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Autobus elettrici più economici dei diesel se facilmente riparabili. Ecco perché

Uno studio dell'Università di Bath rivela: i veicoli a zero emissioni costano meno di carburante e manutenzione, ma i lunghi tempi di inattività per ricambi e riparazioni specialistiche rischiano di far lievitare i costi di capitale, in particolare per i piccoli operatori.

Autobus elettrici più economici dei diesel solo se facilmente riparabili. Ecco perché
Immagine creata con IA

La transizione verso un trasporto pubblico a zero emissioni è cruciale per la riduzione delle emissioni e il miglioramento della qualità dell’aria, ma il percorso non è privo di ostacoli. Un recente studio condotto dall’Università di Bath e pubblicato su Case Studies on Transport Policy evidenzia un paradosso nella diffusione degli autobus elettrici: pur essendo nettamente più economici da alimentare e mantenere rispetto ai bus diesel, potrebbero essere soggetti a tempi di fermo più lunghi a causa della carenza di pezzi di ricambio e della necessità di riparazioni.

Questo fattore di inaffidabilità ha implicazioni dirette sulla redditività e sull’efficienza operativa, specialmente per gli operatori con flotte più ridotte o che servono aree rurali. Per mantenere i servizi attivi con la stessa frequenza e affidabilità del diesel, gli operatori potrebbero essere costretti ad acquistare un numero maggiore di veicoli di riserva, aumentando significativamente i costi di capitale iniziali.

Affidabilità e costi operativi della flotta elettrica

Analizzando dati reali forniti da un operatore di autobus del Regno Unito, i ricercatori hanno applicato un modello di costo totale di proprietà (TCO) su un periodo di 20 anni. I risultati sono sorprendenti: se l’affidabilità (disponibilità) degli autobus elettrici dovesse scendere di appena 10 punti percentuali rispetto ai diesel, la dimensione della flotta elettrica necessaria aumenterebbe dal 18% al 23%.

A un livello di disponibilità dell’85%, gli operatori necessiterebbero di flotte più grandi del 30% al 40% rispetto alle loro esigenze operative quotidiane. Come sottolineato da Jac McCluskey, autore principale dello studio: “gli autobus elettrici possono ridurre drasticamente le emissioni, ma l’affidabilità è il pezzo mancante. Rafforzare le catene di approvvigionamento, la disponibilità di ricambi e le competenze di riparazione aiuterà a garantire che questi veicoli forniscano servizi convenienti e affidabili ovunque, dalle grandi città ai centri rurali.”

L’Impatto critico sui piccoli operatori

La ricerca evidenzia che, a meno di un miglioramento deciso nell’affidabilità, i tempi di riparazione prolungati e la ridotta disponibilità potrebbero minare la sostenibilità economica degli autobus elettrici, soprattutto per i soggetti più esposti finanziariamente. Ma la tendenza è positiva. Il progresso tecnologico e il calo dei prezzi delle batterie stanno già spingendo gli autobus elettrici verso la parità di costi operativi con i diesel.

Due scenari possibili

Alla luce dei dati raccolti dallo studi inglese, sono due gli scenari possibili:

  • Scenario pessimista: se la disponibilità non fosse migliorata, gli operatori potrebbero aver bisogno di sussidi fino al 45% e di sostegno continuo anche oltre il 2040.
  • Scenario ottimista: se l’affidabilità continuasse a migliorare al ritmo attuale, le sovvenzioni necessarie potrebbero scendere al 30-40%, per poi azzerarsi entro il 2032.

Il governo britannico ha riconosciuto queste sfide finanziarie e le sta affrontando con il suo programma Zero Emission Bus Regional Areas che offre sussidi arrivando a coprire:

  • Fino al 75% della differenza di costo tra autobus elettrici e diesel
  • Il 75% dei costi infrastrutturali
  • Il 50% delle spese per imprevisti

Questi sussidi hanno già avuto un impatto significativo: nel 2023, gli autobus elettrici hanno rappresentato il 60% di tutte le nuove immatricolazioni di autobus nel Regno Unito, con un aumento del 76% rispetto all’anno precedente.

Strada verso l’accelerazione

Anche la ricerca dell’Università di Bath sostiene che gli autobus elettrici sono essenziali per il futuro dei trasporti a zero emissioni, capaci di tagliare le emissioni di gas serra nel ciclo di vita fino all’80%, dato che potrebbe superare l’85% entro il 2050 con il raggiungimento degli obiettivi net-zero del Regno Unito.

Tuttavia, per accelerare la transizione in modo più equo e accessibile, l’attenzione deve spostarsi dalle prestazioni energetiche a quelle logistiche. Migliorare l’affidabilità e la gestione dei ricambi non è solo un dettaglio operativo, ma il fattore chiave che può ridurre drasticamente i costi per gli operatori e garantire che la rivoluzione dei trasporti a basse emissioni raggiunga tutte le aree, anche quelle al di fuori dagli agglomerati metropolitani.

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About Author / Paolo Travisi

Paolo Travisi ha iniziato il suo percorso da giornalista nel 2004, come redattore del network televisivo 7Gold, una palestra professionale incredibile in cui è diventato giornalista professionista, realizzando servizi tv, dalla cronaca alla cultura, e collaborando a programmi e talk condotti da professionisti quali Aldo Biscardi, Alessandro Milan, David Parenzo. In parallelo all'esperienza televisiva, ha iniziato a scrivere per Il Messaggero web, all'epoca guidato da Davide Desario (attuale direttore di Adn Kronos) e poi a scrivere di scienza, tecnologia e cultura anche per l'edizione cartacea. La passione per la scrittura e la scienza, lo ha portato a collaborare con la “storica” rubrica TuttoScienze de La Stampa, con interviste a scienziati italiani ed internazionali. Dalla scienza alla sostenibilità, con la collaborazione con Green&Blue di Repubblica. Per Rinnovabili scrive quotidianamente e con grande entusiasmo di mobilità elettrica, realizza test drive delle auto e video per le pagine social.