’indotto dell’energia ma influenza anche il mercato dell’occupazione; secondo quanto riportato dalla stessa Legambiente, infatti, la crescita riguarda anche l’aumento dei posti di lavoro che, solo nell’Unione Europea dei 27 Stati membri, sono circa 1,81 milioni, di cui 212mila in Italia (dati EurObserv’ER relativi al 2022).

I dati di settore a livello europeo

Dal Rapporto Annuale 2024 “Renewable Energy and Jobs” di IRENA si evince come in Europa siano oltre due milioni i posti di lavoro riconducibili al settore delle energie rinnovabili; di questi, come detto, 1,8 milioni circa sono impiegati nei 27 Stati membri.

Il settore dell’eolico ha impiegato, nel 2023, poco più di 316mila lavoratori, facendo registrare un calo rispetto al 2022, quando i posti di lavoro totali erano oltre 400mila. Il dato conferma comunque l’Europa quale secondo maggior installatore di impianti eolici a livello globale; in ambito continentale, è la Germania a contare sulla forza lavoro più estesa (oltre 108mila unità), seguita dal Regno Unito, dalla Francia e dalla Spagna.

Per quanto riguarda il fotovoltaico, nel 2023 i paesi europei hanno installato complessivamente una capacità pari a 54,3 GW, di cui 51 GW nei 27 Stati membri. Si tratta di un nuovo record che, come evidenzia il rapporto stilato da IRENA, raddoppia il ritmo di crescita registrato nel 2021. Di riflesso, cresce a passo sostenuto anche la forza lavoro del comparto, che nel 2023 ha sfiorato le 650mila unità. Il segmento di filiera più nutrito, da questo punto di vista, è rappresentato dalla distribuzione (84%), seguito da esercizio e manutenzione degli impianti (8,1%) e dalla produzione (7,4%); una quota inferiore all’1% è infine impiegata nello smantellamento degli impianti e nei processi di riciclo.

Assieme a Polonia e Paesi Bassi, l’Italia condivide il primato relativo alle quote di installazione di nuovi impianti fotovoltaici. Inoltre, registra una crescita significativa dei posti di lavoro che, nel 2023, hanno raggiunto quota 76.400, quasi il doppio del dato relativo all’anno precedente, quando la forza lavoro del settore sfiorava le 42mila unità. Di segno contrario, invece, il trend in Polonia e Spagna, le due nazioni europee con il maggior numero di lavoratori del comparto fotovoltaico nel 2022 (entrambe con oltre 100mila lavoratori impiegati).

Il settore delle bioenergie si dimostra, di contro, meno dinamico ma, al contempo, stando ai dati dell’EurObserv’ER 2024, vale oltre mezzo milione di posti di lavoro (530.700). Nel 2022, l’Italia era la quinta nazione per numero di lavoratori (23.600) nel segmento delle biomasse solide; quest’ultimo rappresentava il terzo settore per forza lavoro impiegata, stando ai dati presentati da Legambiente nel proprio rapporto. Oltre la metà (135mila unità circa) della forza lavoro complessiva è attiva nel segmento delle pompe di calore, nel quale l’Italia è prima in Europa per impiego tra i paesi dell’Unione.

Le opportunità professionali nel settore delle rinnovabili

Un settore in costante espansione come quello delle energie rinnovabili genera una vasta gamma di nuovi posti di lavoro, dal momento che le aziende hanno bisogno di diversi profili per gestire ogni aspetto operativo della propria attività. Sono infatti particolarmente ricercate figure quali analisti, progettisti, consulenti e tecnici altamente specializzati come ingegneri o responsabili di cantiere con competenze settoriali.

Tra le realtà emergenti del settore energetico spicca Reset Energia, un nuovo fornitore di energia elettrica che presto sarà operativo con un’offerta commerciale inizialmente riservata ai soli utenti domestici. L’azienda è una giovane start up che si è sviluppata a partire da una community online di utenti digitali, accomunati dall’interesse verso le energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale. Reset si pone come obiettivo quello di “costruire un sistema energetico veramente sostenibile a livello globale” rendendo “l’energia più verde, più intelligente e più accessibile per tutti”, come si legge sul profilo LinkedIn dell’azienda. Reset Energia è presente sulla piattaforma sia per ampliare la propria community, in attesa della piena operatività del servizio di fornitura, sia per incrementare la propria forza lavoro, offrendo nuove opportunità professionali a coloro i quali vogliano cimentarsi in un settore in forte espansione.

Il progetto Reset ruota attorno al concetto di sostenibilità, declinato anzitutto in chiave ambientale: il fornitore, infatti, distribuirà energia elettrica pulita al 100%, prodotta da fonti rinnovabili certificate mediante il meccanismo di annullamento della Garanzia di Origine. In linea con il moderno contesto energetico, l’azienda metterà inoltre in campo una serie di iniziative volte ad incoraggiare modelli di consumo consapevoli. I clienti di Reset potranno usufruire di un’apposita web app per il monitoraggio su base oraria e quartoraria dei propri consumi e, in aggiunta, ricevere notifiche ‘smart’ con consigli utili per ridurre gli sprechi di energia. 

L’iniziativa rientra in una politica commerciale orientata alla trasparenza; Reset offrirà un servizio di fornitura a fronte di un canone di abbonamento mensile fisso, vincolato ad una specifica fascia di consumo scelta dal cliente in base alle esigenze energetiche del proprio nucleo familiare. L’importo del canone sarà comprensivo di oneri di trasporto e gestione del contatore, oneri generali di sistema, imposte e IVA (lo stesso dicasi per eventuali consumi extra-soglia).

Al contempo, i consumatori più virtuosi – ossia coloro i quali riusciranno ad evitare ‘sforamenti’ – godranno di benefici concreti; in tal modo, Reset si propone di trasformare il risparmio in un impegno attivo e coinvolgente, come testimoniato anche dall’intensa attività dell’azienda sui social, che ne ha fatto il fornitore di energia più seguito in Italia. Attraverso i propri profili, infatti, Reset condivide con la propria community contenuti ‘a tema’, che spaziano dal corretto uso degli elettrodomestici a consigli pratici per ridurre l’impatto ambientale delle attività domestiche.

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