L’inquinamento fa più vittime di malaria e HIV

Smog e inquinamento in-door causano oltre 6 milioni di morti l’anno. Il passaggio ad un’energia più pulita potrebbe facilmente dimezzare il bilancio entro il 2030

L’inquinamento atmosferico fa più vittime di malaria e HIV

 

(Rinnovabili.it) – Nonostante i progressi compiuti nelle cure, ancora oggi la malaria causa la morte di oltre 660mila persone l’anno. Eppure c’è un flagello silenzioso che riesce a battere il numero di vittime provocate da questa parassitosi. Si tratta dellinquinamento atmosferico, arma potente e troppo spesso sottovaluta, responsabile di oltre 6 milioni di decessi l’anno. A ricordare i danni che il Pianeta, e i suoi abitanti in primis, stanno pagando a causa dei crescenti livelli di smog è Kandeh Yumkella, direttore generale dell’Organizzazione ONU per lo sviluppo industriale (UNIDO).

Parlando dalla conferenza di Oslo dedicata nuovi obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite per il 2030, Yumkella ha presentato un quadro preoccupante: “L’inquinamento atmosferico è responsabile di un numero di morti superiore a quelli causati da HIV e malaria messi insieme“. La maggior parte delle vittime si conta soprattutto nelle comunità rurali dei paesi in via di sviluppo, dove stufe e fuochi casalinghi determinano un inquinamento in-door troppo spesso letale per donne e bambini.

 

Secondo quanto rilevato nel 2012 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oggi giorno circa 3,5 milioni di persone l’anno muoiono a causa dell’inquinamento presente all’interno delle mura domestiche e 3,3 milioni a causa dello smog atmosferico. Eppure soluzioni accessibili esistono, ha ricordato il direttore. “Se aumentassimo l’accesso all’energia pulita … i benefici per la salute sarebbero enormi. Forse l’argomento salute non è stato utilizzato abbastanza nel dibattito sulla necessità di incoraggiare il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili”. Secondo Yumkella, il passaggio ad un’energia più pulita potrebbe facilmente dimezzare il bilancio di decessi entro il 2030.

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