Il Tour d'Europe, promosso dall’associazione FuelsEurope fa tappa a Roma nella sede di Enilive, per evidenziare il ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione dei trasporti, con focus su HVO e tecnologie avanzate.

di Alessandro Petrone
Il Tour d’Europe, lanciato da FuelsEurope, ha fatto tappa a Roma presso la sede di Eni. L’obiettivo è stato raccontare, dati alla mano, il ruolo centrale dei biocarburanti nella decarbonizzazione dei trasporti. L’iniziativa attraversa venti Paesi europei per sensibilizzare su una transizione energetica tecnologicamente neutrale, valorizzare i carburanti liquidi rinnovabili e promuovere strumenti per tracciare con precisione la riduzione delle emissioni.
FuelsEurope rappresenta l’industria europea della raffinazione e produzione di carburanti, sia convenzionali che rinnovabili. Conta 40 aziende associate con raffinerie nell’Unione Europea, Regno Unito, Norvegia e Svizzera e fornisce competenze alle istituzioni europee per contribuire a un quadro normativo efficace. L’obiettivo è promuovere eccellenza tecnologica, sostenibilità e tutela della salute e dell’ambiente.
L’evento romano, organizzato da Enilive – società del gruppo Eni – ha riunito istituzioni, industria e mondo accademico. Sono state presentate soluzioni, tecnologie esistenti e dati aggiornati. Enilive produce HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) da materie prime rinnovabili come oli esausti e grassi animali. È uno dei principali attori europei del settore, con oltre 1.300 stazioni di rifornimento in Europa, di cui circa 170 in Italia.
Biocarburanti: tecnologia pronta per l’automotive
Il dibattito si è concentrato sulle potenzialità dell’HVO, compatibile con infrastrutture e motori esistenti. Il professor Guido Chiaramonti del Politecnico di Torino, citando l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha sottolineato come i biocarburanti sostenibili possano ridurre le emissioni fino al 90%.
La produzione globale di HVO è passata da 3 miliardi di litri nel 2015 a oltre 20 miliardi nel 2023. Secondo la IEA, entro il 2050 i biocarburanti potrebbero coprire il 20% del fabbisogno energetico globale per i trasporti. Ma servono investimenti e un quadro normativo stabile.
Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive, ha dichiarato: “Siamo in grado di produrre carburanti a basse emissioni utilizzabili senza modifiche nei veicoli attuali. Le infrastrutture esistono già. È una tecnologia matura, pronta a contribuire da subito alla decarbonizzazione”.
La compatibilità con i motori endotermici è un vantaggio. L’HVO può essere usato nei settori difficili da elettrificare, come il trasporto pesante.
Le aziende favorevoli ai biocarburanti
L’industria automobilistica mostra interesse verso queste soluzioni. Giancarlo De Silvestre, Presidente e AD di BMW Italia, ha confermato: “I carburanti rinnovabili sono fondamentali per rendere sostenibile l’intero ciclo di vita dei veicoli. Servono politiche europee che riconoscano e incentivino la neutralità tecnologica”.
“L’elettrico è parte della soluzione, – ha poi aggiunto l’AD di BMW Italia – ma non è l’unica via. I carburanti rinnovabili sono una scelta concreta per decarbonizzare il parco circolante. I motori endotermici resteranno centrali in Europa ancora per decenni”. BMW lavora su progetti pilota con carburanti sintetici. Ma è essenziale garantire anche carburanti rinnovabili per i veicoli già in circolazione.
Lo stesso approccio è adottato da Iveco Group. Luca Ziosi, Chief Global Affairs & Sustainability Officer del gruppo, ha spiegato che l’azienda ha già sviluppato veicoli compatibili con HVO. L’approccio multienergy serve a rispondere alla varietà del mercato e accelerare la transizione.
Bosch ha sviluppato il Digital Fuel Twin, in uso su alcuni veicoli del Tour. La tecnologia misura in modo preciso le emissioni di CO₂ risparmiate. È utile per certificare i risultati ambientali e integrare i biocarburanti nelle strategie aziendali.
Secondo Bosch, il sistema consente una rendicontazione trasparente e verificabile. Uno strumento utile per sostenere obiettivi climatici e politiche ESG. Nicola Lastaria, General Manager Gruppo Bosch in Italia, ha dichiarato: “Grazie al Digital Fuel Twin possiamo dimostrare l’efficacia dell’HVO nella riduzione delle emissioni. È una soluzione scalabile e concreta. Può aiutare industria e politica a definire percorsi realistici”.
Il tema della tracciabilità si lega alla possibilità di introdurre sistemi di incentivo basati su risultati misurabili. L’idea è superare logiche ideologiche e valorizzare l’impatto ambientale effettivo.
Normative UE sotto accusa
L’incontro ha incluso un ampio panel istituzionale. Diversi rappresentanti italiani ed europei hanno sottolineato l’urgenza di modificare il quadro normativo. Massimiliano Salini, europarlamentare della Commissione Ambiente, ha criticato le contraddizioni tra direttive europee, invocando una visione sistemica per il settore automotive.
Anche Luca Squeri, deputato membro della Commissione Attività produttive della Camera, ha espresso perplessità sul divieto ai motori endotermici dal 2035, chiedendo un ripensamento basato su criteri scientifici, non ideologici.
Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha concluso l’evento. Il ministro ha sottolineato la volontà del governo di stanziare 200 milioni di euro per sostenere la riconversione industriale e le bioraffinerie. Ha ribadito inoltre un approccio pragmatico, coerente con il Piano Mattei e le strategie del G20.
La tappa romana del Tour d’Europe ha quindi ribadito un concetto chiave. Le tecnologie per ridurre le emissioni nei trasporti esistono già. Ora tocca alle istituzioni europee e nazionali creare le condizioni per una transizione flessibile, realistica e non ideologica.