Fooder è un progetto nato in Emilia-Romagna che integra realtà diverse che lavorano in sinergia. Si identificano i bisogni formativi e si progettano insieme i percorsi di formazione interdisciplinare che si svolgono sia negli atenei che nelle aziende. Obiettivo: formare esperti globali nel campo dell’agricoltura e della nutrizione

Diventare esperti globali nell’agricoltura e nella nutrizione
Università, ricerca, impresa e istituzioni riunite per lo sviluppo dell’alta formazione e dell’innovazione nel settore agroalimentare: questo è Fooder – Food University of Emilia-Romagna.
Un esempio virtuoso di integrazione tra realtà diverse che lavorano in sinergia, identificando i bisogni formativi e progettando insieme i percorsi di formazione interdisciplinare che si svolgono sia negli atenei che nelle aziende.
Perché Fooder nasce in Emilia-Romagna?
La risposta sembra quasi scontata, visto che questa regione possiede un patrimonio di studio e ricerca di eccellenza nell’industria agroalimentare.
Il valore aggiunto che arricchisce questa rete è nello scambio di conoscenze che permette di creare esperti globali nel campo dell’agricoltura e della nutrizione.
Fooder rappresenta un vero e proprio hub per promuovere le competenze in grado di rispondere alle sfide di un sistema complesso.
La sede è nell’Università di Parma, per la quale il food è un asse strategico e identitario. Inoltre, gode di un’autorevolezza didattica e scientifica riconosciuta a livello internazionale.
Elevati standard di qualità
La Food Valley dell’Emilia-Romagna è un comparto di eccellenza i cui prodotti sono apprezzati in tutto il mondo per gli elevati standard di qualità e sicurezza. Inoltre, i suoi numerosi prodotti Dop e Igp coniugano tradizione e innovazione.
«Per l’Emilia-Romagna il food è indubbiamente un asse portante e nella nostra regione c’è un know how costruito nel tempo che raccoglie rilevanti competenze scientifiche, tecnologiche, economiche e culturali, con la presenza di importanti Atenei, enti di ricerca, filiere produttive e realtà industriali e istituzionali di rilievo mondiale, in un tessuto territoriale a decisa vocazione agroalimentare.
In questo contesto Fooder è una grande opportunità e una grande occasione per costruire insieme proposte e linee di lavoro nuove, in una prospettiva internazionale, guardando a un futuro sostenibile e con un orizzonte di riferimento ampio.
Gli Atenei della regione vi partecipano con convinzione, pronti a fare sistema e a mettere in campo tutte le proprie competenze: questo è un valore aggiunto fondamentale per il progetto, ed è anche uno degli elementi che lo rendono unico», ha dichiarato Paolo Martelli, rettore dell’Università di Parma.
I 3 pilastri di Fooder
Alla base del progetto ci sono 3 pilastri: Food Sustainability, Food Security e Food Safety. Numerose le aree di interesse:
- dall’agricoltura sostenibile e di precisione alla qualità delle materie prime;
- dalla food law e international policies alla qualità, sicurezza e tipicità degli alimenti;
- dalle macchine e impianti per l’industria agroalimentare alla nutrizione e salute;
- dalla tracciabilità al packaging;
- dall’economia agroalimentare alla microbiologia degli alimenti;
- dall’ottimizzazione e innovazione di processo/prodotto alla valorizzazione di sottoprodotti e scarti dell’industria agroalimentare.
Spiega Gianni Galaverna, direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma e referente dell’Ateneo nel Consiglio direttivo di Fooder: «Per affrontare le sfide globali del settore agro-alimentare occorre investire sempre più in ricerca e innovazione.
Per fare questo, occorre dare nuovo impulso all’alta formazione universitaria, che deve essere sempre più internazionale e innovativa, per esser in grado di attrarre i migliori talenti e preparare gli innovatori del futuro.
Il progetto Fooder ha la grande ambizione di mettere a sistema università, imprese e istituzioni della Food Valley Emilia-Romagna, dando vita a un polo di eccellenza internazionale per l’alta formazione e la ricerca, in grado di preparare le figure professionali del domani e promuovere così lo sviluppo del territorio».
Porte aperte ai giovani
Fooder vuole promuovere l’innovazione nel settore agro-alimentaredell’Emilia-Romagna attraverso il potenziamento dell’offerta formativa internazionale inter-ateneo in lingua inglese per attrarre talenti ed esperti da tutto il mondo, mettendo a valore il grande patrimonio rappresentato dalla Food Valley.
Fooder lancia un messaggio chiaro ai giovani talenti che vogliono misurarsi su terreni innovativi e guidare le trasformazioni richieste dal sistema agroalimentare.
Grazie a un ecosistema regionale di alto livello nella formazione e nella ricerca, intende preparare profili professionali in grado di competere nel mercato del lavoro, creare nuove opportunità di crescita e occupazione e promuovere l’imprenditorialità giovanile.
I 18 soci fondatori
La Regione Emilia-Romagna ha supportato questo progetto con un contributo di 3 milioni di euro; il cofinanziamento delle Università è di 1,5 milioni di euro per il quadriennio 2022-2026.
Fooder è costituito da 18 soci fondatori:
- Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
- Università degli Studi di Ferrara
- Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
- Università di Parma
- Università Cattolica del Sacro Cuore
- Barilla G. e R. Fratelli SpA
- Casoni Fabbricazione Liquori SpA
- Cesena Fiera SpA
- Clust-ER Agrifood della Regione Emilia-Romagna
- Centro Ricerche Produzioni Animali, CRPA Soc. Cons. P.A.
- GEA Procomac SpA
- Gesco Soc. Coop. Agr. (Gruppo Amadori)
- Acetaia Giusti Srl
- Granterre SpA
- Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano
- Surgital SpA
- Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari – Fondazione di ricerca
- Unione Parmense degli Industriali
Fooder è aperta alle adesioni: possono diventarne soci enti pubblici, università, imprese del settore (comprese le startup innovative), enti privati con finalità coerenti con gli scopi dell’associazione.