Dal vetro riciclato e dagli scarti edili nasce un nuovo materiale ecologico per l’edilizia sostenibile. Si tratta di un solidificante del terreno ad alte prestazioni che può sostituire il cemento, altamente inquinante. Il vantaggio è duplice: diminuisce il volume dei rifiuti edili e delle emissioni di carbonio

Verso un’edilizia ecologica
Dal vetro riciclato e dagli scarti edili nasce un nuovo materiale ecologico. La notizia, che arriva da un gruppo di ricerca giapponese, potrebbe aprire nuove prospettive per l’edilizia sostenibile.
La notizia è decisamente interessante, soprattutto se pensiamo che negli anni a venire sempre più persone sceglieranno di abitare nei centri urbani.
Il fenomeno è già iniziato. Infatti, l’espansione dell’edilizia urbana esercita una forte pressione sia sull’ambiente sia sulle risorse naturali.
Dal vetro riciclato un’alternativa sostenibile per l’edilizia
I ricercatori della facoltà di Ingegneria dello Shibaura Institute of Technology (Giappone) spiegano nello studio Development of environmentally sustainable geopolymer-based soil solidifiers using waste siding and glass powders, pubblicato in “Cleaner Engineering and Technology” hanno individuato un’alternativa sostenibile al cemento.
Si tratta di un solidificante del terreno ad alte prestazioni a base di geopolimeri sviluppato da un sottoprodotto degli scarti edili (Siding Cut Powder – SCP) e da vetro riciclato (silice terrestre -ES).
La combinazione di ES e SCP genera un materiale che aumenta la resistenza alla compressione del terreno. Un opportuno trattamento termico migliora le prestazioni del materiale.
Dallo studio giapponese deriva un duplice vantaggio: da un lato due prodotti di scarto dell’edilizia hanno sviluppato un solidificante del terreno che soddisfa gli standard del settore, dall’altro diminuisce il volume dei rifiuti edili e delle emissioni di carbonio.
Gli scarti edili sono rifiuti speciali
Allo stato attuale, il cemento Portland è il solidificante del terreno più utilizzato, nonostante le emissioni di considerevoli quantità di CO2. Infatti, la produzione di cemento è responsabile di circa il 7-8% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Un altro problema di non facile soluzione riguarda la gestione dei rifiuti edili che finiscono per accumularsi nelle discariche.
Gli scarti edili, classificati come rifiuti speciali, devono essere smaltiti correttamente. Sono fatti di materiali diversi, ma ritenuti comunque dannosi per l’ambiente e la salute delle persone:
- macerie: frammenti di cemento, mattoni, blocchi, etc.
- calcinacci: malta cementizia, residui di malta, etc.
- legno, metallo, plastica: derivanti da strutture, rivestimenti, etc.
- inerti: sabbia, ghiaia, terra da scavo, etc.
- materiali speciali: come vetro, ceramica, asfalto, etc.
Non solo cemento
Oltre al cemento, lo studio giapponese ha evidenziato altri rifiuti inquinanti da trattare come nuove risorse.
Ad esempio, i pannelli ceramici comunemente utilizzati per i rivestimenti esterni, sono materiali compositi che incorporano legno, ceramica e altri materiali che rendono difficile il riciclo.
Il taglio dei pannelli ceramici genera notevoli quantità di polvere, solitamente trattata come rifiuto industriale.
Solo una piccola frazione (5,9%) di questa polvere viene riutilizzata, mentre la maggioranza (94,1%) viene smaltita in discarica contribuendo all’inquinamento ambientale. I ricercatori hanno studiato anche il potenziale riutilizzo della polvere dei rivestimenti come solidificante.
Con i nuovi materiali l’edilizia sostenibile può diventare una realtà.