Rinnovabili • Emissioni auto UE, le richieste ACEA potrebbero dimezzare le vendite di veicoli elettrici. Rinnovabili • Emissioni auto UE, le richieste ACEA potrebbero dimezzare le vendite di veicoli elettrici.

Emissioni auto UE, le richieste ACEA potrebbero dimezzare le vendite di veicoli elettrici

T&E denuncia 6 scappatoie chieste dai costruttori europei in vista delle revisione della normativa UE sulle emissioni dei trasporti. Tra queste, carburanti alternativi equiparati alle zero emissioni

Emissioni auto UE, le richieste ACEA potrebbero dimezzare le vendite di veicoli elettrici.
Emissioni auto UE – Immagine realizzata con IA

L’industria automobilistica europea sta chiedendo modifiche alle emissioni auto UE che potrebbero dimezzare gli obiettivi di vendita dei veicoli elettrici entro il 2035. È quanto emerge da un’analisi di Transport & Environment (T&E) basata su un documento trapelato dell’associazione dei costruttori ACEA, in vista della revisione della normativa europea sulle emissioni di CO₂ delle automobili. Tra le proposte, l’equiparazione dei veicoli alimentati con carburanti alternativi a quelli a zero emissioni e la sospensione del sistema che corregge le emissioni reali delle auto ibride plug-in. T&E denuncia che tali deroghe trasformerebbero la legislazione europea “in un colabrodo”, riducendo drasticamente gli incentivi alla transizione elettrica.

Leggi anche Produttori e fornitori di auto scrivono all’UE: “Impossibile fermare produzione a motore entro 2035”

ACEA chiede sei scappatoie che riducono la quota di veicoli elettrici

Il documento ACEA visionato da T&E elenca sei proposte che, se approvate, indebolirebbero in modo significativo la strategia climatica europea. La più rilevante prevede che le auto alimentate con carburanti “carbon neutral” – tra cui biocarburanti ed e-fuel – vengano considerate a zero grammi di CO₂/km, pur restando endotermiche. Secondo T&E, questa sola misura potrebbe abbattere del 25% la quota di vendite di auto elettriche al 2035.

Altre richieste includono la cancellazione dello utility factor per le ibride plug-in dal 2027, che farebbe calare le vendite di veicoli elettrici di un ulteriore 10%, e l’introduzione di crediti di CO₂ per la rottamazione dei veicoli vecchi, riducendo l’ambizione complessiva di un altro 6%. A queste si aggiungono incentivi per le case automobilistiche che utilizzano processi produttivi dichiarati “verdi” e crediti per la produzione di piccole auto elettriche europee, che abbasserebbero ulteriormente la quota di BEV richiesti. Nel complesso, la combinazione di queste misure porterebbe a un obiettivo di mercato per i veicoli elettrici pari al 52% invece del 100% previsto dalla normativa UE.

T&E: “Un attacco diretto alla transizione industriale europea”

Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, ha definito le richieste dell’ACEA “da respingere senza esitazioni”. “Se adottate, comprometteranno la prospettiva industriale e occupazionale della transizione europea, minando ogni prospettiva di investimento. È il momento di recuperare terreno rispetto alle potenze industriali concorrenti, non di trasformare la più importante normativa UE per il settore automotive in un colabrodo”, ha dichiarato.

Secondo T&E, le deroghe chieste dai costruttori avrebbero effetti devastanti non solo sugli obiettivi climatici, ma anche sulla competitività europea. “Cedere alle richieste di ACEA avrà come unico effetto quello di dare ulteriore vantaggio ai produttori cinesi”, ha aggiunto Boraschi, sottolineando il rischio di un arretramento tecnologico nel momento in cui l’Europa dovrebbe consolidare la propria leadership nella mobilità elettrica.

Le ibride plug-in restano troppo inquinanti

Già in precedenti analisi, T&E aveva evidenziato che le auto ibride plug-in (PHEV) inquinano molto più di quanto dichiarano i test ufficiali. I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente mostrano emissioni reali medie di 139 g di CO₂/km, quasi cinque volte superiori ai 28 g/km registrati nei test di immatricolazione. Nonostante ciò, le case automobilistiche continuano a spingere per un alleggerimento dei controlli, chiedendo all’UE di sospendere le attività di monitoraggio sulle emissioni effettive.

