Isolamento termico grazie al pigmento “cool blue”

Un nuovo pigmento “blu”, ultra resistente ed in grado di riflettere il 40% del calore, facilitando l’isolamento e migliorando l’efficienza degli edifici senza penalizzare l’estetica.

fonte: Oregon State University OSU(Rinnovabili.it) – I ricercatori della Oregon State University (OSU) hanno identificato in un particolare pigmento capacità uniche di rifrazione della luce solare, aprendo una nuova importane strada per l’efficienza energetica. Questo particolare composto di colore blu, già ribattezzato “cool blue” venne scoperto casualmente tre anni in seguito ad un esperimento mal riuscito, riconoscendo subito nel nuovo materiale una maggiore resistenza agli attacchi esterni, semplicità di produzione e una notevole qualità estetica che hanno da subito reso particolarmente interessante la nuova scoperta. Negli anni successivi le ulteriori sperimentazioni su questo originale pigmento hanno permesso ai ricercatori di aggiungere una nuova importante voce alla lista di pregi: l’efficienza energetica.

Da poco brevettato, il blu “cool” potrà essere utilizzato per la colorazioni delle superfici esterne delle case o dei tetti, pratica molto diffusa in America, senza penalizzare gli edifici che lo utilizzeranno per la sua colorazione scura. E’ risaputo infatti che maggiore è la quantità di nero contenuta in un colore e maggiore sarà la sua capacità di assorbire il calore proveniente dai raggi del sole, rendendo queste tonalità al quanto difficili da utilizzare, specialmente nei paesi caldi.

“Questo pigmento ha un valore di rifrazione infrarossa del calore di circa il 40%”, afferma Mas Subramanian, il professore di chimica della OSU che ha scoperto il composto, “capacità nettamente superiore ai pigmenti di blu attualmente utilizzati”. Se utilizzato in edilizia per i colori delle coperture, consentirebbe di migliorare notevolmente le capacità di isolamento dell’immobile, evitando il surriscaldamento derivato dal sole e limitando di conseguenza, la necessità di climatizzazione della casa.

Ciò che rende differente il “cool blue” è la sua composizione interna, originata dal surriscaldamento del manganese e formata da un particolare assemblamento delle molecole secondo un “coordinamento trigonale bipiramidale”, che moltiplica il livello di rifrazione dei raggi solari.

Oggi l’Oregon State University è alla ricerca di nuovi partner per la ricerca su questo composto, per accelerare il processo che lo porterà ad essere commercializzato sui mercati mondiali, copntribuendo significativamente al miglioramento dell’efficienza energetica del comparto edilizio.

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