Rinnovabili • Crisi del debito e clima: i più vulnerabili spendono 12,5 volte più per il debito che per l’adattamento Rinnovabili • Crisi del debito e clima: i più vulnerabili spendono 12,5 volte più per il debito che per l’adattamento

Crisi del debito e clima, i più vulnerabili spendono 12,5 volte più per il debito che per l’adattamento

Un rapporto di Development Finance International pubblicato alla vigilia della Cop28 di Dubai analizza la trappola del debito che minaccia il Sud globale e limita la capacità di investire in modo adeguato a fronteggiare la crisi climatica

Crisi del debito e clima: i più vulnerabili spendono 12,5 volte più per il debito che per l’adattamento
Foto di Alice Pasqual su Unsplash

Serve un altro round di cancellazione del debito

(Rinnovabili.it) – I paesi più vulnerabili alla crisi climatica sono sempre più stritolati dalla trappola del debito. Mentre la quota di risorse dei budget statali destinata a ripagare il debito cresce, sprofonda quella a disposizione per investire nell’adattamento al climate change. A livello globale, nel 2023 la spesa per il debito sarà 12,5 volte superiore alla spesa per l’adattamento climatico. Nel 2024 sarà 13,2 volte superiore. Sono i numeri del nesso tra crisi del debito e clima messi in luce da un rapporto di Development Finance International pubblicato alla vigilia della Cop28 di Dubai.

Una trappola del debito che minaccia il Sud globale. “I cittadini del Sud del mondo si trovano ad affrontare la peggiore crisi del debito da quando è iniziato il monitoraggio”, scrivono gli autori. Ripagare il debito assorbe in media il 38% delle entrate e il 30% della spesa nel Sud del mondo. Quota che sale al 54% delle entrate e al 40% della spesa in Africa. E non è bassa nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), tra i più vulnerabili dal punto di vista climatico: per loro, in media, il debito assorbe il 30% delle entrate e il 21% della spesa. “In tutti i paesi del Sud del mondo, 35 paesi pagano più della metà delle entrate e 54 più di un terzo per il servizio del debito”, puntualizza il rapporto.

Serve un altro round di cancellazione del debito

Dati che vanno letti insieme all’enorme gap nella finanza per l’adattamento a livello globale. Un recente rapporto dell’UNEP, l’agenzia ONU per la protezione ambientale, preparato in vista della conferenza sul clima Cop28, calcolava che le risorse necessarie ammontano a 387 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Cioé volumi da 10 a 18 volte superiori a quelli mobilitati oggi. E dopo il 2050 le cifre aumenteranno ancora, a prescindere dallo scenario emissivo in cui ci troveremo.

A fronte di questi quasi 400 miliardi di dollari, il rapporto di Development Finance International calcola che l’ammontare degli investimenti in adattamento mobilitati da tutti i 42 paesi a basso reddito e insulari arriva appena a 12,7 miliardi di dollari. “La maggior parte dei paesi spende meno del 2% (molti meno dell’1%) del proprio budget per l’adattamento”, sottolineano gli autori.

Qual è la soluzione per scardinare questo nesso tra crisi del debito e clima? “I paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un’altra importante cancellazione del debito per consentire loro di spendere di più per l’adattamento climatico. Tuttavia, gli attuali sforzi per la riduzione del debito sono ben al di sotto di quanto necessario per liberare spazio per maggiori investimenti nell’adattamento climatico: i più recenti accordi di riduzione del debito stanno lasciando il costo per ripagare il debito in media al 48% delle entrate”.