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Coltivazione sostenibile in acquaponica per l’Acmella oleracea

L’Acmella oleracea è molto ricercata dall’industria farmaceutica e cosmetica. La coltivazione acquaponica la rende sostenibile e fa diminuire drasticamente la sua impronta ambientale

Coltivazione sostenibile in acquaponica per l’Acmella oleracea
Acmella oleracea gialla e viola (foto Università di Camerino)

Economia circolare e minore impronta ambientale

Scoperte nuove potenzialità dell’acquaponica per la coltivazione dell’Acmella oleracea, nota anche come jambù.

Proprietà analgesiche e antinfiammatorie

La scoperta si deve al gruppo di ricerca della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, confermando l’impegno dell’Ateneo nell’ambito della ricerca orientata alla tutela dell’ambiente e all’innovazione agroalimentare.

L’Università di Camerino ha condotto lo studio in collaborazione con Mj Energy srl, una società agricola che ha adottato sistemi di acquaponica nel 2015.

Lo studio Assessment of the N-Alkylamide Content and Volatile Profiles in Two Cultivars of Acmella oleracea (L.) R.K. Jansen Grown in Aquaponics è pubblicato sulla rivista “Plants”.

L’Acmella oleracea è una pianta originaria del Sudamerica conosciuta per le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie.

Per la sua azione miorilassante recentemente ha trovato impiego nell’industria cosmetica come “botulino naturale” (aiuta a ridurre le contrazioni muscolari che causano le rughe) e in quella alimentare per le sue proprietà antimicrobiche.

I principi attivi dell’Acmella oleracea

Ricordiamo alcuni dei suoi principi attivi:

  • flavonoidi, composti naturali presenti nel mondo vegetale noti per l’azione antiossidante;
  • polisaccaridi, polimeri prodotti dall’aggregazione di più di dieci molecole di monosaccaridi. I più importanti per la nutrizione sono l’amido e la cellulosa;
  • cumarine, composti organici naturali usati per le terapie anticoagulanti e come ingrediente dei cosmetici;
  • N-alchilammidi (in particolare lo spilantolo), dalle proprietà analgesiche e antiinfiammatorie.

La sostenibilità della coltivazione acquaponica

Il prof. Filippo Maggi ha spiegato come funziona, e perché è sostenibile, questo tipo di coltivazione: «L’acquaponica è un sistema di coltivazione basato sull’economia circolare che viene impiegato come alternativa sostenibile alla coltivazione convenzionale di diverse specie botaniche.

Il principio di funzionamento si basa sulla combinazione dell’acquacoltura, ossia l’allevamento dei pesci, e dell’idroponica, la coltivazione delle piante in acqua, tramite un apposito sistema di ricircolo dell’acqua».

Come funziona la coltivazione acquaponica? Attraverso i processi metabolici dei pesci si origina ammoniaca, che l’azione di specifici batteri trasforma in nitrati. Questi composti, ricchi di azoto, sono una preziosa fonte di nutrimento per le piante.

Permettendo la co-produzione di organismi ittici e colture vegetali in un ciclo chiuso e sostenibile, l’acquaponica consente di ridurre lo spreco di risorse idriche fino al 90% e di massimizzare l’utilizzo efficiente di risorse non-rinnovabili.

Diminuisce l’impronta ambientale

Le tante applicazioni possibili dell’Acmella oleracea rendono particolarmente interessanti i risultati di questo studio proprio dal punto di vista della sostenibilità.

Infatti, i ricercatori hanno piantato in vaso due diverse cultivar di Acmella oleracea – giallo e viola –e li hanno lasciati germogliare con sistemi di coltivazione acquaponica e idroponica.

Dopo un periodo di incubazione di otto settimane nel vivaio, le piantine erano adatte per il trapianto.

Nel complesso, i risultati indicano un’efficienza di risultato simile tra acquaponica e idroponica, confermando che questa è una valida alternativa per coltivare l’Acmella oleracea con una minore impronta ambientale rispetto all’agricoltura convenzionale.

Tuttavia, con l’acquaponica aumenta la produzione di N-alchilammidi che rendono l’Acmella oleracea particolarmente ricercata dall’industria farmaceutica e cosmetica.

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