Perché fa paura Amy Coney Barrett, giudice suprema dell’ambiente

Dal massimo tribunale USA passano decisioni fondamentali. La Corte può mettere i bastoni tra le ruote all’EPA. O svuotare i capisaldi della politica climatica nazionale

Amy Coney Barrett
Credits: skeeze da Pixabay

Con Amy Coney Barrett la Corte suprema ha una maggioranza conservatrice schiacciante

(Rinnovabili.it) – Se pensavate che il più grande smantellatore di protezioni ambientali e leggi sul clima della storia americana fosse Donald Trump, potreste ricredervi molto presto. Oggi il Senato americano dirà di sì alla nomina della nuova giudice della Corte suprema voluta proprio da Trump: Amy Coney Barrett. Nomina contestatissima per le posizioni iper-conservatrici di Barrett su salute, diritti civili, aborto. Ma il cadavere eccellente delle decisioni del massimo tribunale degli Stati Uniti potrebbe essere il clima. A prescindere da come andranno le elezioni presidenziali di novembre.

E’ vero, non sono note posizioni particolari di Amy ConeyBarrett sulla tutela dell’ambiente. Ma il punto non è questo. Si tratta di aritmetica. Con lei, la Corte passa a una maggioranza schiacciante dei conservatori. Da 5 a 4 com’è stato finora, quando era membro del tribunale la radicale Ruth Bader Ginsburg a cui succede la prediletta di Trump, ad un ben più solido 6 a 3.

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E questo cambia gli equilibri, anche in un sistema complesso come quello americano, dotato di molti pesi e contrappesi proprio per evitare ribaltoni in successione. Perché dalla Corte suprema passano alcune decisioni fondamentali. Che possono bloccare una legge in approvazione o addirittura mettere in questione provvedimenti già in vigore da decenni.

Il rischio? Che le posizioni conservatrici di Amy Coney Barrett diano più libertà alle industrie inquinanti, limitino la capacità dei cittadini di citare in giudizio aziende e multinazionali, e mettano in discussione la capacità stessa di emanare e far rispettare i regolamenti da parte dell’EPA, l’Agenzia di protezione ambientale. Ma anche che strangolino nella culla le leggi promosse dalle nuove amministrazioni. Un esempio: non è detto che Joe Biden, il candidato democratico in lizza per la presidenza, riesca a riportare gli USA dentro l’accordo di Parigi come ha promesso.

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Le sentenze future della Corte suprema possono dare altre picconate ai capisaldi della legislazione su ambiente e clima degli Stati Uniti. A 360 gradi, dall’inquinamento regolato con il Clean Air Act (che è la base legale su cui l’EPA si poggia per trattare le emissioni di gas serra) e il Clean Water Act, all’Endangered Species Act che protegge la biodiversità e gli habitat naturali, solo per citare alcuni degli esempi più ad alto impatto.

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