Il nuovo rapporto IEA per la COP30 analizza il ruolo dei combustibili sostenibili e le azioni necessarie per accelerarne l'uso al 2035.

Il rapporto Delivering Sustainable Fuels della IEA
I combustibili sostenibili rappresentano oggi una delle leve più importanti della transizione energetica globale. Il nuovo rapporto Delivering Sustainable Fuels, redatto a supporto della presidenza brasiliana della COP30, individua le priorità politiche e tecnologiche per accelerarne l’adozione entro il 2035.
Secondo il documento, l’uso di combustibili liquidi e gassosi a basse emissioni potrebbe quasi raddoppiare entro il 2030 rispetto ai livelli del 2024 e quadruplicare entro il 2035, a condizione che le politiche attuali e quelle in fase di approvazione vengano pienamente attuate. La domanda complessiva di combustibili liquidi e gassosi sostenibili potrebbe passare da circa 6 exajoule nel 2024 a oltre 25 exajoule entro il 2035, un incremento di oltre quattro volte in poco più di un decennio.

Il potenziale dei combustibili sostenibili nella transizione energetica
Nel percorso verso la neutralità climatica, i combustibili sostenibili completano elettrificazione ed efficienza energetica. Offrono un’alternativa concreta nei settori difficili da decarbonizzare, come aviazione, navigazione, industria pesante e trasporti su lunga distanza. Il rapporto sottolinea come biocarburanti liquidi, biogas, idrogeno a basse emissioni e combustibili sintetici a base di idrogeno possano ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra.
Queste tecnologie, evidenzia il documento, possono rafforzare la sicurezza energetica, limitare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e creare nuove opportunità economiche per le aree rurali. l settore dei trasporti assorbirà da solo oltre il 60% della domanda globale di combustibili sostenibili entro il 2035, con una crescita particolarmente marcata nell’aviazione e nella navigazione.
I benefici, quindi, non sono solo ambientali, ma anche sociali e industriali.
Biocarburanti avanzati e idrogeno, strategici per il nuovo mix energetico
Tra i biocarburanti avanzati, il rapporto individua un ruolo crescente per quelli prodotti da rifiuti organici e residui agricoli. a produzione globale di biocarburanti avanzati potrebbe raggiungere 35 milioni di tonnellate entro il 2030, rispetto ai 7 milioni di tonnellate registrati nel 2022, grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti in Nord America, Europa e America Latina. Tali risorse permettono di evitare conflitti d’uso con la filiera alimentare, garantendo una riduzione effettiva delle emissioni lungo l’intero ciclo di vita.
Parallelamente, l’idrogeno a basse emissioni e i combustibili derivati – come ammoniaca e metanolo sintetico – sono considerati essenziali per decarbonizzare settori energivori. La Strategia europea sull’idrogeno conferma questo orientamento, promuovendo lo sviluppo di infrastrutture dedicate e mercati regionali integrati. Il documento delinea inoltre la necessità di armonizzare le metodologie di calcolo del carbonio per garantire criteri di sostenibilità comuni tra Paesi e continenti.

Un quadro politico coerente per colmare il divario di costo
Il principale ostacolo alla diffusione dei combustibili sostenibili resta il divario economico con i combustibili convenzionali. Servono politiche mirate e meccanismi di supporto finanziario per favorire gli investimenti a lungo termine. Secondo il rapporto, solo una visione condivisa a livello globale potrà consentire di superare le barriere economiche e infrastrutturali ancora presenti.
La Direttiva europea RED III offre un esempio concreto: fissa obiettivi vincolanti per la quota di energie rinnovabili nei trasporti e introduce criteri di sostenibilità per i biocarburanti avanzati. Tuttavia, molte economie emergenti necessitano ancora di strumenti finanziari e istituzionali per sostenere questa trasformazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Il costo medio dei combustibili sostenibili, infatti, rimane dal 50% al 150% superiore rispetto ai combustibili fossili convenzionali, rendendo indispensabili meccanismi di supporto pubblico per sostenere la fase di scale-up industriale.
Le priorità globali fino al 2035 per i combustibili sostenibili
L’analisi individua diverse azioni prioritarie per accelerare la diffusione dei combustibili puliti:
- innovazione tecnologica per ampliare il potenziale produttivo;
- infrastrutture di stoccaggio e trasporto integrate con le reti energetiche esistenti;
- sistemi di tracciabilità e certificazione per verificare l’origine e le emissioni dei carburanti;
- cooperazione internazionale per condividere standard, incentivi e know-how tecnico.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia, attraverso il programma Sustainable Bioenergy, sottolinea come il potenziale globale dei biocarburanti possa coprire fino al 15% della domanda energetica dei trasporti entro il 2035, a fronte di un miglioramento costante dei rendimenti di produzione.
L’Italia sostiene la call globale sui combustibili sostenibili
Intanto, alla Pre-COP di Brasilia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha presentato una call internazionale per promuovere l’aumento della produzione di combustibili sostenibili entro il 2035. L’iniziativa si inserisce nel percorso preparatorio alla COP30 e nel quadro del Global Stocktake, il processo delle Nazioni Unite che valuta i progressi collettivi verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
La proposta, illustrata dal MASE, mira a favorire la collaborazione tra governi, imprese e centri di ricerca per ampliare la disponibilità di biocarburanti, biogas e idrogeno a basse emissioni. L’obiettivo è allineare gli sforzi nazionali e internazionali alle raccomandazioni del rapporto Delivering Sustainable Fuels, individuando gli strumenti politici e normativi necessari per sviluppare mercati stabili e trasparenti.
Un percorso che richiede coerenza e investimenti
Il successo dei combustibili sostenibili dipenderà dalla capacità di creare mercati competitivi e politiche di lungo periodo. Il rapporto stima che per raggiungere gli obiettivi al 2035 saranno necessari oltre 1.000 miliardi di dollari di nuovi investimenti, gran parte dei quali destinati a infrastrutture logistiche e reti di distribuzione per biocarburanti e idrogeno. Si sottolinea inoltre l’importanza di un approccio coordinato tra governi, settore privato e istituzioni multilaterali. In assenza di regole stabili e di infrastrutture condivise, il rischio è di rallentare la transizione e vanificare i progressi finora raggiunti.
Secondo gli autori del rapporto, i combustibili puliti possono diventare “un ponte verso un sistema energetico resiliente e inclusivo”, ma solo se accompagnati da piani di investimento trasparenti e da una governance internazionale in grado di assicurare l’allineamento con gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.












