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Emergenza caldo, tutela dei lavoratori agricoli e danni alle colture

Il caldo intenso del 2025 rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori. Necessario rimodulare gli orari di lavoro evitando quelle centrali della giornata, fornire dispositivi di protezione (cappelli e abiti adatti) e mettere a disposizione dei lavoratori acqua a sufficienza. È prossima l’approvazione di un Protocollo elaborato dal Ministero del Lavoro con le parti sociali

Emergenza caldo, tutela dei lavoratori agricoli e danni alle colture
Foto di Clint Patterson su Unsplash

Contenere i rischi per la salute dei lavoratori

Il caldo sta raggiungendo livelli insopportabili, e non è un modo di dire. Le città sono bollenti e le campagne infuocate.

2025, caldo record

Le temperature raggiungono record che vengono superati un anno dopo l’altro. Il 2025 sta superando le temperature del 2024, che era stato l’anno più caldo di una successione di anni caratterizzati da autunni e inverni asciutti, primavere tiepide ed estati roventi.

Quanto questi estremi climatici – fatti di siccità intervallate da vere e proprie inondazioni che i terreni troppo secchi non riescono ad assorbire – siano dannosi per l’agricoltura l’abbiamo detto più volte e non ci stanchiamo di ripeterlo.

Le precauzioni da adottare per i lavoratori agricoli

Cosa comporta però il caldo anomalo per chi lavora nelle campagne sotto il sole? I rischi per la salute sono altissimi.

Fino a settembre la maggior parte di frutta e verdura arriva a maturazione e c’è la raccolta dei cereali. Circa mezzo milione di lavoratori sono impegnati nelle campagne di raccolta: il caldo torrido impone di adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare malori.

Prima di tutto organizzare il lavoro iniziando la mattina molto presto e continuando nelle ore notturne. Sono da evitare invece le ore centrali della giornata in cui il rialzo delle temperature espone a seri pericoli per la salute.

La mappa con le previsioni giornaliere delle temperature

Indispensabile fornire dispositivi di protezione (cappelli e abiti adatti) e mettere a disposizione dei lavoratori acqua a sufficienza.

Sul sito di Worklimate (elaborato con CNR; Inail, Servizio Sanitario della Toscana, Consorzio LaMMA, DEP Lazio, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna) è possibile consultare una mappa giornaliera con le previsioni relative a orari, temperature e livelli di rischio che servono come supporto agli strumenti di prevenzione.  

Un Protocollo per affrontare l’emergenza caldo

Le associazioni degli agricoltori e diverse Regioni stanno partecipando alla sottoscrizione di un protocollo con il Ministero del Lavoro, le associazioni imprenditoriali e con i sindacati.

Afferma Francesca Re David, segretaria confederale della CGIL: «Dobbiamo uscire dall’emergenza e affrontare il problema strutturalmente. Il Protocollo che stiamo elaborando tra le parti sociali, al Ministero del Lavoro, deve indicare il metodo necessario a contenere i rischi per le lavoratrici e i lavoratori legati alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro.

Il Protocollo dovrà rappresentare un quadro di riferimento per gli accordi sindacali territoriali e di categoria, negli ambienti chiusi e all’aperto, per definire gli interventi su organizzazione del lavoro, dispositivi e investimenti necessari, seguendo le indicazioni della comunità scientifica.

Inoltre è fondamentale la definizione per legge di un valore soglia che faccia scattare le misure: dall’interruzione di lavoro agli adeguamenti necessari».

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