“Le reali emissioni delle ibride plug-in sono un mistero alla luce del sole. Oggi abbiamo solo la certezza che il divario tra emissioni ufficiali e reali è ancora peggiore di quanto stimato. L’industria chiede all’UE di chiudere un occhio, in modo da ritardare la vera transizione”, ha commentato Boraschi, invitando la Commissione a mantenere in vigore i fattori di utilità previsti per il 2025 e il 2027.

Il precedente slittamento normativo sulle emissioni auto UE ha già rallentato la decarbonizzazione

L’attacco alla legislazione europea sulle emissioni auto UE si inserisce in un contesto già segnato dallo slittamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsto tra il 2025 e il 2027. Secondo T&E, tale rinvio comporterà 2 milioni di auto elettriche in meno vendute nell’Unione in soli due anni, rallentando il ritmo della transizione.

Nonostante ciò, le dinamiche di mercato restano positive: nei primi sette mesi del 2025 le vendite di BEV sono aumentate del 38% rispetto al 2024, con marchi come BMW, Renault e Volkswagen in linea con i target emissivi. Solo Mercedes-Benz, che guida proprio l’ACEA, risulta in difficoltà e si oppone apertamente agli obiettivi UE.

“Le case auto dipingono un quadro a tinte fosche, lamentando insormontabili difficoltà di mercato, specie per le auto elettriche. Ma la realtà è che le vendite di BEV sono in crescita, e lo sarebbero ancora di più se si fossero mantenuti gli obiettivi climatici del 2019”, ha spiegato Boraschi, ricordando che ulteriori indebolimenti del Green Deal spingerebbero l’industria europea nella direzione sbagliata.

Revisione della normativa sulle emissioni auto UE entro fine 2025

Le proposte dell’ACEA arrivano mentre la Commissione Europea prepara la revisione della normativa sulle emissioni di CO₂ per le autovetture, che la presidente Ursula von der Leyen intende presentare entro la fine del 2025 (Regolamento UE 2019/631). L’analisi di T&E dimostra come, se accolte, le scappatoie chieste dai costruttori ridurrebbero drasticamente l’efficacia delle politiche climatiche.

Boraschi avverte che “la revisione rischia di diventare un’occasione di assalto alle politiche ambientali europee. Chiedono un set ampio di flessibilità, senza neppure il tempo necessario per una valutazione adeguata. È la ricetta perfetta per dirottare la transizione e dare il colpo di grazia a industria e lavoro”.

La sfida per la competitività e la coerenza climatica

Il confronto sulle emissioni auto UE sarà decisivo per il futuro industriale e ambientale dell’Europa. Secondo T&E, accettare le richieste dell’ACEA significherebbe rinunciare a una quota significativa di investimenti e posti di lavoro legati all’elettrificazione, proprio mentre i mercati globali — dalla Cina all’India — accelerano sullo sviluppo di tecnologie a zero emissioni.

“Le case automobilistiche europee vivono nel mondo dei sogni, se pensano che la Cina rallenterà lo sviluppo della tecnologia elettrica mentre loro prolungano la vita del motore endotermico”, ha commentato Boraschi. Il rischio, conclude T&E, è che l’Europa passi da protagonista a spettatrice nella corsa mondiale alla mobilità elettrica.

Rinnovabili •

About Author / Alessandro Petrone

Giornalista da oltre 20 anni, nel corso della sua carriera si è occupato di politica, economia, attualità e costume. È stato Caporedattore e Direttore Responsabile per una Casa Editrice che pubblica magazine generalisti in Italia, Germania, USA e Cina. Ha scritto e collaborato con aziende e media che si occupano di automotive, con particolare attenzione ai temi della mobilità sostenibile. Si è avvicinato al mondo dell’energia lavorando come ufficio stampa per multinazionali del settore. Da allora, si occupa assiduamente di temi legati alla transizione energetica, soprattutto nel settore automotive, e alle energie rinnovabili, scrivendo per La Repubblica, AdnKronos, 9 Colonne, The Post International. È altresì appassionato di tecnologia, informatica, fotografia e cucina con un passato da attivista LGBTQIA+.